canone rai bolletta mario draghi

POSTA CELERE! - ''CARO DAGO, LEGGO SULLA “REPUBBLICA”, DA VOI RIPRESA, LA DIFESA STRENUA DI UNA TASSA CHE NON CONVINCE, GIUSTAMENTE, L'UNIONE EUROPEA: IL CANONE RAI – IL QUOTIDIANO DI ELKANN DIFENDE L’ULTIMO MONOPOLIO DI STATO PAGATO CON LE BOLLETTE DELLA LUCE (90 EURO ANNUI) A PRESCINDERE, FINGENDO CHE OGGI I TELEUTENTI NON POSSANO SCEGLIERE LIBERAMENTE I CANALI E LE PIATTAFORME (A PAGAMENTO) DA VEDERE. DUNQUE, DOBBIAMO CONTINUARE A PAGARE UNA TASSA SULL’APPARECCHIO TV?''

canone rai 7

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Caro Dago,

il balzello (a mio parere improprio) del canone Rai che nel 2005 è stato imposto sulle bollette elettriche dall’ex premier Matteo Renzi non convince, giustamente, gli organismi comunitari europei. E l’attuale primo ministro, Mario Draghi, appare intenzionato a cassarlo. Ben fatto.

 

mario draghi.

A Palazzo Chigi, leggo, stanno studiando un nuovo meccanismo di riscossione. Ma Draghi avrebbe potuto fare di più (e di meglio) in tempi del rincaro di tutte le fonti energetiche a causa della guerra in Ucraina. Vale a dire, sospendere per un anno il pagamento dei 90 euro sulle utenze elettriche almeno per le fasce sociali più deboli.

 

ALDO FONTANAROSA

Con la rincorsa del costo dell’energia casalinga, la tassa-Rai (vale 500 milioni di euro per l’erario) di fatto annulla gran parte dei benefici (sconti) annunciati dal governo.

 

Leggo sul suo sito, non senza meraviglia, l’articolo del giornalista Aldo Fontanarosa della Repubblica che lancia in resta si scaglia in difesa della Rai e dell’attuale pagamento del canone che, bontà sua, ha “funzionato alla meglio e stroncato l’evasione”.

 

Il giornalista forse ignora che oltre 15 milioni di euro, come denunciato da “Striscia la notizia”, sono ancora nelle casse dei gestori elettrici. Per aggiungere su mamma Rai: ciò ha consentito al servizio pubblico di chiudere in “sostanziale pareggio e di tenere i conti in ordine” il bilancio 2021.

 

john elkann a venezia

Dunque, nella Rai degli sprechi, delle marchette e delle pubblicità sublimali, delle comparsate, degli investimenti sbagliati, sono i forzati del canone (anche quelli che non hanno un apparecchio tv o sono morti da anni) a tappare i loro buchi aziendali.

 

Ma all’articolista della Repubblica, sponsor di viale Mazzini, tutto ciò sembra non interessare. Difende l’ultimo monopolio di Stato a prescindere, fingendo che oggi i teleutenti non possano scegliere liberamente i canali e le piattaforme (a pagamento) da vedere. Stiamo corrispondendo ancora una tassa sull’apparecchio tv?

 

E perché pagare un balzello ad personam e non sul servizio offerto (90 euro) se, non è il mio caso, non voglio più sintonizzarmi con i canali della Rai?  Chi scrive ha impiegato due anni per cancellare tra gli abbonati i suoi genitori purtroppo scomparsi grazie proprio all’attuale iniquo sistema di riscossione che non consente di verificare nemmeno su chi ha lucrato, di furto si tratta, tra la Rai e l’Enel. E non si tratta di casi isolati.

Lettera firmata

canone rai 5CARLO FUORTEScanone rai 1CANONE RAI

 

canone rai 2canone rai fantozziRAI CANONE

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