IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - NON SARÀ FACILE TROVARE UN NUOVO MIKE NICHOLS, REGISTA DEL “LAUREATO”, CHE HA TIRATO FUORI IL MEGLIO DI NORA EPHRON, JACK NICHOLSON, MELANIE GRIFFITH

Marco Giusti per Dagospia

 

mike nichols tom hanks 5mike nichols tom hanks 5

Non sarà facile trovare un nuovo Mike Nichols, che è scomparso ieri a 83 anni, dopo una lunga vita di grandi successi cinematografici, teatrali e televisivi. Uno che si inventa un nuovo modo di costruire la commedia americana assieme a menti geniali come Elaine May, Buck Henry, Nora Ephron, di  inventarsi dal nulla una star come Dustin Hoffman che diventerà l’immagine di una generazione intera, di reinventarsi per la commedia Jack Nicholson, Meryl Streep, Julia Roberts, Michelle Pfeiffer, di attraversare un secolo e più potendo contare sempre sul meglio tra gli sceneggiatori e gli attori del momento.

mike nichols sidney poitier 11mike nichols sidney poitier 11

 

Al punto che può passare da una totale stravaganza sul rapporto tra sesso e America negli anni 60 come Conoscenza carnale scritta dal fumettista Jules Feiffer a Angeli in America, la più bella storia sull’Aids in America e il suo impatto sulla comunità gay  scritta da Tony Kushner. Mike Nichols può parlarci di temi sociali importanti come ha fatto in Silkwood con Meryl Streep o Una donna in carriera, del rapporto fra i capitalisti americani e la guerra in Afghanistan come nel suo ultimo film, La guerra di Charlie Wilson, o descriverci il mondo superwasp dell’editoria americana attraverso la storia di un lupo mannaro come ha fatto nel geniale Wolf con Jack Nicholson mai così bravo.

 

mike nichols philip seymour hoffman 2mike nichols philip seymour hoffman 2

Non si inventa un talento così. Mike Nichols era nato Mikhail Igor Peschwkowsky, ovviamente ebreo di origini russe, a Berlino nel 1931. Quando la sua famiglia capisce come stanno andando le cose in Europa, nel 1938, si trasferisce a Chicago, in America. Purtroppo il padre di Mike Nichols morirà in guerra, nel 1943. Cresce da subito con la commedia a Chicago dando vita a un gruppo, i Compass Players assieme a Elaine May, che rimarrà la sua amica del cuore per sempre, Paul Sills, Edward Esnar.

 

Nel cinema esordisce nel 1966 con una commedia drammatica di grande successo come Chi ha paura di Virginia Wolf? Riscritta da Ernest Lehman e interpretata da Elizabeth Taylor, Richard Burton, George Segal e Sandy Dennis. Ma il film che lo lancia davvero in tutto il mondo e gli fa vincere il suo unico Oscar alla regia è Il laureato con Dustin Hoffman, Anne Bancroft e Kaharine Ross, che ancora rimane come il film chiave della generazione del ’68, quella che si era accorta che le cose stavano cambiando.

mike nichols jackie kennedy 12mike nichols jackie kennedy 12

 

Ci saremmo aspettati qualcosa di più dal suo incontro con un testo fondamentale dell’antimilitarismo americano come Comma 22 di Joseph Heller. Malgrado un cast meraviglioso che vedeva assieme Alan Arkin, Orson Welles, Art Garfunkel, Anthony Perkins,e la bella sceneggiatura del suo amico Buck Henry, il film non è il successo sperato e forse il suo protagonista, Alan Arkin, non aveva la forza di una vera star per il grande pubblico.

 

mike nichols hugh jackman 3mike nichols hugh jackman 3

Per la regia di questo film Nichols ebbe la cifra, allora record, di 1 milione di dollari. Ancora più sperimentale, ma ancora oggi bellissimo e supersperimentale rimane invece Conoscenza carnale su sceneggiatura alquanto bizzarra di Jules Feiffer  con Jack Nicholson, Candice Bergen, Art Garfunkel e Ann-Margret.Per l’occasione Nichols chiamò il nostro Giuseppe Rotunno come direttore della fotografia e gli cucì uno schermo con delle luci che non si erano mai viste oltre Oceano.

 

mike nichols emma thompson 6mike nichols emma thompson 6

Il Mike Nichols della fine degli anni ’70, inizio anni ’80, si mostra alquanto diseguale, passando da Il giorno del delfino con George C.Scott, forse un film non riuscito, allo stravagante umorismo in nero di Due uomini e una dote con Jack Nicholson e Warren Beatty. Fu un grande rilancio Silkwood, 1984, scritto da Nora Ephron con Meryl Streep protagonista. La lotta di una donna americana contro le industrie del nucleare, presto seguito da un film ancor più al femminile e femminista come Heartburns, sempre scritto dalla Ephron con Meryl Streep e Jack Nicholson, dove si dimostra quanto stronzi possano essere con le loro donne i giornalisti importanti.

mike nichols diane sawyer 7mike nichols diane sawyer 7

 

Dello stesso tipo è Una donna in carriera, 1988, un film che fece epoca, con Melanie Griffith, Sigourney Weaver e Harrison Ford, la prima commedia che vedeva le donne al centro dei rapporti di potere nei luoghi di lavoro. Più particolare Biloxi Blues, un film sulle storie di naia ben lontano da Comma 22, e Cartoline dall’inferno, ritratto tremendo del mondo di Hollywood a partire dalla storia di droghe e complessi di una giovane star figlia di star come Carrie Fisher. Wolf, che venne presentato a Venezia, funzionò da vero rilancio autoriale per Nichols, e mostrò quanto potesse essere duro e ironico anche attraverso un film di genere.

 

mike nichols diane sawyer 1mike nichols diane sawyer 1

Meno interessante Piume di struzzo, remake de Il vizietto di Edouard Molinaro con Robin Williams e Nathan Lane. Con I colori della vittoria, scritto da Elaine May e interpretato da John Travolta e Emma Thompson torna ai tempi di commedia politica a lui molto cari. Certo Angeli in America, su sceneggiatura di Tony Kushner dimostrò nel 2003 quanto lo avessimo in fondo sottovalutato negli anni 80 e 90. Tiene in piedi in un lungo film televisivo un cast memorabile di attori, da Al Pacino a Meryl Streepp e Emma Thompson.

 

mike nichols 9mike nichols 9

Era più facile, ma molto bello anche Closer, con Jude Law, Natalie Portman, Julia Roberts e Clive Owen, bella commedia di Patrick Marber, che lo riporta un po’ ai tempi di Conoscenza carnale con tutto il gran parlare di sesso e rapporti tra uomini e donne. Il suo ultimo film è appunto La guerra di Charlie Wilson, con bel cast, Tom Hanks, Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams. Grandissimo regista, spesso da noi sottovalutato proprio perché non era abbastanza autore.

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…