caschetto

BEPPE CASCHETTO, IL MINO RAIOLA DELLA TV - DA PIF A CROZZA, DA VOLO A VIRGINIA RAFFAELE, DA PORRO E TELESE FINO AD ANDREA ZALONE, I MAGNIFICI 7 DEL RE DEL TELE-MERCATO CAMBIANO TUTTI TV - CASCHETTO: “SE FOSSE UN LAVORO COSÌ FACILE E GRATIFICANTE, VORREBBERO FARLO IN TANTI. INVECE SIAMO POCHI, COME MAI?”

Maurizio Caverzan per “cavevisioni.it”

niente tv beppe caschettoniente tv beppe caschetto

 

Che cos'hanno in comune Fabio Volo, Luca Telese, Pif, Nicola Porro, Maurizio Crozza, Andrea Zalone e Virginia Raffaele? I magnifici sette (finora) sono tutti artisti e conduttori che nella prossima stagione cambieranno casacca. Cioè tv. Da Mediaset a La7, da Rai a Mediaset, da La7 a Discovery eccetera. Da parecchi anni non si registrava un telemercato così vivace, niente da invidiare al calciomercato. I cambiamenti nel sistema televisivo sono stati parecchi.

 

L'ingresso nella tv generalista di grandi editori internazionali come Sky e Discovery. La nomina di una dirigenza Rai decisa a imprimere una svolta nella gestione della tv pubblica. Altri mutamenti negli equilibri e nelle alleanze delle tv a pagamento e nella streaming tv. Con queste premesse, i contraccolpi nel mercato di artisti, showman e giornalisti erano inevitabili. Nuovi contratti, nuove collaborazioni, nuove provvigioni.

 

PIFPIF

Fabio Volo realizzerà una serie basata sulla sua vita quotidiana per il canale Nove di Discovery. Luca Telese da gennaio condurrà un programma di cronaca nera su La7. Pif dirigerà per Raiuno una serie tratta dal suo La mafia uccide solo d’estate e, in primavera, avrà una striscia su Raitre nella quale racconterà storie italiane. Nicola Porro è passato da Virus di Raidue a Matrix su Canale 5. 

 

Maurizio Crozza e Andrea Zalone nel 2017 si affacceranno dal Nove di Discovery con un nuovo programma di satira. Virginia Raffaele in autunno sarà ospite dello show di Mika e, nel 2017, protagonista di quattro serate su Raitre. Tanti cambiamenti, e ben vengano. La concorrenza, di solito, migliora la qualità dell'offerta in qualsiasi campo.

 

fabio volofabio volo

Tornando, però, ai tratti comuni dei magnifici sette, ce n'è un altro alquanto significativo. Indovinato: sono tutti appartenenti alla Itc2000, l'agenzia del mitico Beppe Caschetto. Protagonista assoluto del ricco telemercato di quest’anno (e non solo). Colui che, non a caso, è stato già definito “il Mino Raiola della televisione”.

 

Direte: se si hanno in portafoglio molte delle migliori star è logico che cambiamenti e spostamenti passino di lì. Certo: logico e giusto. Ma è giusto pure saperlo. Anche perché, qualcosa certamente non la sappiamo. Magari qualche new entry nella pregiata scuderia. O qualche trattativa non ancora chiusa. Oppure certi upgrade di qualche conduttore nella tv in cui già lavorano, tipo Giovanni Floris che raddoppierà - questo si sa - la sua presenza su La7 con uno spin-off di diMartedì dedicato ai siti storici e artistici del Belpaese.

 

niente tv beppe caschetto 1niente tv beppe caschetto 1

Dunque, Caschetto è il re del telemercato. Re prudente e circospetto. Che preferisce agire sottotraccia, senza riflettori puntati addosso. Un grande tessitore di rapporti e diplomazie. L’altro giorno, parlando del divorzio da Crozza, Urbano Cairo ha detto che “è stata una decisione concordata con il suo agente. Se avesse fatto un gesto verso di noi economicamente parlando, ci saremmo sforzati per tenerlo”.

 

Anche Daria Bignardi, che l’avrebbe voluto a Raitre, si è arresa alle richieste del comico ligure. Ma forse non è solo una questione di soldi. Il pensiero di Caschetto è: Crozza ha ancora bisogno di agire di rimessa, di essere laterale. È ancora presto per andare in Rai e stare al centro. Qualche tempo fa, intervistato da Salvatore Merlo del Foglio, ha detto: “Io accompagno i miei clienti nella loro carriera. Li indirizzo, capisco le loro potenzialità e li guido”. La differenza dagli altri colleghi e rivali? “Io voglio bene ai miei artisti”. Parole rare in questi ambienti. Ma bando ai sentimentalismi.

 

PORRO TELESEPORRO TELESE

Caschetto è un bolognese di origine siciliana, che non crede particolarmente all’amicizia, non frequenta salotti e feste e la sera, dopo che è stato a Roma o a Milano, se ne torna a Bologna dove vive con la moglie e i genitori. Fino a qualche tempo fa in treno. Ora più spesso con l’autista, che lo accompagna da un appuntamento all’altro. “Una volta mi è capitato di sentire mio padre che tentava di spiegare a un amico il mio lavoro”, mi racconta sul sedile posteriore di un duemila con i vetri oscurati. “Fa l’agente, diceva mio padre.

 

CROZZACROZZA

E quell’altro: che agente? Assicurativo, immobiliare? No, agente dello spettacolo… Ah, ecco: lusso, belle donne… Bene - prosegue Caschetto nella sua camicia candida prima di salire negli uffici dei dirigenti di un grande editore - se fosse un lavoro così facile gratificante e con ampi margini, vorrebbero farlo in tanti, no? Invece siamo pochi, come mai?”.

 

anna oxa virginia raffaeleanna oxa virginia raffaele

Magari c’è poco spazio, se un agente da solo ha un parco di trenta star non è che restino delle praterie… “Ma no… Caso mai è il contrario. Uno ha tante star perché son pochi quelli che han voglia di farsi il mazzo. Una volta Giorgio Gori mi disse: voi agenti vivete bene, siete potenti, stabilite le condizioni... Giorgio, perché non lo fai anche tu l’agente? Fossi matto, mi ha risposto.

 

Ecco: in questo mestiere bisogna aver presente tutto e tutti, contare spesso fino a venti, saper misurare le parole e i silenzi, le telefonate e le pause. Io non ho talenti particolari, non eccello in niente… Metto insieme tante piccole cose. Pazienza, sacrificio, capacità di ascoltare, capire le ragioni delle parti, sapere quando accelerare e quando frenare, stare sul pezzo…”.

giorgio gorigiorgio gori

 

Forse il talento è proprio l’assemblaggio di tante doti e di tante conoscenze. Buoni rapporti in Rai, buoni rapporti in Mediaset, mezza La7 in mano a artisti e giornalisti suoi… Piccole doti e lavoro certosino. È così che i magnifici sette diventano anche munifici. E chissà quante sono le cose che non sappiamo…

CASCHETTO PIF CROZZACASCHETTO PIF CROZZA

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, SERGIONE AVEVA INFATTI SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSAGGI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA COLLABORATORI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....