L’UOMO È ‘MOBILE’ - IN SEI SI LITIGANO IL BUSINESS DEL PRESENTE E DEL FUTURO: GLI AGGEGGI PORTATILI - APPLE WATCH, SAMSUNG GALAXY, GOOGLE MINI-ANDROID, MICROSOFT LUMIA. OCCHIO AI CINESI XIAOMI E LENOVO
Maria Teresa Cometto per il “Corriere Economia - Corriere della Sera”
1 - APPLE - LA SCELTA VINCENTE DEL FORMATO EXTRALARGE ORA VUOLE SBANCARE CON GLI OROLOGI INTELLIGENTI
Nel 2014 Apple ha superato ogni aspettativa con record di vendite e profitti. Il ceo Tim Cook ha azzeccato la scelta — fuori dall’ortodossia del fondatore Steve Jobs — di lanciare un iPhone extra large, il 6 Plus: insieme all’iPhone 6 nel terzo trimestre ha venduto quasi 40 milioni di telefonini, il 12% più di un anno prima. Se negli ultimi tre mesi arrivasse a 60 milioni come gli analisti prevedono, Apple potrebbe addirittura riguadagnare quote di mercato invertendo il trend in discesa dai tempi d’oro del primo iPhone.
Dal massimo del 23% delle vendite globali di smartphone toccato nel 2011, l’iPhone infatti è sceso a meno del 12%. Il calo è frutto della scelta di competere solo nella fascia alta e finora ha pagato: Apple guadagna oltre il 60% dei profitti di tutta l’industria degli smartphone; e l’iPhone è una macchina da soldi anche grazie all’App store. Si sa che i suoi utenti sono quelli che spendono di più in applicazioni e per questo gli sviluppatori continuano a preferire il suo sistema operativo iOS per creare nuovi prodotti.
Ma secondo il guru americano dell’high-tech Walt Mossberg, Apple corre il serio rischio di ripetere l’errore fatto negli anni 90 con il computer Macintosh, sceso così in basso come quota di mercato da essere ignorato dagli sviluppatori a favore solo dei pc Windows (tranne poi riprendersi nella versione attuale Mac).
Finora però Cook ha escluso categoricamente l’idea di offrire un iPhone low cost ed è concentrato invece nel far diventare l’ecosistema Apple sempre più avvolgente e difficile da lasciare per il consumatore che l’adotta, generando così più fatturato e profitti attraverso nuovi servizi.
L’ultima mossa in questa direzione è stato il lancio di Apple Pay, il sistema di pagamento che con la tecnologia Nfc e l’impronta digitale ha trasformato l’iPhone 6 in un «portafoglio virtuale» con cui pagare gli acquisti nei negozi. Il prossimo banco di prova è il debutto dell’Apple Watch previsto all’inizio del 2015 insieme con una serie di applicazioni — HealthKit e HomeKit — per monitorare la propria salute e gestire la «smart home». Mentre sono ancora top secret i progetti per la tanto attesa iTV.
2 - SAMSUNG - LA RISCOSSA PASSA PER IL LANCIO DEL GALAXY 6 E RESTA DA DECIDERE IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE
Galaxy Note Pro 12.2 della Samsung
Il 2014 è stato un anno negativo per Samsung: il 2015 sarà l’anno della riscossa o continueranno le difficoltà? Il destino del leader globale fra i produttori di smartphone è complicato, schiacciato fra Apple — l’arcirivale nella sfascia alta — e i cinesi low cost nella fascia bassa.
Una via d’uscita può essere cominciare a sganciarsi dalla dipendenza da Android e lanciare smartphone basati sul proprio sistema operativo Tizen, che fa già funzionare smartwatch, macchine fotografiche e alcuni elettrodomestici dell’azienda coreana. Chi guadagna di più sul successo dei Galaxy S è infatti Google, che controlla il software e l’esperienza dell’utente, mentre i margini di profitto di Samsung sull’hardware sono ridotti all’osso. Prova ne è il crollo del 60% dei suoi utili nello scorso trimestre.
