VI RACCONTO QUANDO PASQUALE SQUITIERI AL QUIRINALE DIEDE UNO SCHIAFFO A SANDRO PERTINI – “HA VISTO IL MIO FILM?". "NO, MI HANNO DETTO CHE È BRUTTO". "SI VERGOGNI!", E VIA CON IL CEFFONE” - OTTAVIA FUSCO, VEDOVA DEL REGISTA: “SONO SOPRAVVISSUTA ALL'INCUBO CARDINALE. NON C'ERA INTERVISTA IN CUI LEI NON SEGNASSE IL TERRITORIO PARLANDO DEL LORO AMORE MAI FINITO QUANDO LUI MORÌ. PER ME OGNI VOLTA ERA UNA COLTELLATA" - LA TOURNÉE CON LA CARDINALE: “UN INFERNO CHE MI HA PORTATO SULL'ORLO DELL'ALCOLISMO. MA ORA…”
Antonello Piroso per “La Verità”
PASQUALE SQUITIERI OTTAVIA FUSCO 11
Ottavia Fusco, attrice diretta da Giorgio Albertazzi, cantante e oggi anche scultrice, nel 2013 divenuta moglie di Pasquale Squitieri, a quattro anni dalla sua scomparsa ha scritto un libro, 'Nu piezzo 'e vita, che ripercorre la storia del rapporto con il regista e sceneggiatore napoletano, uomo dalla personalità complessa, «ma soprattutto un irregolare insofferente a ogni dogmatismo, una persona libera, onesta con sé e con gli altri e che in ogni confronto anche duro non ha mai tirato indietro la gamba».
Squitieri: il «regista con la pistola», il «guappo» polemista implacabile, il «reazionario», «il marito di Claudia Cardinale», anche se i due non si sono mai sposati (un fantasma più per Fusco che per Squitieri, tanto che «in un momento di cazzeggio volevo intitolare il volume La moglie del marito della Cardinale, ma il mio avvocato me l'ha sconsigliato», ride adesso).
CLAUDIA CARDINALE OTTAVIA FUSCO 1
Sedici capitoli, ciascuno corrispondente a una lettera del nome e cognome di suo marito, dall'iniziale P con «Provocazioni» alla finale I con «Infinito».
«Ho voluto raccontare, attraverso un mio personale dizionario, il mio legame, viscerale e "di testa", con Pasquale. Conosciuto nella torrida estate del 2003. Io ero seduta all'interno del bar Rosati a piazza del Popolo a Roma, a studiare con il beneficio dell'aria condizionata il copione per lo spettacolo Peccati d'allegria che avrei portato in scena con Lina Wertmuller.
C'era un solo altro tavolino occupato: Pasquale con Tony Renis. Mentre se ne stava andando, passò davanti al mio e io tesi la mano per presentarmi, chiamandolo Maestro».
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E lui le chiese il numero di telefono.
«No, chiesi io il suo ad Albertazzi, e una sera, dopo una cena di lavoro noiosa e inconcludente, e forse anche un bicchiere di troppo, gli telefonai. Ci vedemmo e... non ci lasciammo più».
Con l'«incubo», è lei a fotografarlo così, della presenza dell'assente Claudia Cardinale, ormai parigina d'adozione, madre di Claudia junior, detta Claudine, avuta proprio da Squitieri.
«Non c'era intervista in cui lei, diva indiscussa, carriera e bellezza folgoranti, non segnasse il territorio parlando del loro amore mai finito e di come lui non avesse altra donna all'infuori di lei. Per me ogni volta era una coltellata, mi si attorcinavano letteralmente le budella».
Squitieri come la consolava?
«A Pasquale in fondo non dispiaceva calarsi nel ruolo dell'uomo conteso, e cercava di rassicurarmi. Finché, constatando la mia frustrazione, organizzò il nostro incontro».
Però. Come finì il chiarimento?
CLAUDIA CARDINALE OTTAVIA FUSCO
«Non cavai un ragno dal buco. Claudia mi parlò di tutto, tranne che di Pasquale, e ogni volta che io cercavo di portare il discorso su Pasquale, lei svicolava con una risata, quasi come se si trattasse di un dettaglio marginale. Un genio!».
