michela murgia

A MICHE’, MA CHE STAI A DI’? – MICHELA MURGIA, AL TOP DEL FANATISMO ANTIMASCHILE, SI DA' LA ZAPPA SUI PIEDONI DA SOLA. SOSTIENE CHE GLI UOMINI COME BENIGNI, CHE DEDICANO UN PREMIO ALLA MOGLIE, SOTTOLINEANO IN REALTA’ DI AVER RAGGIUNTO TRAGUARDI PRECLUSI ALLE DONNE - PECCATO CHE LA BADESSA DEL FEMMINISMO POLITICAMENTE CORRETTO IGNORI CHE A VENEZIA JAMIE LEE CURTIS SIA STATA PREMIATA CON IL LEONE D’ORO ALLA CARRIERA (PROPRIO COME BENIGNI). MICHE’, MAGNA TRANQUILLA…

 

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-horror-li-odio-ma-mi-hanno-salvato-vita-rdquo-ndash-282272.htm

 

 

Michela Murgia per l’Espresso

 

michela murgia

C'è una storiella che si raccontava negli Stati Uniti durante la presidenza Obama. Narra di come, durante uno dei viaggi della coppia presidenziale in giro per gli stati del nord, Michelle e Barack si siano fermati a mangiare in un grosso fast food, cibo di cui colpevolmente il presidente, in barba alle campagne da lui stesso promosse per l'alimentazione corretta, andava in realtà ghiotto. A servirli venne il padrone in persona e Michelle riconobbe in quell'uomo un ex compagno di liceo con cui aveva avuto un flirt.

 

Dopo una breve conversazione in cui i due si ricordarono scherzosamente a vicenda i trascorsi, la storiella vuole che Obama, rimasto solo con la moglie, abbia commentato dicendo: «pensa, se avessi sposato lui, oggi saresti la padrona di questo fast food». «Non credo. Se lo avessi sposato», replicò Michelle sorridendo, «oggi sarebbe lui il presidente». L'aneddoto, vero o falso che sia, ha una sua efficacia retorica e a raccontarmelo fu una donna tutta orgogliosa, suggerendomi di servirmene come esempio per spiegare l'empowerment femminile.

michela murgia

 

Non ebbi il coraggio di dirle che piuttosto era vero il contrario: se c'è una cosa che questa storiella spiega bene è proprio il modo in cui nel sistema patriarcale le donne sostengono e rafforzano il potere degli uomini. Non a caso mi è tornata in mente quando Roberto Benigni, ritirando a Venezia il leone d'oro alla carriera, ha ringraziato la moglie Nicoletta Braschi nel suo discorso di accettazione.

 

Al netto dell'entusiasmo coniugale di Roberto Benigni, della cui genuinità nessun dubita, dal punto di vista della rappresentazione pubblica del rapporto uomo-donna le parole dell'attore riproducono un cliché secolare, quello della grande donna dietro al grande uomo, dove la parola che fa scattare il meccanismo tossico non è "grande", ma "dietro". Il mito della musa ispiratrice, creatura ultraterrena che nel segreto guida l'uomo alle imprese epiche, è uno dei fondamenti essenziali dell'immaginario del patriarcato.

MICHELA MURGIA

 

Il racconto della donna in ombra, che con la sua silente forza sostiene il percorso luminoso del suo compagno, è retto da due pilastri retorici che Benigni, certamente in buona fede, ai microfoni veneziani ha evocato alla perfezione. Il primo di questi dispositivi retorici si può sintetizzare nella frase «devo tutto a te».

 

È molto frequente che gli uomini che raggiungono un traguardo personale affermino pubblicamente che senza la loro compagna non ci sarebbero mai arrivati. Sembra un riconoscimento, ma in realtà - specie in un contesto come quello cinematografico, dove le donne non hanno mai avuto le stesse possibilità di emergere dei loro colleghi o compagni - è la dimostrazione plastica della sua negazione. In un sistema dove le donne possono dare luce, ma mai avere luce, se non riflessa, «devo tutto a te» equivale a dire «mi sto intestando per intero quello che in un mondo equo avremmo dovuto dividere». Se accade una volta è romantico e ci si può anche commuovere.

