NELL’ALBUM DEI CRIPTO-NAZISTI FINISCE ANCHE L’EX CANCELLIERE TEDESCO, HELMUT SCHMIDT - IL SOCIALDEMOCRATICO HA SEMPRE DETTO DI AVER PRESO LE DISTANZE DAL REGIME MOLTO PRESTO MA UNA BIOGRAFIA PUBBLICA DOCUMENTI CHE ATTESTANO LA SUA FEDELTÀ FINO AL 1944

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa

 

Possono tre attestazioni di fedeltà all’ideologia nazionalsocialista, formulate con frasi di rito da ufficiali della Wehrmacht, fornire una prova certa sull’adesione al culto di Hitler? Non in maniera definitiva, probabilmente.

HELMUT SCHMIDTHELMUT SCHMIDT

 

Ma sono imbarazzanti perché riguardano un personaggio amatissimo e simbolo della rinascita democratica postbellica tedesca come Helmut Schmidt. Il problema, oltretutto, è che l’ex cancelliere socialdemocratico, di cui era noto il passato nell’esercito nazista, ha sempre sostenuto di aver preso però le distanze molto presto dalla dittatura.
 

Invece, a febbraio del 1942 il suo capo gli attestò «talento organizzativo», «capacità di imporsi in situazioni difficili», soprattutto una «visione del mondo nazionalsocialista, che è in grado anche di trasmettere al prossimo». Un anno più tardi, a settembre del 1943, un altro ufficiale gli riconobbe «un atteggiamento nazionalsocialista impeccabile» e l’anno dopo ancora, nel 1944, i superiori di Schmidt scrissero di lui che la sua fedeltà all’ideologia del Führer era «priva di macchie».
 

Helmut Schmidt Richard von Weizsaecker Henry Kissinger Helmut Schmidt Richard von Weizsaecker Henry Kissinger

Tre giudizi inediti, nascosti negli archivi militari di Friburgo, che la biografa Sabine Pamperrien ha trovato assieme ad altre prove che mettono in discussione la versione dei fatti raccontata sinora dal politico novantaseienne. Ma che l’autrice stessa, in una biografia sugli anni giovanili dell’ex cancelliere che sta per uscire ed è stata anticipata dallo «Spiegel», non attribuisce alla malafede, piuttosto alla sua cattiva memoria e a una ricostruzione, a tratti, approssimativa.
 

Le ricerche di Pamperrien smentiscono ad esempio la vulgata - diffusa da Schmidt stesso - che vuole che da ragazzo non si fosse lasciato ammaliare dal Führer: nel 1933 aderì tra i primi studenti della sua scuola alla Gioventù hitleriana. E la sua insegnante di tedesco, Erna Stahl, che si unì più tardi al movimento di resistenza della Rosa bianca, dopo la liberazione lo collocò tra coloro che stavano «nella fazione opposta».

SABINE 
PAMPERRIEN
SABINE PAMPERRIEN

 

Nel 1979 Schmidt stesso, che aveva un nonno ebreo, ammise in una lettera ad un compagno di partito che mentre i genitori erano stati «chiari oppositori di Hitler e nel partito», nei primi anni della dittatura lui era stato «sotto l’influenza» dei nazisti.
 

Anche il suo biografo più accreditato, Hartmut Soell, ammette che non è chiaro quando l’ex cancelliere si sia davvero distaccato da Hitler. Nel 1937 cominciò il servizio militare e già nell’anno successivo si trovano degli appunti in cui, dopo il pogrom, Schmidt sostenne di vergognarsi della persecuzione degli ebrei. Ma «Hitler personalmente», notò, «è ancora escluso da questo giudizio». Solo nel 1941, dal fronte orientale, la sua fede nel Führer crollò. Ma fino alla fine della guerra nascose bene questa delusione, a giudicare dalle rivelazioni di Pamperrien.

SCHMIDT 
HELMUT 
SCHMIDT HELMUT

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…