giannini renzi boschi anzaldi

ORA CHE NE HANNO CHIESTO LA TESTA, MASSIMO GIANNINI S’ACCORGE CHE RENZI E LA SUA TRUPPA IN RAI VUOLE SOLO MAGGIORDOMI - IL CONDUTTORE DI "BALLARÒ" ALZA LA CRESTA (“LA RAI MI PUÒ LICENZIARE, MA LORO NO”) MA I RAPPORTI “INCESTUOSI” TRA POLITICA E VIALE MAZZINI SONO SEMPRE GLI STESSI

massimo gianninimassimo giannini

1 - LA SCOPERTA DI GIANNINI: IN TV C'È UNA DITTATURA PD

Fabrizio De Feo per “il Giornale”

 

«Licenziate Giannini». A pochi giorni dagli attacchi incrociati firmati da Michele Anzaldi e da altri parlamentari renziani contro il conduttore di Ballarò, il giornalista prende il microfono e replica in diretta all'offensiva del nuovo corso Pd.

 

Un j'accuse che punta il dito contro il concetto di servizio pubblico «inteso come utile a chi governa piuttosto che al telespettatore». Con una postilla finale: «La Rai mi può licenziare, il Pd con tutto il rispetto no». Sarà interessante vedere se dai nuovi vertici dell'azienda si leveranno parole in difesa del giornalista o si sceglierà il silenzio.

 

«A leggere il profluvio di dichiarazioni dei parlamentari del Partito democratico, innescati come spesso succede dal membro della commissione di Vigilanza Michele Anzaldi, non so se ridere o piangere» attacca Giannini. «Anzaldi mi accusa di aver offeso il ministro Boschi, perché durante l'ultima puntata di questa trasmissione ho usato la formula «rapporti incestuosi» per definire il pasticcio che si è creato, tra management, politica, massoneria e finanza, intorno a Banca Etruria. Per questo dice Anzaldi - la Rai mi dovrebbe «licenziare». Altri esponenti del Pd, generosi, mi offrono almeno una scappatoia: «Giannini chieda scusa».

ANZALDIANZALDI

 

Qualcuno lo fa a scoppio ritardato. Ernesto Carbone era qui in studio a Ballarò, martedì scorso, magari ve lo ricorderete, e proprio a lui mi rivolgevo con la formula «incriminata», sintetizzando quanto avevano appena sostenuto il collega Antonio Padellaro e l'onorevole Mara Carfagna a proposito del presunto conflitto di interessi di Maria Elena Boschi e di suo padre Pierluigi. In quel momento, durante la diretta, Carbone non ha battuto ciglio, né obiettato alcunché (non essendoci evidentemente nulla da obiettare, tanto era chiaro e «innocente» il senso delle mie parole). Ma ventiquattrore dopo deve aver cambiato idea, forse folgorato dall'accusa postuma di Anzaldi».

 

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

«Allora, in mezzo alla bufera, mi preme sottolineare due cose. È penoso che, per contestare un programma evidentemente considerato fuori linea, si usi un argomento così strumentale. E si trasformi in un'offesa personale al ministro Boschi una frase che, per il significato e il contesto in cui è stata pronunciata, non poteva e non può prestarsi ad alcun genere di equivoco. Ma nel partito di maggioranza c'è chi fa finta di non capire, e utilizza questo episodio come una «clava» contro Ballarò (vezzo non nuovo, per altro). La cosa mi indigna. E mi dispiace molto. Ma non capisco proprio di cosa dovrei «chiedere scusa», pubblicamente, dal momento che, come si direbbe nel gergo dei tribunali, «il fatto non sussiste».

renzi boschi banca etruriarenzi boschi banca etruria

 

Quello che sussiste, viceversa, è l'ennesimo paradosso di un Palazzo che, di fronte ai tanti problemi in cui si dibatte l'Italia e ai tanti interrogativi che assillano il mondo, perde tempo a sollevare polveroni del genere. Ma quello che sussiste è anche l'ennesimo attacco a chi cerca di fare solo informazione. È l'ennesima torsione del concetto di «servizio pubblico», utile se serve a chi governa, più che a chi guarda la tv».

 

Di certo «non spetta ai partiti decidere chi può lavorare nella prima azienda culturale del Paese. A meno che non si debba dar ragione a Roberto Saviano, quando scrive «ciò che sotto Berlusconi era inaccettabile, adesso è grammatica del potere. La Rai mi può licenziare. Il Pd, con tutto il rispetto, proprio no». E intanto si compone il puzzle renziano in Rai. il corrispondente da Parigi ed ex direttore del Tg3 dal 2001 al 2009 Antonio Di Bella sarà il prossimo direttore di Rainews24.

renzi a cernobbio con la boschi nirenzi a cernobbio con la boschi ni

 

2 - QUELLI DELLA NOTTE

Marco Travaglio per il “Fatto Quotidiano”

 

[...] Martedì Massimo Giannini evoca il “rapporto incestuoso” tra Banca Etruria e famiglia Boschi: un modo come un altro per dire conflitto d’interessi, espressione peraltro vietata. È proprio il minimo sindacale, non c’è giornale al mondo che abbia scritto di meno. Ma alla Rai non si può, ed è subito scandalo: non per il rapporto incestuoso Etruria-Boschi’s (non è uno scandalo: l’ha detto la Boschi), ma perché un giornalista Rai l’ha chiamato col suo nome.

 

ANDREA VIANELLO ANDREA VIANELLO

Anzaldi, l’epuratore tascabile del premier, invoca pene esemplari: finge di capire che Giannini alludesse a rapporti affettivi contro natura fra Boschi figlia e padre. L’Unità, la pravdina tascabile del premier, chiede il licenziamento. Andrea Vianello, direttore di Rai3, si scusa: la frase sull’incesto “non era né nella scaletta né nei titoli”, quel Giannini parla addirittura senza chiedere il permesso...

 

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…