LA VERSIONE DI MUGHINI - "RINGRAZIAMO IDDIO E IL SILICONE DELL’AVER FATTO LA DILETTA LEOTTA QUEL CHE È E COM’È. LA RAGAZZA IN ROSSO ERA UNA “CRONISTA” CHE STAVA DISQUISENDO SU COME VA IL MONDO O UNA BELLA E AMBIZIOSA FANCIULLA CHE PROMUOVEVA IL SUO CORPO A FARCI FELICI? LA SECONDA CHE HO DETTO, CREDO - CHE GAMBE, QUELLE GAMBE. EVVIVA LA SCALINATA DELL’ARISTON!"
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, ringraziamo Iddio e il Silicone dell’aver fatto la Diletta Leotta quel che è e com’è, una sicilianina bionda e quanto di più guizzante. Che gambe, quelle gambe. E per giunta assieme avvolte e scoperte entro a una lungogonna di un color rosso fiammeggiante.
Grazie al festival di Sanremo, grazie alla scalinata dell’Ariston quanto di più appropriata alla circostanza, grazie al regista del festival che non la finiva di puntare l’occhio della camera entro alle pieghe di quel ben di dio. Chi di noi esseri tutt’altro che “depensanti” potrebbe valutare altrimenti quella mirabile apparizione femminile di due sere fa?
Piuttosto mi sorprende che Carlo Conti, stuzzicato dai giornalisti, abbia risposto che lui non avesse notato com’era apparecchiata la Leotta, e questo perché la guardava negli occhi mentre la stava interrogando. Guardare la Leotta negli occhi?, forse lui era l’unico in tutta Italia.
Anche la regale Maria De Filippi s’è un po’ adombrata che i giornalisti insistessero sull’esibizione del ben di dio. “Conta quello che la Leotta ha detto, non com’era vestita”, ha replicato a sua volta ai giornalisti “guardoni”. Ma davvero?
Ma davvero quelli che hanno ideato la drammaturgia del festival di Sanremo le avevano fatto fare quell’avventurosa discesa dalla scalinata perché poi i milioni e milioni di teleguardanti ascoltassero il pensiero della Leotta in tema di foto di lei discinta “rubate” e poi disseminate sul web?
Tutto sta a chiamare le cose col loro nome. La ragazza avvolta in rosso era una “giornalista” che stava disquisendo su come va il mondo o una bella e ambiziosa fanciulla che promuoveva il suo corpo a farci felici, noi che non ne possiamo più di stare ad ascoltare come dovrebbe essere la legge elettorale a rendere migliore l’Italia? La seconda che ho detto, credo. Evviva la scalinata dell’Ariston.
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Giampiero Mughini