kamala harris donald trump

PER CHI VOTA IL PORNO NEGLI STATI UNITI: PER TRUMP O HARRIS? BUTTA MALE PERCHE’ I DUE CE L’HANNO CON L'HARD - BARBARA COSTA: “SE BIDEN LASCIAVA FARE, LA MIRACOLATA KAMALA È UNA BACCHETTONA ANTI PORNO E ANTI PROSTITUZIONE, PER LEI FAR SERVIZIO SESSUALE NON È VOLONTARIA SCELTA PRIVATA MA SEMPRE ‘COSTRIZIONE E SFRUTTAMENTO’. DICE CHE ‘OGNI DONNA CHE VENDE IL SUO CORPO È UNA VITTIMA’. HARRIS NON AFFERRA CHE VI SIANO PERSONE EMANCIPATE CHE LAVORANO NEL SESSO E COL SESSO. PEGGIO: LEGA PORNO E PROSTITUZIONE. IN CAMPO REPUBBLICANO, PEGGIO MI SENTO: SI POTREBBE PENSARE CHE TRUMP, RICONOSCIUTO SCOPATORE DI PORNO STAR, SIA DALLA LORO PARTE E INVECE…”

Barbara Costa per Dagospia

 

kamala harris gay pride

Elezioni USA 2024: per chi vota il porno? Trump o Harris? Butta male da tutt’e due le parti! Democratica e Repubblicano ce l’hanno col porno, non lo possono soffrire, e glielo fanno sapere. Se Biden, bontà sua, era un porno laissez faire, e lo assicurava, “i lavoratori del sesso (chiunque nel porno, o se prostituta/o, senza magnaccia) sono da rispettare e da tutelare”, la miracolata Kamala, la liberale Harris, ha tolto tale punto dalla piattaforma democratica.

 

Non c’è da meravigliarsi: Kamala è una bacchettona anti porno e anti prostituzione, per lei far servizio sessuale non è volontaria scelta privata, ma sempre “costrizione e sfruttamento”. La progressista Harris sul lavoro sessuale è preistorica: dice che “ogni donna che vende il suo corpo è una vittima”. Harris non afferra che vi siano persone emancipate lavorando nel sesso e col sesso, peggio, lega porno e prostituzione, e peggio ancora, sostiene sia settore solo di donne.

kamala harris gay pride 1

 

E tutti i maschi, e trans, che campano col sesso? E che sul lavoro porno, o sulla prostituzione legale in Nevada, ci pagano le tasse, cioè il lauto stipendio di Kamala? Stipendio da presidente, se eletta, a tutt’oggi da vice, e prima da senatrice, e ancora prima da procuratrice. Harris è tra i procuratori che più ha perseguito (perseguitato) squillo e clienti, finché è entrata ridente al Senato, a Washington, con una nuova idea: le squillo vanno lasciate stare, però vanno incarcerati i loro clienti, perfino tramite delazione!

 

kamala harris gay pride 2

Se andiamo in campo repubblicano, peggio mi sento: si potrebbe pensare che Donald Trump, riconosciuto sc*patore di porno star, sia dalla loro parte. Non sembra proprio. Benché Trump lo abbia smentito, “non lo conosco, non c’entro né voglio entrarci”, sul suo programma elettorale pesa il "Progetto 2025", 922 pagine che, tra l’intenzione di fare un repulisti dei funzionari infedeli, e la lotta all’aborto con vendita di pillole abortenti inclusa, vuole che alla pornografia tutta sia tolta la protezione del I Emendamento, che sia bandita dal web e fuori e che il porno sia cancellato del tutto e per sempre dagli USA.

 

trump celebra lgbt pride month

Trump ha un bel dirsi estraneo al Progetto 2025, ma è roba Heritage, influente think thank destrorso, nonché Progetto ideato da, dicono, 12 ex membri del I mandato Trump.

Se Trump è stato il primo presidente USA che ha riconosciuto e festeggiato il "Gay Pride Month", alla Casa Bianca, e può contare su frange LGBT+ che, dio sa come, lo amano e lo votano, ignorate dai media, Kamala Harris non si perde l’annuale sfilata Gay Pride mano nella mano col marito Douglas. Basta vi siano telecamere a coprire la loro gioia alla causa.

gay pride anti trump

 

Ma per Kamala, come per il suo vice Walz, e come per il vice di Trump Vance, la famiglia “etero” è sacra, fondamento sociale non criticabile. Però se Trump, almeno fino a ora che scrivo, coi suoi 3 matrimoni e 2 divorzi e intermezzi da single trapanatore, sulla sacralità della famiglia se ne sta zitto, Kamala no: i suoi social rigurgitano di post smancerosi su quanto sia “momala” (così svenevolmente la chiamano i due figli di primo letto del marito).

 

Ma Kamala, con un marito che ha cornificato la sua prima moglie con la baby sitter mettendola pure incinta di un feto abortito, che ha da "insegnarci" sulla sacralità della famiglia? Kamala, che si batte contro i predatori sessuali, non ha ripudiato i soldi che il predatore sessuale Harvey Weinstein in passato le ha dato per farla eleggere al Senato. E non se li ricorda, i soldi che le ha dato lo stesso Trump, per farla eleggere procuratrice?

kamala harris e marito al gay pride (2)

E infine: chiunque dei due sia eletto, è ora che metta su una severa e decente legislazione web.

 

Sia Harris sia Trump sono a favore di una legge che pone i proprietari dei siti responsabili di quello che gli utenti sui siti ci fanno. Posizione controversa, perché mica è sempre vero che io, proprietario, sia a conoscenza di conseguenza responsabile delle azioni pur criminose di chi, adulto e senziente, sul mio sito ci fa.

 

tiffany trump gay pride

Se io, criminale, uso il telefono per progettare crimini, quale Stato condanna "anche" la compagnia telefonica? E se io, criminale, uso la posta per spedire bombe, lettere minatorie, quale Stato condanna "anche" sé stesso, favoreggiatore dell’invio? Trump e Harris vorrebbero colpire la libertà adulta di fare porno consensuale, e di venderlo a adulti paganti, vogliosi e consapevoli, “per proteggere i minori”. Peccato che non si proteggono i minori non affrontando i reati veri, gravissimi, che popolano il dark web.

kamala harris contro predatori sessualicampagna antiporno 6kamala harris e marito al gay pridekamala harris ride 2kamala harris ridegay pride for trump gadgetkamala harris matrimoniogays for trump gadget 1campagna anti pornocherie de ville blocco pornhubkamala harris ride 1porno age verification indianakamala harris famiglia 1kamala harris famigliacampagna antiporno 7trump celebra lgbt pride month 1campagna anti porno 5gay pride for trumpdonald trumpgays for trumpcampagna anti porno 4campagna anti porno 3kamala harris famiglia project 2025kamala harris e marito al gay pride (1)campagna anti porno 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...