CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO DALLA PRIMA PAGINA DI “AVVENIRE”: “IMMIGRATI, LA PAURA CRESCE PERCHÉ L’ITALIA ‘GALLEGGIA’”. TRATTANDOSI DI IMMIGRATI CHE ARRIVANO VIA MARE, SAREBBE PEGGIO SE AFFONDASSE – “LA VERITÀ”: “CON TAVARES ‘TAGLI E VENDITE A PICCO’ MA LUI SI BECCA PREMI PER 100 MILIONI”. QUINDI HA FATTO SCENDERE A PICCO ANCHE I TAGLI? NO? ALLORA ERA MEGLIO SCRIVERE: “CON TAVARES VENDITE A PICCO E TAGLI”
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
Secondo Maurizio Belpietro, direttore della Verità, Volodymyr Zelensky avrebbe «perso almeno 80.000 uomini» nella guerra scatenata dalla Russia, mentre Vladimir Putin «avrebbe mandato a morire in Ucraina 200.000 soldati», così afferma nel suo editoriale di prima pagina. «In totale, la guerra iniziata con l’invasione del 24 febbraio del 2022 avrebbe fatto più vittime di quelle delle guerre mondiali».
Dunque, stando a Belpietro, nei due conflitti mondiali sarebbero morti in tutto 280.000 soldati. Premesso che in materia mancano le cifre ufficiali, non si comprende come il direttore della Verità possa essere giunto a una conclusione tanto sballata.
SBARCO DI IMMIGRATI A LAMPEDUSA
Infatti, molteplici fonti (Statistical and research branch of the war department e archivio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, enciclopedia Britannica, studi di storici quali Niall Ferguson, John Keegan e Antony Beevor), indicano che nella Prima guerra mondiale perirono dagli 8,5 ai 10 milioni di soldati e nella seconda dai 21 ai 25 milioni, cioè, complessivamente, almeno 105 volte il numero delle vittime accreditato da Belpietro.
Nella Seconda guerra mondiale, l’Unione Sovietica perse circa 8,7 milioni di militari, classificandosi al primo posto della tragica statistica.
Associated press - Kim Jong-un e figlia Ju-ae
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Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Immigrati, la paura cresce perché l’Italia “galleggia”». Trattandosi di immigrati che arrivano via mare, sarebbe peggio se affondasse.
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In apertura del servizio di copertina dedicato al dittatore della Corea del Nord, il settimanale 7 pubblica una grande foto del despota a cavallo fra le nevi con una ragazza. La didascalia recita: «Da sinistra Kim Jong-un, 40 anni, leader supremo della Corea del Nord con la sorella minore Kim Yo-jong, 37 anni, direttrice del dipartimento per l’agitazione e la propaganda».
7 - Figlia e sorella di Kim Jong-un
Ma la dicitura originale della foto fornita dal governo nordcoreano e diramata dall’agenzia Associated press racconta tutt’altro: «Kim Jong-un a cavallo con sua figlia Ju-ae durante una visita al monte Paektu, Corea del Nord, nel 2019», come riportato lo scorso 31 agosto dal quotidiano britannico Independent. Lo scambio di persona trova conferma nella pagina seguente di 7, dove compaiono le foto di Ju-ae, la figlia, e di Kim Yo-jong, la sorella del dittatore.
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Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, ignora il greco ma ne fa sfoggio, e nonostante mastichi poco di etimologia italiana se ne ammanta, anche se gli basterebbe aprire un vocabolario.
Sul giornale che guida, sotto la direzione editoriale di Andrea Tornielli, a suo tempo laureatosi all’Università di Padova in storia della lingua greca, si legge testualmente: «Tutto questo ci permette di non cadere nel cinismo, una parola che viene dal greco kinos, “cane”».
Ma è un greco che non esiste: cane in greco si dice kýon, genitivo kynós, per chi non lo sapesse, e cioè lo stesso Monda, che peraltro ha un passato di professore di religione nelle scuole, mica di greco o di italiano.
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Titolo dalla Verità: «Con Tavares tagli e vendite a picco ma lui si becca premi per 100 milioni». Quindi ha fatto scendere a picco anche i tagli? No? Allora era meglio scrivere: «Con Tavares vendite a picco e tagli».
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In un articolo nella Cultura del Corriere della Sera, lo scrittore Frediano Sessi si occupa del ventunenne polacco Wieslaw Kielar, rinchiuso ad Auschwitz il 14 giugno 1940: «Lottando continuamente per uscire vivo da quell’inferno, registra minuziosamente la vita e la morte degli uomini, delle donne e dei bambini ebrei e non rinchiusi nel Lager».
Dimentico (o ignaro) del fatto che l’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, Sessi con il suo errore finisce per confondere le idee al lettore: infatti sembra che stia parlando solo di bambini ebrei, e non rinchiusi nel lager. Equivoco che si sarebbe potuto evitare se avesse usato il corretto avverbio negativo olofrastico: «Bambini ebrei e no rinchiusi nel Lager».
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Giulio Pinco Caracciolo sul Messaggero: «“Amo le immagini delle donne morte. Adoro ammirare i loro volti, ma devono essere belle e giovani”. Questa l’inquietante confessione di Marco Conocchia, 53enne romano condannato a due anni e quattro mesi per ricettazione. Da oltre dieci anni si aggirava tra le lapidi del cimitero del Verano per soddisfare la sua perversione, ovvero collezionare i visi di ragazze riprodotte su fotoceramica». Si possono clonare i corpi sugli ovali delle lapidi?
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In conflitto permanente con le virgole, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, scrive nel suo editoriale di prima pagina: «Il primo Mani di forbice a spese della Salute fu senz’altro Mario Monti, che avendo contribuito a far cadere l’ultimo governo di Silvio Berlusconi, a sinistra fu accolto come un salvatore della Patria».
La mancanza di una virgola dopo «che», subito prima di «avendo», separa il soggetto dal verbo. Poco oltre, Belpietro aggiunge: «Roberto Speranza, il quale da ministro della Salute ha scoperto la necessità di mettere mano al portafogli per aumentare il personale sanitario e per retribuire meglio gli “eroi” che stanno in corsia solo dopo il Covid». Ci sono «“eroi”» che stanno in corsia solo dopo la fine della pandemia? No? Allora bisognava scrivere: «Per retribuire meglio, solo dopo il Covid, gli “eroi” che stanno in corsia».
maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (2)
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In un secondo editoriale uscito in prima pagina lo stesso giorno, Maurizio Belpietro osserva: «Infatti, quando in gioco ci sono interessi cari ai cosiddetti progressisti, la legge che legalizza ciò che legale non è, diventa non soltanto possibile, ma addirittura necessaria per premiare gli abusi». Ancora una volta la virgola dopo «non è» separa il soggetto dal verbo.