“NON VADO SUL CARRO DEL PRIDE SOLO PERCHÉ A 80 ANNI MI GIRA LA TESTA” - ORIETTA BERTI OVER THE RAINBOW: “OGNUNO DEVE ESSERE LIBERO DI AMARE CHI VUOLE” - "DORMO SOLO DUE ORE LA NOTTE, MA HO TALMENTE TANTA ENERGIA CHE CERTI GIORNI MI SENTO UNA RAGAZZINA. UN ESEMPIO? L’ALTRO IERI ERO IN SALA DI REGISTRAZIONE E SI È STANCATO IL TECNICO, MENTRE IO CONTINUAVO A DIRGLI…" - E SU FEDEZ E ACHILLE LAURO…
Estratto dell'articolo di Daniela Lanni per www.lastampa.it
«Forse non mi rendo ancora conto di avere 80 anni. È importante stare bene in salute e avere la testa a posto. Poi ho talmente tanta energia che certi giorni mi sento una ragazzina. Un esempio? L’altro ieri ero in sala di registrazione e si è stancato il tecnico, mentre io continuavo a dirgli “no, ma facciamo ancora questo, dobbiamo finire quest’altro…”.
Insomma, non mi fa nessun effetto, è un numero normale». Mentre parliamo al telefono Orietta Berti, tra le poche protagoniste femminili in campo musicale di un’intera epoca, è seduta nella sala della sua villa a Montecchio, in provincia di Reggio Emilia, e ha da poco finito di piantare dei fiori color fucsia nel giardino di casa. Una mattinata di «relax», come lei stessa l’ha definita, che raramente capitano. Perché l'Usignolo di Cavriago, nonostante i 58 anni di carriera alle spalle, resta un’artista curiosa, attenta ai dettagli e con un’agenda piena di impegni. «Pensa che dormo solo due ore la notte, sono sempre lì a riflettere su tutte le cose da fare» dice, e fortuna che siamo al telefono, altrimenti avrebbe visto il mio stupore.
Orietta ma non festeggia?
«Farò un brindisi ma questo è un lavoro molto intenso e la vita scorre. A giugno ho tante sorprese in ballo tra registrazioni, montaggi dei video, comparsate in tv, poi i concerti. Dagli anni ’80 mi produco da sola e, insieme a mio marito, abbiamo una società, quindi il lavoro è doppio. Ora mi aiutano anche i miei figli. Il mio dono è quello di saper ascoltare tutti. Ai ragazzi giovani che oggi vendicchiano qualcosa e pensano di avere già tutto ai propri piedi dico che non è vero. Questo lavoro è come la frase del film Via col Vento pronunciata da Rossella O’Hara: “Domani è un altro giorno”, devi sempre cominciare da capo».
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Con “Diverso” affronta un altro tema molto forte: l’omosessualità.
ORIETTA BERTI E SUO MARITO OSVALDO Paterlini
«Per il mio compleanno ho fatto questa canzone in cui c’è una madre che protegge il proprio figlio che si è dichiarato gay. Nel video la mamma gli dice che non sbaglia ad amare un’altra persona, che siamo nati per amare e non per odiare, è la cosa più semplice e naturale che c’è. Credo sia giusto che questo mondo abbia il coraggio di cambiare. Purtroppo ci sono delle famiglie che non accettano il figlio diverso, che poi diverso in cosa? Diversi sono loro, casomai. Un animale non abbandona i cuccioli. L’ho fatta in collaborazione con le case d’accoglienza “Arcobaleno” a Milano che aiutano questi ragazzi che purtroppo vengono emarginati dalla loro famiglia di origine».
L’amore non dovrebbe essere etichettato, imprigionato. Eppure lo è ancora. Perché si fatica ancora ad accettare un sentimento che dovrebbe essere universale e privo di barriere?