Ma il debutto dei primi Tizen-phone — atteso questo dicembre in India — non si è materializzato, lasciando delusi ingegneri, sviluppatori e partner. Non è avvenuto nemmeno il cambiamento ai vertici che le voci di mercato davano per scontato dopo i risultati negativi dell’ultimo anno, con il calo dell’8% di vendite di telefoni nel terzo trimestre 2014 rispetto al 2013 e la discesa dal 32,5% al 23,8% di quota di mercato nel mondo.
Il responsabile del business mobile e co-ceo Jong-Kyun Shin è rimasto al suo posto, anche se sotto di lui tre top manager sono stati rimossi. Un motivo del relativo status quo può essere l’attesa per l’evoluzione della salute del presidente del gruppo, il 72enne Lee Kun-hee, in ospedale da maggio per problemi cardiaci.
Dovrebbe succedergli l’unico figlio maschio, il 44enne Jay Yong Lee, che fra l’altro è stato uno degli artefici della strategia del design e della promozione del Galaxy. Ma il padre non l’ha ancora designato ufficialmente e l’incertezza pesa sul futuro di Samsung.
Il primo test del 2015 sarà il Consumer electronics show di gennaio a Las Vegas, dove dovrebbe essere presentato il Galaxy 6 con importanti innovazioni e miglioramenti, nuovo design (schermo curvo) e maggiore potenza: deve far dimenticare il parziale flop del suo predecessore per segnalare una svolta e ridare smalto al marchio coreano.
3 - GOOGLE - MOUNTAIN VIEW PROVA LA STRADA DEL MINI-ANDROID PER I CELLULARI DA 100 DOLLARI
Nel 2014 Google ha abbandonato l’ambizione di rilanciare il marchio storico Motorola (l’ha venduto a Lenovo), mentre il suo quasi monopolio sul mercato degli smartphone con il sistema operativo Android ha cominciato a vacillare. E nel 2015 il suo modello di business continuerà ad essere sotto pressione per l’emergere di produttori come il cinese Xiaomi, i cui telefonini non hanno tutte le applicazioni che sono redditizie per il gigante di Internet.
Non solo il tasso di adozione di Android fra gli utenti di smartphone ha smesso di crescere e ha registrato un lieve calo, dall’85 al 84,4% nel terzo trimestre, ma è anche aumentata la quota di Android liberi, senza le app preinstallate di Google: secondo alcune stime sarebbero il 20% del totale. Questo è un problema, perché Google regala Android ai produttori di telefonini, puntando a guadagnare sulla pubblicità generata dall’utilizzo del suo motore di ricerca e delle sue applicazioni come le mappe.
Un altro trend gioca a sfavore del suo modello di business: la gente sui telefonini usa Internet e quindi Google search di meno per cercare prodotti: molti vanno direttamente sulla app di Amazon.com, altri chiedono consigli e notizie agli amici su Facebook.
Come reagire a questa tendenza è un problema ora tutto nelle mani di Sundar Pichai, il numero due di Google a cui il ceo e cofondatore Larry Page ha da poco delegato la maggioranza delle funzioni operative per dedicarsi ad altri interessi (dalla casa intelligente con Nest alla robotica con Google X).
E la transizione ai vertici dell’azienda di Mountain View sta creando qualche preoccupazione fra i dipendenti, ha rivelato Business Insider.
Una delle contromosse avviate da Pichai è il lancio di Android One, una versione del sistema operativo che permette ai produttori di creare per i mercati emergenti smartphone che costano solo 100 dollari e hanno tutte le app di Google. Ma un primo test in India non è stato entusiasmante: alcune grandi catene di negozi di elettronica hanno rifiutato di vendere gli Android One perché i loro margini di guadagno erano troppo bassi.
