giuseppe catalano

PEPPE CATALANO STORY (CON MORTE MISTERIOSA) - MIELI: ''ERA INTRODOTTO NELLA ROMA MONDANA E MOLTO INVIDIATO: SCRIVEVA BENISSIMO, GIOCAVA A POKER TUTTA LA NOTTE, ERA UN BRAVO GIORNALISTA D' INCHIESTA. DIVENNE GRANDE AMICO DI LINO JANNUZZI AL QUALE PIACEVA QUESTO RAGAZZO BELLO CIRCONDATO DA RAGAZZE STUPENDE'' - LA SORELLA ELISABETTA DISSE: ''SI È COMPLETAMENTE PERDUTO, HA LITIGATO ANCHE CON LA FAMIGLIA, VIVE DA SOLO E...''

 

L’ESPRESSO 28 DICEMBRE 1969 DIRE ANARCHICI NON BASTA, A CURA DI GIUSEPPE CATALANO, PAOLO MIELI E MARIO SCIALOJA

 

https://stragedistato.wordpress.com/tag/giuseppe-catalano/?fbclid=IwAR0KHUVVYxF3qYb2PPfOB0fdyi8PkyAmEbiM-haIFaEI5vsesOOXE5MpPk0

 

 

 

L'EPOPEA DEL GIORNALISTA, TRA GLI ANNI SESSANTA E I SETTANTA

Lilli Garrone per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”

 

giuseppe catalano

Gli occhi azzurri vivaci, sempre molto attenti. Ed un sorriso irresistibile. Giuseppe Catalano, per chi lo conosceva «Peppe», il giornalista di 77 anni scomparso pochi giorni fa in tragiche circostanze a Sant' Oreste, oltre che un famoso redattore dell' Espresso negli anni della strategia della tensione, è stato anche un uomo molto ricercato e molto amato nell' affascinante mondo politico e culturale della Capitale tra la fine degli anni Sessanta ed i primi anni Settanta.

 

All' epoca «la Dolce vita» da via Veneto si era trasferita a piazza del Popolo, dove negli eleganti tavolini dei caffè si mescolavano politici, scrittori, artisti ed attrici famose, delle quali era grande amico, come Barbara Bach o Marina Vlady.

 

Studi dai Gesuiti all' Istituto Massimiliano Massimo, come compagni di scuola di Luca di Montezemolo con cui giocava a pallone e del quale era rimasto amico, o Mario Draghi o l' ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, Peppe Catalano, acceso tifoso romanista, arrivò all' Espresso presentato dalla sorella Elisabetta, fotografa famosa, allora compagna dello scrittore Fabio Mauri. Oltre che per il settimanale di via Po aveva lavorato anche per Vogue America, ed era amica di Fellini e frequentatrice del giro di artisti che lavoravano a Roma in quegli anni, come Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Francesco Clemente e lo scultore greco Jannis Kounellis.

auto giuseppe catalano 1

 

In quel mondo aveva introdotto il fratello, che così iniziò a frequentare posti strepitosi come l' Open Gate, dove le signore andavano a cena con l' abito lungo ed i capelli cotonati e gli uomini in smoking.

 

«Molto più di noi colleghi dell' Espresso», ricorda Paolo Mieli che con lui e con Mario Scialoja divideva la stanza, «era introdotto nella Roma mondana. Ed era molto invidiato: scriveva benissimo, con grande facilità, giocava a poker tutta la notte, era un bravo giornalista d' inchiesta. Divenne grande amico di Lino Jannuzzi (capo dei servizi politici del settimanale e poi nel 1968 Senatore del Partito Socialista) al quale piaceva questo ragazzo bello che aveva amiche come Marina Vlady (moglie di Robert Hossein) o Barbara Bach».

paolo mieli foto di bacco

 

Quest' ultima, allora moglie di Augusto Gregorini, divenne famosissima per aver girato un film con James Bond (allora Roger Moore), «La spia che mi amava» e lasciò in seguito il marito romano per sposare Ringo Starr. Ma sue amiche, che lui portava anche in redazione, erano anche Diane von Furstenberg o la fotografa Alberta Tiburzi. «Era un cordiale spendaccione, così cominciò a fare lo sceneggiatore cinematografico - aggiunge Paolo Mieli -. Elegantissimo, un gran fumatore di sigaro, divenne un idolo anche per Carlo Gregoretti».

 

vittorio sgarbi ed elisabetta catalano

L' altro compagno di stanza all' Espresso, Mario Scialoja, ricorda invece: «Quando lui non era alla sua scrivania ci precipitavamo a rispondere al suo telefono, per vedere quale di queste donne bellissime chiamava». E nel ricordarlo su Facebook Scialoja scrive come dei cinque della squadra «di ragazzi» di Lino Jannuzzi negli anni Settanta, che «portava spesso tutti assieme in ottimi ristoranti, perché con i soldi del giornale era di manica larga. E ai camerieri diceva: buon vino per i miei ragazzi, sigari per i miei ragazzi...» siano adesso rimasti "solo in due, io e Paolo Mieli".

lino jannuzzi

 

«È stato un gradissimo cronista» per Bruno Manfellotto, ex direttore dell' Espresso, « fu quello che segui più di tutti il fenomeno neo fascista. È stato uno dei grandi raccontatori di quella stagione e soprattutto attento all' incipiente terrorismo nero: chi li finanziava, dove erano, e quale era il loro retrobottega è stato il suo campo di battaglia. Bellissimo e scapolone impenitente, è stato il tipico giornalista di quella stagione».

 

Mario Scialoja

Peppe Catalano se ne è andato dall' Espresso nel 1976 per seguire Lino Jannuzzi a «Tempo Illustrato»: «Da allora non l' ho più visto - dice Mario Scialoja - e ogni volta che chiedevo notizie a sua sorella Elisabetta mi rispondeva: "Si è completamente perduto, ha litigato anche con la famiglia, non si sa quello che fa, gioca a poker e vive da solo in una casa fuori Roma».

 

Anche il fratello Francesco, che vive in Puglia non lo sentiva «da tre anni». «Da giovane era fantastico - aggiunge - ma poi si è richiuso in sé stesso, in totale abbandono, e si è perso. Si sono stupiti che non avesse numeri sul cellulare, ma lui non aveva neanche il computer, batteva ancora a macchina e poi portava in copisteria».

L' ultimo lavoro di cui si sappia è stato con Carla Martino, sorella del ministro Antonio, agli inizi degli anni 90 in un' agenzia di comunicazione.

cinzia tani roberto cotroneo

 

In quell' epoca l' incontro con Cinzia Tani: «Siamo stati fidanzati a lungo - racconta la scrittrice e giornalista - e siamo rimasti amici per tanto tempo . Quando mi offrirono di dirigere "Elite" ed ero molto impaurita mi ha aiutato con generosità, intelligenza e disponibilità, cosa che non è da tutti gli uomini. È stato un grandissimo giornalista che ha avuto delle vicissitudini che non gli hanno reso quello che avrebbe meritato».

 

Toni Concina, manager della comunicazione ed ex sindaco di Orvieto dove vive, l' ha visto negli ultimi tempi qualche volta «alla pizzeria "Tesone" di Felice in Prati, che adesso perderà un grande spirito» e Luca di Montezemolo l' ha incontrato qualche volta all' Hungaria. Ma, per lo più, sono stati anni di silenzio.

toni concina foto di baccoLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO CON GIACOMO URTISelisabetta catalanostefania sandrelli di elisabetta catalano 1967marina ripa di meana foto di elisabetta catalanofederico_felliniCatalogo-Elisabetta-Catalanoelisabetta catalano 1

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…