lilli gruber giuseppe conte beppe grillo

“IL GRANDE LIMITE DI GRILLO È AVER SCATENATO IL LINGUAGGIO POPULISTA A SINISTRA PER REGALARLO ALLE DESTRA” – LILLI GRUBER, NELLA SUA RUBRICA SU “SETTE”, MENA DURO SULL’OSPITATA DI BEPPE-MAO DA FABIO FAZIO. E INCENSA GIUSEPPE CONTE, CHE AI TEMPI DELLA PANDEMIA ERA OSPITE QUASI FISSO (E MOLTO COCCOLATO) DI “OTTO E MEZZO”: “PROPRIO IL SUO SECONDO GOVERNO FU QUELLO CHE PIÙ SI AFFIDÒ - MERITORIAMENTE - ALLE ISTITUZIONI EUROPEE E ALLE ISTITUZIONI SCIENTIFICHE…”

Marco Zonetti per Dagospia

 

lilli gruber e giuseppe conte

Spronata dalla domanda di una lettrice della rubrica "7 e mezzo", che la giornalista altoatesina firma ogni settimana su Sette, magazine del Corriere della Sera, Lilli Gruber torna sul recente "comizio" di Beppe Grillo nel salottino di Fabio Fazio. E lo fa senza lesinare critiche al fondatore del M5s, partendo dalla veridicità (o meno) del mea culpa del comico secondo cui il suo sarebbe stato un "fallimento", visto che tutti quelli che egli ha "mandato affanculo" sono ora al governo.

 

fabio fazio e beppe grillo a che tempo che fa 2

"Da quando è nato il Movimento 5 Stelle" scrive Gruber, "ogni volta che Beppe Grillo parla, tutti i media si fanno sempre la stessa domanda: sta parlando il comico o il politico? Va preso sul serio o sta recitando un pezzo del suo spettacolo? Un'ambiguità voluta e mai risolta, riproposta con forza nella trasmissione di Fabio Fazio".

 

Per Lilli, quello di Grillo è "un fallimento molto paradossale, verrebbe da dire, visto il tono sarcastico con cui lo stesso Grillo conduceva il suo personale show".

 

lilli gruber infastidita da conte

A parere della giornalista, "il punto centrale non è però la performance televisiva" di Grillo, quanto invece "il bilancio della sua politica italiana". Lilli chiama in causa una disamina del collega Giovanni Floris, secondo il quale "Grillo non ha peggiorato il Paese, perché ha rimesso in gioco molte forze e molte istanze che sembravano scomparse. Il suo vero fallimento è stato aver scatenato il linguaggio populista a sinistra per poi regalarlo alla destra".

 

A parere di Gruber, è stato per l'appunto questo "il grande limite di un movimento che, per molti anni, ha insistito sugli slogan 'uno vale uno' e 'né di destra né di sinistra', arando il terreno della rivolta contro le cosiddette élite, tutte indscriminatamente, solleticando il furore contro la 'casta' e 'l'establishment', a prescindere e senza distinzioni".

 

BEPPE GRILLO A CHE TEMPO CHE FA

E la conduttrice di Otto e mezzo precisa: "Come se ogni forma di competenza e di esperienza fosse una colpa o uno stigma di correità per i problemi del Paese, arrivando al paradosso - come ha osservato Ezio Mauro - che 'solo l'ignoranza fosse garanzia di innocenza".

 

A questo punto, Lilli indirizza una lode al "rivale" interno di Grillo - e da questi "bastonato" durante il comizio televisivo da Fazio - ovvero Giuseppe Conte, più volte ospite di Otto e mezzo e per il quale - durante il secondo mandato de 'l'avvocato del Popolo' - la conduttrice pareva avere una certa simpatia personale.

 

fabio fazio beppe grillo

Riferendosi alla suddetta celebrazione del M5s dell'ignoranza quale garanzia d'innocenza, Lilli Gruber puntualizza infatti: "Per converso, proprio il secondo governo Conte, durante gli anni del Covid, fu quello che più si affidò - meritoriamente - alle istituzioni europee e alle istituzioni scientifiche per contrastare gli effetti della pandemia.

 

Ma a quel punto proprio in quello spazio anti-sistema che Grillo ha creato e nutrito, si è insediata una nuova forza populista, stavolta radicalmente di destra, capace di imporsi nel dibattito politico e nell'immaginario elettorale come unico vero presidio contro i 'palazzi' del potere, ultra-nazionalista, anti-immigrati e anti-europeo. Come ha riconosciuto lucidamente Grillo: 'Tutti quelli che ho mandato aff... sono ora al governo'".

LILLI GRUBER GIUSEPPE CONTE

 

Ed è a questo punto che Lilli rivolge l'accusa più risonante al comico genovese. "Questo quindi è il vero fallimento di Grillo, il suo 'peggiorare il Paese': non il reddito di cittadinanza, di certo non l'aver risvegliato un sentimento di partecipazione e una sacrosanta richiesta di onestà in politica.

 

Ma aver preparato il terreno alla destra post-fascista oggi al potere. Grillo ha saputo fondare un movimento, portarlo al 34% dei consensi, condurlo al governo del Paese. Ma non ha saputo chiudere una volta per tutte le sue ambiguità, non ha saputo dare una direzione precisa al momento giusto. E - conclude la giornalista - ha lasciato inevase troppe domande: di destra o di sinistra? competente o dilettante? Comico o politico? E in questo libro resterà probabilmente per sempre".

 

giuseppe conte ospite della gruber a otto e mezzo 11

Beppe Grillo risponderà mai a Lilli Gruber e alle sue accuse di aver in ultima analisi lastricato la strada alla destra meloniana oggi al potere? Staremo a vedere.

giuseppe conte a otto e mezzo 27 gennaio 2020fabio fazio e beppe grillo a che tempo che fa fabio fazio e beppe grillo a che tempo che fa 1giuseppe conte ospite della gruber a otto e mezzo 9giuseppe conte dalla gruber legge le risposte 1BEPPE GRILLO A CHE TEMPO CHE FA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA giuseppe conte ospite della gruber a otto e mezzo 22giuseppe conte ospite della gruber a otto e mezzo 17Lilli Gruber Contegiuseppe conte ospite della gruber a otto e mezzo 4giuseppe conte ospite della gruber a otto e mezzo 7lilli gruber giuseppe conteLilli Gruber Contegiuseppe conte a otto e mezzo 23 novembre 2020

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)