«Non lo so. Forse per la paura dei giudizi o di un vicino che ti deride? Non capisco questa mentalità che c’era, c’è, e, forse, ci sarà in futuro, anche se mi auguro di no. Per me sono persone di un’intelligenza superiore agli altri perché hanno sia quella femminile che maschile. Poi sono sempre presenti. Ho tanti amici omosessuali e ci sono sempre nel momento del bisogno. Li adoro, sono come dei fratelli».
A un Gay Pride andrebbe?
«Mi hanno invitata tantissime volte. Sono andata a fare gli spettacoli all’arrivo, cioè quando finiva la sfilata. Sono stata a Roma, Napoli, Milano. Andare sul carro, son sincera, ho paura perché mi gira la testa».
Abbiamo avuto tantissimi esempi di persone che hanno fatto successo e poi sono state dimenticate. Lei resta amata da un pubblico sempre più ampio. A cosa attribuisce il suo essere intramontabile?
«Sono nata discograficamente in un periodo molto buono per la musica. Da metà anni ’60 fino agli anni ’80 tutta la discografia italiana era d’oro e andava in tutto il mondo. Poi c’erano le manifestazioni che ti portavano nella casa degli italiani. Da ragazzina fino all’età matura sono cresciuta e invecchiata con loro. Mi vedono come una vicina di casa, una parente. Ed è bello».
Nella sua carriera ha conosciuto e lavorato con tanti personaggi del mondo dello spettacolo, cinema e musica. Chi le è rimasto nel cuore?
«Tante persone. Mi sono trovata molto bene con Ugo Tognazzi, che è stato 24 giorni in casa mia, dove abbiamo girato “I nuovi mostri”, perché avevo troppi concerti; un mese che non dimenticherò mai, c’era Scola, è venuto Monicelli. A Roma ho registrato anche con Paolo Villaggio, “Quando c'era lui... caro lei!”. Ricordo con piacere anche Pippo Baudo: tutte persone belle e intelligenti».
Tornando all’attualità, Manuelito, Fedez e Achille l’hanno riavvicinata ai giovani. Continuate a sentirvi?
«Sono sempre presenti. Fedez di recente mi ha mandato un uovo di Pasqua, Achille Lauro, fragole e champagne. Siamo in perfetta armonia con tutti. Anche con Manuelito, in arte Hell Raton, con cui lo scorso anno, ho cantato “Luna Piena”, ed è stata la canzone più ascoltata nelle discoteche. Nelle mie serate la devo fare almeno tre volte perché sono i ragazzini a richiederla. Mi piace osare e ben vengano le collaborazioni con i giovani».
Un pensiero va alla sua terra, l’Emilia Romagna, messa in ginocchio dall’alluvione.
«Sono testimonial di tutti i cibi dell’Emilia Romagna, partecipo al cento per cento, è la mia Regione. Come famiglia abbiamo già contribuito. Va bene organizzare gli spettacoli per poi devolvere gli incassi, ma chissà quando arrivano i soldi. Credo sia meglio aiutare subito, perché nell’immediato servono tante cose. L’alluvione è il meno. Ci sono più di mille frane, paesi isolati, fattorie che non riescono a dare da mangiare ai propri animali. È un disastro. I miei figli avevano organizzato una festa di compleanno per i miei 80 anni ma abbiamo disdetto. Ho tanti amici che hanno perso tutto e non si può fare una festa pensando a chi è rimasto sul lastrico».
L’Orietta di oggi cosa direbbe alla ragazza che ha lasciato il proprio paese inseguendo un sogno?
«Che ha fatto bene a dar ascolto ai propri collaboratori e non fare sempre di testa sua. Di continuare così, ascoltare le proposte dei giovani, essere schietta e sincera. In caso di errori? Saper chiedere scusa».
orietta berti 2orietta berti 1orietta bertiorietta berti achille lauro fedez 1orietta berti achille lauro fedezorietta berti 3ACHILLE LAURO FEDEZ ORIETTA BERTI - MILLE - ARTWORK BY FRANCESCO VEZZOLI FEDEZ ORIETTA BERTI ACHILLE LAURO - MILLE