spot big

TI SPOT IN FACCIA! - LA UE VUOLE CAMBIARE LE REGOLE PER GLI SPOT TV: IL LIMITE ATTUALE E’ DEL 12% DI QUALSIASI ORA, PASSEREBBE AL 20% CALCOLATO SU BASE GIORNALIERA. RISULTATO? LE TV GONFIERANNO DI PUBBLICITA’ LE ORE DI MASSIMO ASCOLTO. PROTESTE FNSI

Aldo Fontanarosa per “la Repubblica

 

quo vado spot tv ufficiali del nuovo film di checco zalonequo vado spot tv ufficiali del nuovo film di checco zalone

La Commissione europea confeziona un grande regalo per gli editori televisivi privati. Il governo comunitario permetterà di aumentare - in modo forte, visibile - gli spot pubblicitari nelle fasce di maggiore ascolto. Fino a questo momento, la voracità delle tv ha trovato un limite nella norma che è scritta nella Direttiva sui Media audiovisivi del 2010.

 

Questa Direttiva impedisce alle emittenti di superare - con i loro spot - il tetto del 12% di qualsiasi ora della giornata. Adesso la Commissione europea vuole spazzare via questo tetto orario del 12% e sostituirlo con un limite solo giornaliero. In pratica, le televisioni saranno in regola se non oltrepasseranno la barriera del 20%, complessivamente, tra le ore 7 e le 23.

bambini delusi dai prodotti visti in tvbambini delusi dai prodotti visti in tv

 

Se la proposta della Commissione avrà il via libera del Parlamento europeo ed entrerà in vigore, le tv private avranno facile gioco a svuotare di pubblicità le ore con ascolti più bassi (come le prime del mattino) riempendo di spot le ore serali e di prime time.

 

SPOT TVSPOT TV

Tutto questo produrrà ricavi molto maggiori per le emittenti e - a cascata molto più risicati per la carta stampata, i siti Internet e le radio. Un simile scenario - discutibile in ogni altro Paese europeo - può risultare inaccettabile in Italia dove la televisione gioca da tempo ad asso pigliatutto. Il Garante per le Comunicazioni calcola che le nostre tv nazionali hanno preso per sé oltre 3,3 miliardi di pubblicità sui 7,4 disponibili nel 2014.

 

Ora non è semplice calcolare quanto le televisioni italiane potranno ricavare dalle nuove norme che l’Europa sta proponendo. Le variabili in campo sono almeno tre. Le emittenti, certo, aumenteranno gli spot di sera, ma non possono superare la soglia di sopportazione dei telespettatori. E comunque una crescita anche ragionevole della pubblicità porta con sé una riduzione degli ascolti.

 

CAROSELLO RELOADED CAROSELLO RELOADED

La terza ed ultima variabile è il prezzo delle inserzioni che le tv potranno pretendere dalle aziende. Un aumento dell’offerta di spot può determinare una flessione dei prezzi, sia pure contenuta. Alla fine dei conti, una stima prudenziale fissa ad almeno 100 milioni le maggiori entrate per gli editori televisivi.

 

index index

Ma uno dei massimi esperti nazionali che chiede l’anonimato - sposta l’asticella molto più in alto. Questo esperto immagina che le tv trasmettano spot per il 25% del tempo (tra le ore 18 e le 23, e tra le 12 e le 15) e per il 15% (tra le 7 e le 12 e tra le 15 e le 18). Questo “schema di gioco” procurerà alle emittenti almeno l’8 per cento in più di contatti e telespettatori, e almeno 264 milioni di maggiori ricavi. Questa somma potrebbe abbassarsi, ma lievemente, nel caso di un calo degli ascolti e dei prezzi delle inserzioni.

 

images images

Ora, perché mai l’Europa fa questo super regalo alle tv? La Commissione vuole dare ossigeno e flessibilità alle televisioni che devono fronteggiare la voracità dei colossi mondiali di Internet - come Google o Facebook - ormai insaziabili nella raccolta di inserzioni.

 

Il problema è che le nuove regole europee minacciano di colpire anche i medi e piccoli editori della Rete, le radio, la carta stampata. Per questo, l’Associazione europea degli editori dei giornali bolla le nuove norme della Ue come un colpo alle già martoriate casse di quotidiani e settimanali.

 

Giuseppe GiuliettiGiuseppe Giulietti

A suo giudizio, eliminare il limite orario al 12% affonderà un meccanismo di «equa distribuzione delle risorse tra i diversi media». In allarme è anche Giuseppe Giulietti: «L’Italia - dice il presidente del sindacato dei giornalisti della Fnsi - ha già dato. Prima il conflitto d’interessi, poi l’appetito delle nostre tv che non ha pari nel mondo. Adesso l’Ue che manda in pensione, e per sempre, la parola pluralismo. Mi auguro che il Parlamento italiano e le presunte Autorità di garanzia vogliano spezzare una lancia, e non il solito stuzzicadenti, in favore delle libertà di espressione ».

 

elisa isoardielisa isoardi

Le novità normative in arrivo dalla Ue rappresentano una sfida anche per i nostri partiti. Si staglia all’orizzonte un nuovo scenario che vedrà Mediaset e La7 fare il pieno di spot. Ma il governo italiano avrà comunque il potere di fissare regole meno permissive in Italia rispetto agli altri Paesi. E sempre il governo ragionerà sui tetti di affollamento più stringenti che oggi interessano la Rai pubblica e le pay-tv, Sky e Premium.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…