mogol

MOGOL IN THE SKY WITH DIAMONDS – IL NUOVO PRESIDENTE DELLA SIAE BATTE CASSA: “SKY CERCA DI NON PAGARE IL DIRITTO D’AUTORE DA UN ANNO, ORA CHE È STATA VENDUTA MURDOCH DEVE SALDARE IL DEBITO, PRIMA DI FAR PESARE LA CIFRA SULL’ACQUIRENTE” – E TUONA ANCHE SUI GIGANTI DEL WEB: LADRONI...

Martina Pennisi per il “Corriere della Sera”

 

MURDOCH SKY

«Sky è stata venduta. Tutto quello che non ha pagato fino a oggi diventa un debito.

Un debito che dovrà assumersi l' acquirente (Comcast, ndr). Murdoch farebbe quindi bene a pagare prima di far pesare la cifra sull' acquirente». Di che cifra parliamo? «Decine di migliaia di euro».

 

Giulio Rapetti in arte Mogol, non accarezza i concetti, come ci ha abituato durante la sua carriera da autore, ma nei panni di neo presidente della Società Italiana degli autori ed editori (Siae) va dritto al punto. Per cominciare, a uno dei punti più delicati dell' inizio del suo mandato, iniziato in settembre dopo la fine dell' era di Filippo Sugar: il rapporto con la pay tv appena ceduta al colosso americano delle telecomunicazioni.

 

Qual è la situazione?

MOGOL

«Cercano di non pagare il diritto d' autore da circa un anno, ritengono che il contratto vada ricontrattato perché c' è stata la fine del monopolio. Chiedevano uno sconto del 10 per cento. Quando abbiamo denunciato penalmente il loro amministratore delegato si sono spaventati e hanno pagato una cifra che non è ripartibile, perché non sappiamo a cosa sia riferita; siamo costretti a metterla a disposizione del giudice».

andrea zappia

 

Quando parla di fine del monopolio si riferisce alle aperture e al dibattito scatenatosi in seguito alla direttiva europea Bernier.

«Sì, ma Sky non tiene in considerazione il fatto che, a fronte di 1.043 dimissioni, nel 2016 ci sono state 7.422 richieste di iscrizione alla Siae.

 

Stesso trend lo scorso anno: 11.215 iscrizioni contro 899 dimissioni. E stesso discorso per il repertorio musicale: dal luglio del 2014, data dell' ultimo contratto con Sky, a oggi siamo passati da 12 milioni a circa 16 milioni di opere depositate.

 

Se prendiamo in considerazione anche quelle gestite con le consorelle estere arriviamo a 60 milioni, con un incremento superiore al 40 per cento. Siamo cresciuti e non abbiamo mai aumentato la nostra quota».

 

mogol lucio battisti

Come diceva, si appellano però alla recente e inedita possibilità per gli autori di rivolgersi a società alternative.

«Le faccio un esempio che li coinvolge direttamente: da questa stagione Sky non ha più l' esclusiva del campionato di Serie A. Fa vedere sette partite invece delle dieci dello scorso anno, ma il prezzo non è diminuito.

 

Quindi non si capisce perché pretendano una cosa del genere dalla Siae: usano due metri e due misure. Come dimostrano anche loro, l' ingresso di un nuovo soggetto nel mercato (Dazn nel caso del calcio, ndr) non implica automaticamente la necessità di ridurre il livello delle tariffe. E non ci sono logica di mercato o di profitto che tengano quando si parla di difendere il lavoro e la dignità».

 

Il vostro principale nuovo corrente, Soundreef (attraverso la non profit Lea), si è rivolto all' Antitrust accusandovi di abuso di posizione dominante. Il pronunciamento dovrebbe arrivare in tempi brevi, forse già questa settimana.

DAVIDE D'ATRI DI SOUNDREEF

«Siamo fiduciosi - come abbiamo fiducia nella magistratura - perché pensiamo di avere ragione. Operiamo e abbiamo sempre operato nel rispetto delle regole, senza commettere infrazioni».

 

Nella lista degli antagonisti da metà settembre c' è anche il governo italiano.

«In realtà abbiamo buoni rapporti, stiamo lavorando bene con il ministro della cultura e con i sottosegretari Vacca e Crimi. Mi ha meravigliato la posizione sulla direttiva europea sul copyright (il ministro del Lavoro Luigi Di Maio l' ha definita «una vergogna» e ha promesso di continuare a battersi per un esito diverso, ndr): appoggiano le piattaforme digitali, che guadagnano miliardi e si rifiutano di pagare il dovuto in nome della libertà, quando la percentuale degli italiani favorevoli alla direttiva e al pagamento del diritto d' autore è dell' 89 per cento, quella degli europei dell' 87. Mi auguro che il governo si ricreda e il nostro Paese si allinei agli altri».

 

larry page tim cook zuckerberg bezos amazon facebook apple google

Più che il pagamento dei diritti, chi è contrario alla direttiva mette in discussione gli effetti della stessa sul futuro della Rete.

«Faccio sempre un parallelo: se uno vuole avere la libertà di mangiare nessuno si oppone. Diverso è il discorso se va al ristorante, mangia e in nome della libertà non vuole pagare il conto. Poi attenzione: parlare di libertà non è corretto. In gioco c' è l' equità.

MOGOL

 

Devono pagare perché è giusto. Pensiamo a YouTube, ad esempio: fatta cento la fruizione di contenuti musicali e audiovisivi da parte degli utenti, rappresenta l' 80 per cento del mercato e paga un decimo di chi, come Spotify e Deezer, ha con noi licenze di cui siamo soddisfatti. Io sono stato a Strasburgo il giorno del voto, se non mi avessero fatto entrare sarei stato disposto anche a fare l' uomo sandwich. Per fortuna poi è andata bene, in tutti i sensi».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…