nino frassica arbore

IN NINO VERITAS - IL MARCHESE FULVIO ABBATE INTONA UN PEANA PER FRASSICA: “E’ UN GIGANTE TRA I NANEROTTOLI CONTRATTUALIZZATI D’UFFICIO DELLA COMICITÀ. È INTERPRETE DELL’ASSURDO, AUTORE DI MERAVIGLIOSE BATTUTE COSTRUITE CON LO STAGNO NATURALE DEL NONSENSE - IL MIGLIOR FRASSICA RISPONDE AL PROPRIO ESTRO E NON AL SUO DOPPIO SALARIATO IN UNA FICTION DI STAMPO CLERICO-POP COME “DON MATTEO”” - VIDEO

 

 

Fulvio Abbate per “il Dubbio”

 

Viva Nino Frassica! Ora e sempre. Anzi, Viva Frassica Sant’Antonino, Patrono e Protettore dell’Ironia. L’ironia altrove Martire. Frassica gigante tra i nanerottoli contrattualizzati d’ufficio della comicità. Frassica o dell’ironia altrove dispersa, sconfitta, calpestata, ciancicata dai modesti sicari del luogo comune.

FULVIO ABBATE

 

La sua intonazione, il suo sarcasmo, il suo modo di porgere il paradosso, il suo spirito degno della ‘Patafisica (se ignori di che si tratti, sappi che è la scienza assoluta delle soluzioni immaginarie elaborata dallo scrittore francese Alfred Jarry nel 1888) ecco quali armi ci salveranno dalle miserie spettacolari odierne, cominciando dai talkshow dove quotidianamente si viene a testa in giù crocifissi alle più banali tavole di un dibattito elettorale senza costrutto, e perfino sulla pochezza dei comici prestati alla spiegazione dei nodi politici ci sarebbe qualcosa da dire.

 

nino frassica a sanremo

Ma mettiamola giù in modo ancor più duro, e colto. Partiamo dai grandi antecedenti. Si racconta che nel 1915, durante la grande guerra, mentre al fronte le truppe si massacravano nelle rispettive opposte trincee, vi fosse a Parigi un poeta dandy, Jacques Vaché, che andava per strada con una doppia uniforme, metà francese e metà tedesca, il massimo del paradosso.

 

Quel Jacques diventerà il nume tutelare dei Surrealisti, Vaché metteva infatti al mondo delle idee la negazione d’ogni patriottismo, d’ogni retorica guerresca. In sua assenza, tutti noi possiamo adesso ben ritenere Nino Frassica il continuatore di un’opera incendiaria estranea al luogo comune, semmai riferita ai tic, alle paresi, alle ischemie del linguaggio, Frassica dunque come un naturale Trascendente Satrapo esattamente della ‘Patafisica, il massimo titolo che possa spettare a un genio dell’immaginazione e del riso, così come lo racconta il filosofo Bergson.

renzo arbore nino frassica

 

Intendiamoci, questa è un’autentica sua apoteosi e infatti qui non citiamo né i suoi esordi prevedibili con Renzo Arbore né nulla che abbia ancora a che fare con l’intrattenimento serale pop, semmai imponiamo a tutti l’obbligo di riferirsi a Frassica con le maiuscole della grande letteratura teatrale. Frassica, sia detto, è infatti l’inventore di se stesso, di una propria drammaturgia comica.

 

Frassica, più dei personaggi di Samuel Beckett è interprete dell’Assurdo, del Paradosso, è autore di meravigliose battute costruite con lo stagno naturale del nonsense. Un sardonico fabbro e palombaro dell’Assurdo messinese, la città di cui perfino il visionario Nietzsche si innamorò, così prima del tragico terremoto del 1908, al punto da dedicarle gli “Idilli” omonimi.

nino frassica foto di luciano di bacco

 

Il miglior Frassica, insomma, risponde unicamente al proprio estro e non certo al suo doppio salariato, costretto invece a calzare la divisa e il freno a disco della Benemerita in una fiction di stampo clerico-pop, la stessa che ne sacrifica il talento sull’altare del mediocre senso comune televisivo, “Don Matteo”, se non si fosse intuito.