4 - MICROSOFT - ULTIMA CHIAMATA PER RESTARE NEI CELLULARI: NADELLA PUNTA SULLA COPPIA WINDOWS 10 E LUMIA
Il 2015 può essere l’anno della svolta nel «mobile» per Microsoft, il primo senza il marchio Nokia e tutto sotto la responsabilità del nuovo ceo Satya Nadella. Ma l’esito della svolta può essere in entrambe le direzioni: riuscire finalmente a rappresentare una robusta «terza via», alternativa agli Android e all’iPhone; oppure prendere atto di essere arrivata troppo tardi sul mercato degli smartphone.
microsoft office for windows touch
La parola d’ordine di Nadella – e del fondatore Bill Gates, ritornato dalla «pensione» a occuparsi di Microsoft per un terzo del suo tempo – è «reinventare la produttività», cioè aiutare i clienti a raggiungere i loro obiettivi, nel lavoro come nel tempo libero, nel modo più efficiente possibile. Ma l’uso dei telefonini ha anche una componente di divertimento e di status symbol, che i Windows phone non sono ancora riusciti a inglobare.
L’efficienza comunque è importante per i clienti aziendali ed è con loro che Microsoft ha le migliori chance di riuscire a vendere l’intero «pacchetto» Windows 10, il nuovo sistema operativo che sarà presentato ufficialmente il 21 gennaio. Windows 10 sarà il primo sistema operativo a funzionare allo stesso modo su tutti gli schermi, dal pc al laptop, dalla tv (via Xbox) agli smartphone e tablet.
Dovrà far dimenticare Windows 8, mai amato dai consumatori né dalle aziende. E potrà essere la leva per convincere le imprese a dotare i propri dipendenti non solo di Office — il software di Microsoft dominante negli ambienti di lavoro — ma anche dei Lumia, gli smartphone della stessa casa.
Verso il pubblico generale dei consumatori, invece, Microsoft deve trovare un modo brillante per motivare l’acquisto dei suoi Lumia, soprattutto ora che Office 365, la versione mobile di Office, è disponibile gratis su tutti gli apparecchi di Apple e Android per scelta di Nadella, che spera così di attirare nuovi clienti per i suoi servizi «nella nuvola».
I critici sono d’accordo nel considerare i Lumia un ottimo prodotto a basso prezzo, migliore di molti Android low cost. Ma questo finora non è bastato a conquistare una quota di mercato significativa: sono sempre fermi sotto il 3%, poco per un gigante come Microsoft.
Steve Ballmer di Microsoft e Risto Siilasmaa, presidente CdA di Nokia
5 - XIAOMI - LA SFIDA ESTERA: E? MOLTO SIMILE AD APPLE, MA (PER ORA) SOLTANTO NELLA GRANDE CINA
«Fin dal primo giorno in cui ho fondato Xiaomi, il mio scopo era creare un’azienda globale», ha detto il 45enne ceo di Xiaomi, Lei Jun, a Forbes Asia, che l’ha nominato «L’uomo d’affari dell’anno» e lo valuta l’ottavo cinese più ricco con un patrimonio personale di 9,9 miliardi di dollari. Se il 2014 è stato l’anno in cui la produttrice di smartphone soprannominata «la Apple cinese» ha stupito il mondo diventando il numero tre per quota di mercato, il 2015 sarà il banco di prova per le sue ambizioni internazionali.
Finora infatti Xiaomi ha venduto in Cina quasi tutti i suoi telefonini, 60 milioni entro l’anno, secondo alcune stime. I suoi punti forti sono i prezzi — meno della metà di un iPhone o di un Samsung di alto livello —, tenuti bassi grazie alla strategia di vendita solo online; insieme a un design piacevole, a servizi via Internet e alle applicazioni. Queste ultime vengono continuamente aggiornate con i suggerimenti dei clienti, suoi fan entusiasti, e rappresentano la vera fonte di guadagni dell’azienda, che sull’hardware ha invece margini di profitto vicini allo zero (o forse è in perdita).