 

MICHELA MURGIA A OTTO E MEZZO

Se però accade tre volte al giorno in tutti gli ambiti di riconoscimento, diventa necessario chiedersi perché le donne siano sempre le persone ringraziate per i premi altrui e mai quelle che ringraziano per i propri. Il secondo meccanismo retorico di questa narrazione è conseguenza diretta del primo:

 

è quello che racconta il genio femminile, o - per dirla con le parole di Benigni nel suo discorso - l'enigma della femminilità, che vuole che le donne siano creature che «hanno qualcosa che noi uomini non comprendiamo, un mistero senza fine». Il pregiudizio che le donne siano esseri alieni che procedono per vie incomprensibili, oltre ad apparentare gli uomini alla semplicità degli organismi unicellulari che evidentemente non sono, le porta in un empireo dove esse possono solo ispirare, mai agire.

michela murgia 1

 

La storiella perfetta non è quindi quella in cui una donna straordinaria fa diventare presidente o premio Oscar qualunque uomo finisca per sposare. È quella in cui nessun trova romantico vivere in un sistema dove una donna viene ringraziata per aver fatto raggiungere a un uomo traguardi che a lei sono negati

roberto benigni e nicoletta braschi, entrambi in giorgio armanimichela murgiamichela murgia 3michela murgia 2MICHELA MURGIA

Ultimi Dagoreport

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...

massimiliano filippo romeo matteo salvini luca zaia

DAGOREPORT – AL CONGRESSO DELLA LEGA DEL 6 APRILE, SALVINI SARÀ RIELETTO SEGRETARIO PER LA TRAGICA ASSENZA DI SFIDANTI. L’UNICO CHE AVREBBE POTUTO IMPENSIERIRLO SAREBBE STATO IL COORDINATORE DEL CARROCCIO IN LOMBARDIA, L'EX FEDELISSIMO MASSIMILIANO ROMEO: MA IL COINVOLGIMENTO DEL FRATELLO, FILIPPO DETTO ''CHAMPAGNE'', NELLO SCANDALO LACERENZA-GINTONERIA NE HA AZZOPPATO LE VELLEITÀ – MA SUL TRIONFO DI SALVINI GRAVA UNA NUBE: CHE FARÀ IL “DOGE” ZAIA? SI PRESENTERÀ O RIMARRÀ A SCIABOLARE AL VINITALY DI VERONA?

stephen schwarzman jonathan grey giorgia meloni giancarlo giorgetti blackstone

DAGOREPORT: CHI TOCCA I FONDI, MUORE... – CHE HANNO COMBINATO DI BELLO IN ITALIA I BOSS DI BLACKSTONE, LA PIU' POTENTE SOCIETA' FINANZIARIA DEL MONDO? SE IL PRESIDENTE SCHWARZMAN ERA A CACCIA DI VILLONI IN TOSCANA, JONATHAN GRAY, DOPO UNA VISITA A PALAZZO CHIGI (CAPUTI) CON SALUTO VELOCE A MELONI, HA AVUTO UN LUNGO COLLOQUIO CON GIORGETTI SULLO STATO DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA (TRA CUI ASPI, DOVE I DIVIDENDI SONO STATI DECURTATI) – MENTRE IL FONDO USA KKR POTREBBE VALUTARE UN'USCITA ANTICIPATA DALLA RETE EX TIM (3 ANNI ANZICHE' 5)PESSIMI RUMORS ARRIVANO ANCHE DAL FONDO AUSTRALIANO MACQUARIE, PRESENTE IN ASPI E OPEN FIBER: MEGLIO DISINVESTIRE QUANDO I DIVENDENDI NON SONO PIU' CONVENIENTI....