 

Eccolo allora il vero immenso Frassica che, in veste di direttore di un’ipotetica testata giornalistica fra gossip, almanacco del giorno inventato, costume e televisione con le sue imperdibili anticipazioni, sfavilla come ospite speciale, come fuori programma vivente, pezzo unico irriproducibile nell’ultima cena di Fabio Fazio, portando finalmente un filamento incandescente di genialità là dove fino a un istante prima veniva servita la solita zuppa (anche in senso scenografico) della prevedibilità da talk show.

nino frassica

 

Un Frassica così irresistibile, tanto che i medesimi ospiti, compreso il conduttore, sovente non riescono a resistere, eccoli allora sempre in procinto di esplodere in una risata di ammirazione, puro riso che sembra custodire l’ennesima commenda per l’ex frate giunto fino a noi da Scasazza: cazzo, perché questo Frassica è davvero un genio irrefrenabile.

 

Solo gli stupidi non riescono ad accedere al genio comico di Frassica, infatti, ed è meravigliosi vederli lì muti, incapaci di trascendere la propria prevedibilità. Dimenticavo, Frassica lì da Fazio è in veste di direttore di “Novella Bella” o di conduttore di un quiz, pronto a far esplodere ogni dispositivo comico, come già in passato quando lanciava il cibo ai suoi collaboratori-schiavi seduti alle sue spalle. 

 

NINO FRASSICA QUELLI DELLA NOTTE

Dal nulla, egli arreda il proprio show room della comicità (nel suo caso dire satira sarebbe riduttivo), e da questo punto in poi è subito un diluvio naturale di paradossi e di battute come “è un settimanale, ma fino a qualche tempo era un dodicennale, nel senso che uscivamo ogni dodici anni”. E ancora: “Il festival di Sanremo passa a La7 e si farà a Lucca”. Per finire: “Il segnale orario delle ore 17 passa a La7”.

 

Frassica, infatti, ha un potere di sovversione del senso comune televisivo per il quale meriterebbe d’essere appunto accolto nel Collegio di ‘Patafisica accanto ai grandi autori che hanno messo in dubbio perfino il linguaggio stesso come Georges Perec, l’autore funambolico che scrisse un romanzo senza mai usare la vocale “E”, poi Boris Vian, l’autore di una canzone quale“Il disertore”, e infine Raymond Queneau, quest’ultimo capace di mutare il cognome di un personaggio per tutta la durata del racconto.

NINO FRASSICA

 

Mi tornano ora in mente sue trascorse battute da palmarès riferite proprio al mondo dei talk show pomeridiani: “Saranno ospiti in studio: un drogato di spalle, un drogato di lato e un drogato di faccia”, onore dunque a chi restituisce intelligenza a un pubblico ormai decimato nella fantasia dei pur professionali suoi colleghi che non sanno andare invece oltre il solito “oh, l’altro giorno mi’ cuggino…”. O ancora ‘La vita in diretta? Tra gli ospiti c’è uno strozzino che balla il liscio”. Infine la recensione dell’autobiografia sbagliata di Iva Zanicci (sic).

NINO FRASSICA

 

Il genio di Frassica, è bene lo sappiate, brilla fra due grandi virgolette d’autore. Alla fine, sempre pensando agli antecedenti, viene in mente Farfa (1879-1964), poeta laureato e antologizzato da Edoardo Sanguineti, anche lui patafisico, cui dobbiamo versi che Frassica potrebbe sposare: “Una lima più grande? Un limone”, “Un maglio più grande? Un maglione”. Solo la sovversione della banalità del linguaggio ci salva da un mediocre presente che non conosce vera fantasia. Un presidente del Consiglio ideale che, come nei celebri versi di Majakovskij contro le riunioni, metta fine a questo miserabile infinito dibattito elettorale? Nino Frassica.

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