In fondo, però, le deve essere grata: dopo l'ennesima intervista, e conseguente litigata con Squitieri, lui le fece la proposta di matrimonio.
«A modo suo. Si accese una sigaretta e mi disse: "Ci penso da mesi: io e te ci sposiamo. Voglio che porti il mio cognome". Fine. E così fu».
OTTAVIA FUSCO E PASQUALE SQUITIERI
Il maudit Squitieri amava dare scandalo. Una volta in radio spiegò che «la verginità per le donne è solo una rottura di scatole e prima se ne liberano e meglio è, anche se sono ancora minorenni». Un'altra volta, parlando di Tangentopoli arrivò a sostenere che Antonio Di Pietro andasse soppresso fisicamente!
«Aveva il gusto del paradosso, amava provocare e spiazzare l'interlocutore, ma mi creda: era una persona ironica e intrisa di profondo senso del sacro, aveva un padre spirituale che ora è il mio, don Sergio Mercanzin, non andava a messa ma sentiva il bisogno di entrare in una chiesa e di raccogliersi in preghiera».
ottavia fusco squitieri foto di bacco
Ma la storia dello schiaffo a Sandro Pertini, nei giardini del Quirinale alla festa della Repubblica il 2 giugno, è vera? Per me è un inedito assoluto.
«Stando al racconto di Pasquale, sì. Era uscito da poco il suo film Claretta, sull'amore disperato della Petacci e Benito Mussolini che, al solito, aveva scatenato clamori e polemiche, con gli pseudo intellettuali di sinistra che, irridenti, l'avevano stroncato, e con quelli veri, come Alberto Moravia, a difenderlo.
È Pertini che si avvicina, seguito da due guardie del corpo: "Buonasera Squitieri, come va?". "Tutto bene presidente, grazie. Ha visto il mio film?". "No, mi hanno detto che è un film brutto". "Ah, non l'ha visto ma gliel'hanno detto? Si vergogni!", e via con il ceffone».
E la scorta del presidente come avrebbe reagito?
«Si unirono anche due corazzieri che lo presero di peso e lo accompagnarono all'uscita. Squitieri giurava di aver incrociato in quel frangente Federico Fellini, che si era rivolto a quei due armadi: "Ma che state facendo? Mettetelo giù"».
Sembra più la scena di un film che un episodio di vita davvero vissuto. Ma poi, scusi: Pertini non gli aveva concesso la grazia?
«Vero, ma aveva rimediato a una situazione kafkiana, con una molto discutibile carcerazione. Conosce la vicenda?».
Sì, gliene chiesi conto durante un'intervista. Mi spiegò di essere stato accusato di aver avallato un assegno di 20.000 lire poi rivelatosi falso, quando nel 1966 lavorava in banca. Vicenda non provata, secondo lui, e che doveva risultare prescritta. Si ritrovò nel carcere di Rebibbia con il cattivo maestro Toni Negri e Ali Agca, l'attentatore del Papa.
ottavia fusco franco nero foto di bacco
«Tutto questo ha contribuito ad alimentare la leggenda dell'Uomo Nero, un mezzo criminale, rissoso, irascibile e amante delle armi. Come nella vicenda delle pistolettate ai paparazzi, ingigantita per la notorietà di Pasquale e di Claudia. Ma lui non avrebbe mai ucciso nessuno».
E vorrei pure vedere.
«Sparò per spaventarli. Avendo un'ottima mira, se avesse voluto non ne sarebbero usciti illesi. Non dimentichi che erano stati loro a violare la proprietà della villa in cui lui e Claudia vivevano. Pasquale fu denunciato, negli Usa non sarebbe successo: sarebbe stata giudicata più grave la violazione di domicilio».
CLAUDIA CARDINALE E OTTAVIA FUSCO
Squitieri di destra, suggestionato dal mito del superomismo di Friedrich Nietzsche.
«Ma quando mai. Una volta mi accompagnò a una festa dell'Unità, dove dovevo partecipare alla presentazione del libro di un caro amico giornalista, Marco Politi, e sentì alle sue spalle qualcuno commentare: "Anvedi, il fascistone!". Al che tornò indietro: "Fascistone lo dici a tua sorella", si mise a confrontarsi con i "compagni" e dopo un po'' quelli gli davano ragione. Perché Pasquale proveniva dall'estrema sinistra, aveva sottoscritto gli appelli per Lotta Continua, lavorato a Paese Sera...».
Eletto senatore con Alleanza Nazionale...
CLAUDIA CARDINALE E OTTAVIA FUSCO
«Perché come ripeteva lui: "Gianfranco Fini me l'ha proposto. Fausto Bertinotti no". Bertinotti era un suo caro amico, a cui anni dopo, a casa di Vittorio Cecchi Gori, rifilò una battuta urticante delle sue. Bertinotti lo abbracciò e lo rimproverò con tono scherzoso: "Ah, Pasquale, Pasquale, quando torni con noi?".
E lui: "Ti risulta che io abbia cambiato idea?". "Be', no", rispose un perplesso Bertinotti, che non capiva dove si stesse andando a parare. "Ecco, vedi? Sono solo passato a un fascismo più moderato". Bertinotti stette alla battuta, ma masticando amaro. Pasquale era fatto così, coltiva il gusto della provocazione. E non rinunciava mai alle sfide, neppure con la propria salute. Pensi che è riuscito a guarire da un cancro al polmone inoperabile, senza mai smettere di fumare».
E allora, mi perdoni, di cosa è morto?
«Per le conseguenze di un incidente d'auto, dopo un anno e mezzo di sofferenze che l'avevano inchiodato sulla sedia a rotelle. Del resto, la sua vita e il suo destino era stati segnati dalle auto».
CLAUDIA CARDINALE E OTTAVIA FUSCO
In che senso?
«Da giovane fu protagonista di una tragedia: guidava un'auto su cui c'erano anche due giovani atleti che, come lui, dovevano partecipare ai campionati nazionali di scherma, e due ragazze.
A Migliarino di Pisa, di notte, andarono a sbattere per l'asfalto sdrucciolevole e dissestato. Morirono tutti tranne lui. Una catastrofe che lo segnò per sempre e che si portava dentro».
Dopo la scomparsa di Squitieri, perché si sottopose a quello che lei descrive come un calvario, una tournée teatrale di otto mesi con Claudia Cardinale ne La strana coppia?
«Perché era un progetto ideato da Pasquale e da me. Pasquale era convinto che sarebbe stato lo spettacolo che avrebbe confermato il mio talento e le mie qualità. Non si sbagliava, perché nel 2018 mi è stato assegnato il Premio Flaiano, dalle mani del presidente Masolino D'Amico. Ma caro mi è costato».
CLAUDIA CARDINALE E OTTAVIA FUSCO
Come mai?
«Senza più Pasquale a sostenermi, Claudia aveva imposto clausole contrattuali a suo favore, io non avevo pressoché voce in capitolo sulla campagna promozionale, lo svolgimento delle prove, e via dicendo. Finito lo spettacolo, molto spesso cenavo da sola.
Una tensione continua che mi provocò una dermatite da stress».
Così in seguito le sue giornate - «tutte», lo precisa lei - finirono per ruotare intorno alla bottiglia. Per un anno.
«Trascorsi il Capodanno 2019 da sola, e sembravo avviata verso una china irreversibile. Mi salvò la mia amica musicista Cinzia, che mi portò quasi di peso alla clinica alcologica dell'ospedale Umberto I di Roma, un centro d'eccellenza per la cura dalle dipendenze da alcol. Sono tornata alla vita, lo dovevo a me stessa e a Pasquale».
Le manca tanto?
«Nella quotidianità delle piccole cose sì, ma so che è ancora con me. Mi piace pensare che quando è morto sia cominciato il resto della nostra vita insieme. Come ha scritto Sant' Agostino: "Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dov' erano, ma sono ovunque noi siamo"».
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