RISPLENDE IL “SOLE” - NEL CONTO EDICOLA PIÙ DIGITALE, IL QUOTIDIANO DEL GRUPPO 24 ORE DIVENTA IL SECONDO QUOTIDIANO NAZIONALE ALLE SPALLE DEL “CORRIERE” - SORPASSATA “REPUBBLICA”

Andrea Biondi per il “Sole 24 Ore”

logosolelogosole


Il mese di settembre non porta buone notizie per il mondo dei quotidiani italiani, con il calo complessivo delle copie nell'intero panorama nazionale. Ma i dati Ads diffusi ieri mettono agli atti un cambio nelle posizioni di vertice fra i giornali italiani. Il Sole 24 Ore infatti va di qualche migliaio di copie (per l'esattezza 2.807 copie medie giornaliere) sopra la Repubblica posizionandosi sul secondo gradino del podio fra i giornali italiani quanto a diffusione complessiva carta più digitale. In valori assoluti si parla di 369.875 copie contro le 367.068 del quotidiano del Gruppo L'Espresso. Entrambi si trovano alle spalle del Corriere della Sera che si conferma il primo quotidiano nazionale per diffusione complessiva, a quota 389.614.


Questo è il podio all'interno di un panorama che per le realtà editoriali si mostra però tutt'affatto che in salute. La casistica già di per sé parla chiaro con l'uscita di scena dalle edicole, l'1 agosto scorso, de L'Unità, le cui sorti ora sono affidate all'offerta congiunta di Guido Veneziani (Gve) e del Pd.

 

corriere della seracorriere della sera

I numeri sono però altrettanto chiari e indicativi della situazione tutt'altro che espansiva: i 4,18 milioni di copie diffuse giornalmente a settembre (sempre nel complesso carta-digitale) sono l'8% in meno rispetto ai 4,5 milioni di un anno prima. E questo nonostante un aumento del 42% delle copie «2.0» salite da quota 364.469 a 518.015. Spingendosi poi un po' oltre i dati di rilevazione delle copie, anche da Nielsen sono arrivate indicazioni nient'affatto rassicuranti sulla raccolta pubblicitaria. Nei primi nove mesi dell'anno i quotidiani hanno raccolto 576 milioni di euro: -10,3% rispetto a gennaio-settembre 2013.


Nell'analisi dei trend dei primi dieci quotidiani italiani, emerge come solo Il Sole 24 Ore e Avvenire hanno messo a segno una crescita rispetto a settembre dello scorso anno: +27,9% per il quotidiano del Gruppo 24 Ore e +6,6% per Avvenire. Una performance positiva come per le vendite: +24,9% per Il Sole 24 Ore e +2,3% per il quotidiano della Cei, forti da sempre del maggior parco abbonati in Italia.

PRIMA PAGINA DI REPUBBLICA MARZO PRIMA PAGINA DI REPUBBLICA MARZO

 

Nel caso del Sole 24 Ore però, proprio il dato degli abbonamenti cartacei unito a quello delle copie digitali dà la misura del cambiamento strategico in atto. Il Sole 24 Ore infatti si conferma anche a settembre 2014 il primo in Italia sul versante delle copie «2.0» salite a quota 194.124. Rispetto ad agosto la crescita è stata del 2,2%, ma a confronto con il mese di settembre del 2013 il dato è quasi raddoppiato (+99%).

 

Il +4,4% delle copie digitali singole – oltre al lancio di How to Spend it – hanno sicuramente avuto un impatto nella crescita totale della diffusione (+2,02% rispetto ad agosto). Occorre ricordare che il regolamento Ads parla di edizione digitale come di una «replica esatta e non riformattata dell'edizione cartacea in tutte le sue pagine».

 

prima pagina avvenireprima pagina avvenire

Lo stesso regolamento ha stabilito che per essere certificate le copie digitali (che possono essere singole, in bundle carta-digitale o multiple, cioè vendute a grandi clienti come aziende, banche o studi professionali) possono essere vendute con un prezzo non inferiore al 30% di quello medio di copertina se singole o multiple, oppure del 50% se in abbinata carta-digitale. 


A ogni modo, l'impennata delle copie digitali del Sole 24 Ore è frutto di una precisa scelta strategica editoriale e aziendale in virtù della quale si è spinto sul multimediale. Una scelta che ha portato a spingere sulle copie digitali, accompagnandole con tutta una filiera di quotidiani digitali verticali specializzati (fisco, diritto, lavoro, casa e territorio, scuola,università e ricerca, finanza24plus, consulente finanziario24, assicurazioni 24) oltre all'ultimo lancio di Italy 24.

 

gazzetta gazzetta

E frutto della stessa scelta digitale è anche la strategia di convertire il più possibile gli abbonamenti domiciliati edicola in abbonamenti digitali, anche per ragioni di redditività visti i maggiori margini assicurati dalle copie «2.0». Questo ha determinato un travaso del 27% del totale degli abbonamenti domiciliati edicola che incide solo nominalmente sul venduto edicola cartacea. In realtà, l'andamento reale dell'edicola è positivo: i ricavi diffusionali da edicola cartacea a prezzo pieno e invariato hanno registrato un incremento annuo del 7,6% alla data di settembre, in controtendenza rispetto al mercato. 


Per quanto riguarda gli altri quotidiani, sia il Corriere della Sera sia la Repubblica chiudono il mese di settembre con un calo della diffusione carta più digitale sia su base annua (-11,1% e -7,4%) sia nel confronto con agosto (-5,21% e -6,78%). Sulle sole copie digitali il trend è invece positivo: +2,3% e +21,6% su base annua e +10,4% e +0,5% mettendo a confronto il dato di settembre con quello di agosto.

 

La Gazzetta dello Sport si conferma al quarto posto fra i giornali italiani ma in calo sia nel confronto con agosto (-17,9%) sia su base annua (-10,8%), seguita da La Stampa (-2,03% rispetto ad agosto e -4,1% su base annua), Il Messaggero (-14,92% rispetto ad agosto e -4,8% su base annua), Corriere dello Sport (-26,29% e -16,3%), Qn Il Resto del Carlino (-7,7% rispetto ad agosto e -5,7% su base annua), Avvenire (+16,54% rispetto ad agosto e +6,6% su base annua) e il Giornale (-2,53% rispetto ad agosto e -13,2% su base annua).

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…