L’anno scorso Jun aveva strappato a Google Hugo Barra, responsabile del sistema operativo mobile Android, nominandolo capo delle operazioni internazionali. Il primo passo di Barra è stata l’espansione in India alleandosi a Flipkart, società locale di e-commerce. Ora guarda all’Indonesia e al Brasile (suo Paese d’origine). Ma sulla strada della conquista dei mercati non cinesi c’è l’ostacolo delle battaglie legali che i concorrenti sono pronti a ingaggiare, accusando Xiaomi di copiare i brevetti. Il guru del design di Apple Jonathan Ive ha stroncato il look dei telefonini Xiaomi come «un furto» per come assomigliano agli iPhone.
In India questo dicembre c’è già stato un blocco temporaneo delle sue vendite, richiesto dalla svedese Ericsson. Jun deve quindi armarsi di un portafoglio di brevetti per difendersi. Per raccogliere le risorse ne- cessarie, Xiaomi potrebbe quotarsi in Borsa: al momento è «privata» e controllata al 77,8% dal fondatore Jun. Ma c’è già chi la valuta fra i 30 e 40 miliardi di dollari, il doppio della concorrente Lenovo.
6 - LENOVO - REGINA DEI PC GIOCA L’ASSO MOTOROLA OBIETTIVO: LA LEADERSHIP ANCHE NEI TELEFONINI
L’anno scorso Lenovo è diventata il numero 1 al mondo sul mercato dei personal computer . Ora vuole fare il bis su quello degli smartphone . Per diventare leader nei pc aveva comprato dall’americana Ibm la divisione ThinkPad nel 2005. Per gli apparecchi mobili lo scorso gennaio ha rilevato l’americana Motorola da Google, pagandola 2,9 miliardi di dollari. Così nel quarto trimestre 2014 punta a risalire al terzo posto fra i produttori di smartphone con una quota del 7,8%, riprendendo la posizione da cui nel terzo trimestre era stata sloggiata dalla concorrente cinese Xiaomi.
La campagna natalizia è iniziata bene, con una lusinghiera recensione uscita sul Wall Street Journal a proposito del nuovo smartphone Moto X, definito «il miglior Android» fra tutti quelli in commercio. Grazie a Motorola il 50enne ceo di Lenovo, Yuanqing Yang, vuole aumentare la sua quota in particolare in America e in generale fuori dalla Cina, dove il mercato degli smartphone è saturo, secondo lui, e dove comunque la crescita sta rallentando. Il suo obiettivo ambizioso per il 2015 è vendere 100 milioni di apparecchi mobili fra smartphone e tablet e raggiungere presto 100 miliardi di dollari di fatturato, più del doppio di quello stimato (47 miliardi) per l’anno fiscale che si chiude il prossimo marzo.
Il vantaggio rispetto a Xiaomi è avere un marchio già riconoscibile a livello globale e una squadra di manager molto diversificata: i dieci executive al top vengono da sei diversi Paesi (America, Giappone ed Europa compresa l’Italia, con Gianfranco Lanci). Il vantaggio rispetto ad Apple e Samsung è produrre a basso costo nelle proprie fabbriche cinesi. Per espandersi, Lenovo sta anche pensando di lanciare una nuova linea di smartphone venduti solo online .
Lenovo ThinkPad Tablet Review windows netflix
La prima sfida da vincere è negli Stati uniti, dove Lenovo ha scelto come testimonial Ashton Kutcher, il famoso attore che ha interpretato Steve Jobs nell’omonimo film e ora appare nelle pubblicità del tablet Yoga 3 pro come un sosia del fondatore di Apple, in T-shirt nera e jeans. Yang spera in questo modo non solo di diventare il numero tre negli Usa, ma anche di minacciare la leadership di Apple e Samsung.