“ADESSO SCRIVO LA TESI E POI MI RIPOSO: I VIDEOGIOCHI SONO COME I SOCIAL, CREANO DIPENDENZA” – PARLA LUCA CERIBELLI, IL 21ENNE BERGAMASCO CHE HA VINTO I CAMPIONATI MONDIALI DI “POKEMON”. E ACCUSA L'ITALIA DI SMINUIRE IL GIOCO: “SIAMO SVANTAGGIATI. DA NOI I TORNEI DI POKÉMON SONO EQUIPARATI ANCORA ALL’AZZARDO, NON POSSONO ELARGIRE DENARO. I RAGAZZI DI ALTRI PAESI SI PAGANO LE TRASFERTE CON I PREMI VINTI DURANTE L'ANNO. IO MI SONO ARRANGIATO, SONO STATO CON..."
Estratto dell’articolo di Federico Cella per il “Corriere della Sera”
La mente matematica, la forza degli amici. Luca Ceribelli, 21 anni, di Bergamo, è il nuovo campione del mondo del videogioco Pokémon […] Luca non è certo un professionista, nella vita studia Statistica all’università, ma l’impegno per raggiungere la vetta di un torneo mondiale — i Pokémon World Championships, quest’anno in scena a Honolulu, alle Hawaii, con un montepremi totale di due milioni di dollari — non può che essere tanto.
Per rendere l’idea, Ceribelli è il terzo europeo a vincere la competizione che quest’anno celebra i 20 anni di vita: un dominio di americani e giapponesi, interrotto nel 2012 da un altro italiano, Arash Ommati, torinese di origini iraniane.
Proprio Ommati è stato — insieme con la squadra dei The Server — lo sparring partner che gli ha permesso di avere la meglio sul giapponese Yuta Ishigaki. […] il videogioco Pokémon, nato nel 1996, negli anni si è evoluto in un gioco di raffinata strategia. Paragonarlo agli scacchi non è un sacrilegio.
[…] La prima vittoria nel 2017. Come gestisci lo studio?
«Ho un forte senso del dovere. Appena tornato in Italia devo mettermi a scrivere la tesi: a fine ottobre mi laureo. Poi, prima di decidere che cosa fare, mi riposo: sono mesi che corro, per laurearmi e per arrivare pronto ai Mondiali».
Quanto impegno serve per diventare campione?
«Molti degli “allenatori” (dei Pokémon che vanno in campo, ndr ) giocano praticamente sempre. Io a un certo punto smetto. Mi fa paura il rischio di esagerare e perdermi altre cose della vita. È un po’ come con i social network, creano dipendenza: caderci dentro è molto facile. Io cerco sempre di darmi delle regole ferree».
luca ceribelli vince i campionati mondiali di pokemon
C’è poi anche l’impegno economico...
«In Italia siamo un po’ svantaggiati. Da noi i tornei di Pokémon sono equiparati ancora al gioco d’azzardo, non possono elargire denaro. I ragazzi di altri Paesi si pagano le trasferte con i premi vinti durante l’anno. Io mi sono arrangiato, sono stato con i miei amici in una camera da sei...».
Quindi non è sempre vero che i videogiochi limitano la socialità...
«Per me è il contrario: giocando a Pokémon sto viaggiando, ho amici ovunque. Rapporti forti, che nascono dalla passione e che coltiviamo a distanza.» […]
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