sergio mattarella bill gates - meme by osho

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON PIACE A DESTRA – L’INCONTRO DI BILL GATES CON SERGIO MATTARELLA È STATO BEN PIÙ CALOROSO DI QUELLO CHE IL MILIARDARIO HA AVUTO CON GIORGIA MELONI – SULL’IA LA PREMIER NON VUOLE LASCIARE CAMPO LIBERO AI CEO DELLE BIG TECH (MUSK, STIMATO DALLA “SORA GIORGIA”, HA CHIESTO DI IMPORRE DEI PALETTI) – LA SPACCATURA CON MACRON, CHE VA IN CONTROTENDENZA E VUOLE “FAR DIVENTARE LA FRANCIA L’HUB DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE” 

 

http://www.lastampa.itEstratto Dell’articolo Di Massimiliano Panarari Per “la Stampa”

 

sergio mattarella bill gates - meme GRANDE FLAGELLO

I contenuti che distinguono destra e sinistra sono in discussione da tempo. Nei giorni in cui - specie su queste pagine - si ricorda la grande figura di Norberto Bobbio, che di quella differenza fornì una straordinaria definizione, si parva licet, si può aggiungere un altro fattore di distinzione. Suggerito dalla corsa dei leader politici ad accaparrarsi gli endorsement dei tycoon dell'intelligenza artificiale.

 

Un esempio lampante di questa riconfigurazione della geografia politica alla luce dell'algoritmo lo ha appena dato Giorgia Meloni, reduce da un incontro (di cui non esistono foto) che viene descritto come cordiale ma assai freddino con Bill Gates, convertitosi pure lui in megainvestitore nel campo dell'Ai. Oggetto della discordia, la ribadita contrarietà della premier rispetto a una libertà di ricerca totale in questo campo, nella quale si ritrovano alcuni temi della cultura politica della destra-destra di cui è la campionessa in questa stagione - dalla diffidenza genetica nei confronti della tecnocrazia alle reminiscenze della destra sociale che, da qualche tempo a questa parte, sta cercando di reinventarsi in chiave tecnoluddista ergendosi a protettrice dei lavoratori che rischiano di perdere il posto.

 

BILL GATES A PALAZZO CHIGI

Oltre al fatto che, nelle vesti più disinvolte di capa dell'opposizione durante la fase pandemica, i suoi mondi di riferimento e i suoi elettori consideravano il fondatore di Microsoft - con abbondanti spruzzate di complottismo e cospirazionismo - come uno degli architetti per antonomasia della «Grande segregazione» domestica dei popoli. Ben più calorosa, difatti, è apparsa l'accoglienza da parte del presidente Sergio Mattarella, che si è intrattenuto per 40 minuti con Gates, sottolineando l'utilità della cooperazione tra Stati e attori privati di fronte alle plurime crisi internazionali.

BILL GATES XI JINPING

 

Del resto, per rimanere alla suggestione della destra e sinistra algoritmiche - con speculare e antitetica denuncia della «dittatura dell'algoritmo» - il posizionamento di Meloni e di Fratelli d'Italia si è visto molto chiaramente nelle ovazioni tributate a Elon Musk, ospite d'onore dell'ultimo appuntamento di Atreju, che ha acquisito nel frattempo uno status equivalente a quello delle feste dei grandi partiti della Prima Repubblica.

 

E, infatti, il patron di Tesla e SpaceX risultava tra i mille firmatari di una lettera aperta pubblicata dal Future of Life Institute a fine marzo 2023 che, prendendo spunto dallo sprint di ChatGpt, chiedeva una moratoria delle sperimentazioni sull'Ai generativa. Non per nulla, Musk è stato arruolato anche quale guru e stella polare nell'ambito del processo di transizione di FdI che, alla ricerca di punti di riferimento per mutare apparentemente pelle senza sciogliere i nodi del passato (missino) che non passa, guarda da qualche anno all'alt-right statunitense, in prima fila contro le cosiddette tecnoélites liberal di Big Tech.

giorgia meloni elon musk

 

Un "establishment" con il quale polemizza spesso e volentieri anche il boss di X (che ha spennato il troppo progressista, a suo giudizio, "uccellino blu" di Twitter), verosimilmente per ragioni innanzitutto di competizione finanziaria e tecnologica, ma anche - in qualche modo - di "sensibilità" politica, essendo lui un esponente, come Peter Thiel, di quella destra anarco-capitalista che, non a caso, nutre robuste simpatie per Donald Trump.

 

E così, per contro, facendo un balzo indietro sul Vecchio continente, Emmanuel Macron - antagonista n. 1 di Meloni - ha dichiarato a più riprese l'intenzione di fare della Francia l'hub europeo dell'intelligenza artificiale, dopo avere già lanciato, in occasione del suo primo mandato, lo slogan della «Startup Nation». E qui siamo dalle parti di un centrismo tecnocratico (e postideologico) che si rivolge in maniera ecumenica ai ceo delle media company e degli over-the-top digitali, anche se il presidente non disdegna di fare l'alfiere della «terza via europea» fra Usa e Cina, non risparmiando loro qualche strale riguardo le trasgressioni fiscali e le violazioni della proprietà intellettuale. Insomma, tout se tient, per usare la lingua che si parla all'Eliseo. […]

matteo salvini elon muskelon musk matteo salvinielon musk e il figlio ad atrejuBILL GATES GIOCA A BRIDGE

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO