LA VERSIONE DI MUGHINI - “L’ESPRESSIONE ‘LAGER NAZISTA’ USATA DA MORGAN A PROPOSITO DI UNA TRASMISSIONE TV E' FUORI MISURA. DOBBIAMO PLACARE LA TEMPERATURA DEL NOSTRO LINGUAGGIO CORRENTE" - MEDIASET QUERELA MORGAN PER LE SUE PAROLE SU “AMICI” - VIDEO
(ANSA) - Mediaset ha dato mandato ai suoi legali di agire nei confronti di Marco Castoldi, in arte Morgan, per le gravi affermazioni diffamatorie rilasciate contro la Società negli ultimi giorni.
2. LA VERSIONE DI MUGHINI
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, una decina di volte al giorno clicco sul tuo sito per sapere che succede nel globo terracqueo. Ebbene una o due ore fa apro la tua homepage e lassù in alto vedo appaiati un sostantivo e un aggettivo di quelli che non si dimenticano, “lager nazista”.
Leggo e vedo che questa espressione l’ha usata il cantante Morgan in polemica con una trasmissione celeberrima di Maria De Filippi da cui si è congedato o è stato congedato. Ragioni loro e affari loro.
Non conosco Morgan, di cui in tanti (a cominciare dalla De Filippi) dicono un gran bene. Vorrei solo dirgli, con il massimo rispetto possibile, che quella espressione a proposito di una trasmissione televisiva a me pare eccessiva, fuori misura.
Plachiamo la temperatura del nostro linguaggio corrente. Se usiamo espressioni roventi come quella che ho detto, che parole dobbiamo usare quando parliamo di quello che accade in Siria oppure di un nostro conterraneo che sta per andare in Svizzera (e pagare 9000 euro) pur di chiudere una vita da malato senza speranza le cui sofferenze non hanno un limite? Che parole dobbiamo usare quando un camion si avventa sui passanti di una città svedese o una bomba esplode contro un bus carico di calciatori tedeschi?
Plachiamoci, manteniamo il senso delle proporzioni. Non è necessario impugnare il bazooka se vuoi discutere polemicamente con qualcuno. Ti ricorderai, caro Dago, la volta che su queste tue pagine io avevo usato una parola ingiuriosa su Fedez e dopo 12 ore ti ho scritto a dirti che rinnegavo l’idiozia che mi era scappata nel battere sui tasti del computer.
Placare il linguaggio è importante quanto tenere a bada le proprie azioni. E tanto più in una società dove le parole che appaiono sullo schermo di un computer o di un telefonino “accendono” le menti e le anime di noi tutti non meno di quanto i missili americani abbiano semidistrutto un aeroporto militare siriano.
Plachiamoci. Se il nostro linguaggio corrente ha la febbre a 40, che ne sarà di tutto il resto della nostra vita in comune? E del resto è quello che accade alla nostra politica. Se togli gli insulti e le villanie di tutti contro tutti, o meglio di quasi tutti contro quasi, che ne resterebbe da riempire pagine e pagine di giornali e trasmissioni?
Sì, la misura del linguaggio è sacra. Sempre. Con molti auguri a Morgan per la sua carriera.
Giampiero Mughini