
JUVE IN GABBIA(DINI), LA ROMA A MENO UNO - MURA: TERZO PAREGGIO CONSECUTIVO PER I BIANCONERI CHE CONTRO LA SAMP DEVONO RINGRAZIARE BUFFON: LA SQUADRA È STANCA E TEVEZ NON SEGNA PIÙ - SCONCERTI: “GARCIA TOGLIE TOTTI, RISCOPRE FLORENZI E LA ROMA SI REINVENTA”
1. LA STRANA RESISTENZA DEI GIALLOROSSI
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
La Roma quasi riprende la Juve. Fuori dallo scontro diretto avrebbe adesso due punti più della Juve nonostante l’immagine di maggior solidità complessiva che la Juve ha dato in questi mesi. C’è qualcosa di leggero e incomprensibile in questa straordinaria resistenza della Roma. Sembrava disordinata e fragile solo pochi giorni fa in Champions, battuta dalla Juve tre volte nelle tre partite giocate nell’ultimo anno, eppure le resta una facilità sorprendente di fare risultato.
Garcia si è rigirato gli schemi tra le mani, ha tolto Totti, riscoperto Florenzi, lasciato l’attacco a due dribblatori veloci come Gervinho e Ljajic, cioè il miglior calcio per minuti, non per un campionato. E invece la Roma regge, gioca bene, si reinventa e attacca. È in difficoltà la Juve, è pesante a centrocampo dove non si aprono più gli spazi per Tevez, che infatti corre molto per nascondere la confusione. In realtà non sa dove andare e nessuno lo aiuta.
Nelle ultime nove partite Tevez ha segnato in una gara sola, contro il Parma, dove segnarono tutti, anche Llorente, due gol dei suoi tre totali. È un problema che comincia a pesare. Mancano i gol di tutti, da Vidal a Marchisio. È una Juve che fa fatica, subisce il gioco degli altri. È il carico di campionato e Champions insieme, del presente esteso di troppi giocatori importanti.
Per dare un numero, la Lazio ha fatto giocare già 27 uomini, la Juve seriamente arriva a 15. La Roma ha un’altra leggerezza pur non avendo i giocatori della Juve. Infatti ha perso la sua Champions, ha pagato meno in sostanza atletica. Ieri la Juve ha trovato anche un ottimo avversario, forse il migliore sotto l’aspetto dell’organizzazione. La Samp ha sofferto finché non ha capito che non c’era molto da aver paura.
Ha perso una sola partita in stagione, ha attaccanti moderni e soprattutto vari (Okaka e Gabbiadini hanno qualcosa di Graziani e Pulici). Può arrivare davvero terza. Gioca bene anche il Milan contro un Napoli oscuro e scialbo che però non perdeva da undici partite. Da quando è uscito Insigne il Napoli non vince più. Il Milan ha trovato invece un suo equilibrio morbido, si è ripreso il diritto di stare insieme a chi insegue. Guardando la classifica si scopre il difetto della serie A: ancora una volta le ultime due squadre sono troppo lontane dalle altre. Il nostro calcio non regge più un equilibrio da venti squadre.
2. NAINGGOLAN L’ARMA IN PIÙ DI GARCIA
Gianni Mura per “la Repubblica”
Meno uno, ma fa caldo, specie a Genova. Non mettiamoci a parlare di veleni, ma di polemiche sì. Inopportune, oltre che di pessimo gusto, solo quelle di Preziosi: quando si hanno scheletri nell’armadio bisogna stare più attenti a come si parla. Legittime quelle di Gasperini: 11 contro 11, sarebbe stata un’altra partita. Chi non ci crede può ripensare alla fatica che ha fatto la Roma per portare a casa la vittoria, alla faccia di un’ora abbondante con l’uomo in più.
Più che di Banti, è colpa di un regolamento assurdo, mi sono quasi stancato di scriverlo, che quasi automaticamente porta al rigore più espulsione su incauta uscita del portiere. Il rigore c’era tutto, l’espulsione è stata eccessiva anche perché due genoani erano andati a coprire la porta e Nainggolan non aveva molto spazio per piazzare il pallone. Il giallo a Perin bastava. Come da giallo era la simulazione di Ljajic.
de rossi florenzi e totti festeggiano lingresso in champions league
Il pallone però era finito a Perotti che se l’è fatto involontariamente soffiare da Maicon. Banti non ha fischiato ma avrebbe dovuto ammonire Ljajic alla fine dell’azione. Finita con un gran gol di Nainggolan, uno di quelli che stanno tenendo in piedi la Roma. Un altro è Garcia, che stavolta non ha sbagliato formazione. Deve aver capito che in partite prevedibilmente combattute e di grande ritmo la presenza di Totti non è indispensabile.
Poi, meglio Florenzi (guardate come rilancia il gioco sull’azione del rigore: un babà) di Iturbe. Come spesso le accade, la Roma ha sbagliato molto in avanti, non solo il rigore. E ha rischiato di pagare anche stavolta, ma Rincon era in fuorigioco.
Chi è rimasto in Champions frena, chi ne è uscito si rilancia. E’ una questione tra le prime due, azzardato indicare oggi il terzo incomodo, e nessuna delle prime due sta benissimo. Per mezzora s’è vista una bella Juve, giocava facile e la Samp sembrava smarrita. ha detto Mihajlovic. Come la Samp è cresciuta, la Juve è calata e deve ringraziare Buffon se non è finita peggio. Ieri, una sorta di play-off: la prima contro la quarta, la terza contro al seconda. Dopo 25 vittorie consecutive in casa, la Juve è stata bloccata sul pari. Alle genovesi ha lasciato 5 punti su 6.
E' al terzo pareggio consecutivo: due 0-0 e l'1-1 di ieri. Non sono numeri da squadra che scoppia di salute. E nemmeno malata, sia chiaro, ma è come se pesassero tanti piccoli acciacchi. Se crescono Evra (anche in gol) e Ogbonna, latitano le punte. Llorente sembra quello dell'anno scorso, appena arrivato. Tevez sembra involuto, pieno di voglia ma poco efficace.
Altro problemino: Vidal. Anche ieri il peggiore, anche ieri alla ricerca del secondo giallo, che gli è stato risparmiato. Recidivo. Che ne dice Allegri? Bravo invece Mihajlovic a togliere un inquieto Okaka dopo l'ammonizione. E bravo per quello che spreme dalla vigna che ha.
A proposito di spremere, benvenuta sarà la sosta perché non solo le prime due sembrano un po' provate. Rose ampie ma avvicendamenti ristretti, perché di partite facili ce ne sono poche, e le più facili possono tramutarsi in trappole. Di qui la necessità di chiudere anzitempo la partita. Ieri la Juve non c'è riuscita, pareva accontentarsi di far circolare il pallone a basso ritmo. Le sono mancati gli inserimenti dei centrocampisti e un maggior movimento delle punte.
Dicono: non si può giocare tutta la partita ad alto ritmo. Vero, ma fa piacere, nel panorama, trovare un Palermo-Sassuolo che per merito di entrambe esalta il calcio coraggioso. Non coraggio ma personalità, questo è mancato al Napoli di San Siro. Il Milan segna subito e poi va a nozze in contropiede. Da applausi Menez e Bonaventura, quasi imprendibili. Eppure il portiere di gran lunga più impegnato è Diego Lopez. Altro Napoli e altro Higuain quando arretra per l’ingresso di Zapata. Al posto di Benitez, non lascerei che fosse un episodio.