MARRAKECH UNCHAINED! - VINCE IL PIU’ PRESTIGIOSO PREMIO LETTERARIO DEL MAROCCO “NEL GIARDINO DELL'ORCO”, LIBRO SCRITTO DA UNA DONNA SULL’OSSESSIONE SESSUALE FEMMINILE - STORIA DI UNA NINFOMANE ALTOLOCATA CHE CONSUMA GLI UOMINI E POI LI DIMENTICA
Il più prestigioso premio letterario del Marocco, il Prix La Mamounia, assimilabile al francese Goncourt per peso e referenze, è stato vinto da una donna, Leila Slimani, autrice di un testo, 'Dans le jardin de l'orgre' (Nel giardino dell'orco, ed. Gallimard), che narra la storia di una ossessione sessuale.
Così nel paese che vieta al cinema il film sulle prostitute di Marrakech, il libro che sale sul più autorevole podio letterario non solo è scritto da una donna, ma celebra pure la doppia vita di Adèle, giornalista parigina, moglie attraente, da un lato, dall'altro scatenata mangiatrice di uomini sempre sul filo di perdere il controllo della sua vita. Tutto il contrario di Carrie e le altre di Sex and the City.
"Un libro sull'ossessione", l'ha definito l'autrice, per la quale si sono sprecati elogi e paragoni. Slimani, classe 1981, è giornalista, collabora con la rivista Jeune Afrique. Premiata nella cornice de La Mamounia di Marrakech, si è presentata nel suo aspetto gracile, quasi da studentessa. Adèle, la sua 'creatura', è una donna di ghiaccio. Appena il marito esce di casa, non vede l'ora di tuffarsi tra le braccia di uno sconosciuto, per "toccare con le dita il vile e l'osceno, la perversione borghese e la miseria umana". Ma non tiene il conto degli amanti, non si diverte affatto, anzi: dimentica tutto, prima che può.
Nata a Rabat, da madre franco-algerina e padre marocchino di Fes, Leila Slimani parla arabo ma scrive in francese: un lasciapassare non da poco in Marocco, dove nessuna casa editrice avrebbe forse mai osato pubblicare il suo libro d'esordio. Salutato dalla critica francese come una Madame Bovary trash, 'Dans le jardin de l'ogre' è una sorta di esame clinico della ninfomania: la protagonista fa di tutto per dimenticare quanto la vita possa essere grigia e triste.