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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – “TITOLO DAL SITO DELLA ‘REPUBBLICA’: ‘L’INFLAZIONE GONFIA LA POVERTÀ ASSOLUTA PER COLPA ANCHE DELL’INFLAZIONE’. CERTO CHE È UNA FACCENDA BEN STRANA” – “VITTORIO FELTRI CRITICA LA FESTA ISLAMICA DEL SACRIFICIO E SCRIVE CHE LA RICORRENZA RICORDA QUELLO DI ABRAMO, ‘IL QUALE STAVA PER UCCIDERE IL PROPRIO FIGLIO, ‘ISMAELE’”. TUTTO ESATTO, TRANNE CHE PER UN PARTICOLARE, PERALTRO FONDAMENTALE: IL FIGLIO IN QUESTIONE NON ERA ISMAELE, BENSÌ ISACCO…”

ALAIN ELKANN

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

Alain Elkann ricorda sulla Stampa la figura di Ernesto Ferrero, morto il 31 ottobre, che fu per 18 anni direttore del Salone internazionale del libro di Torino: «Ernesto era affascinato dalla fantasia di Emilio Salgari, a cui ha dedicato il libro “Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del Capitano Salgari”.

 

tomba di emilio salgari nel cimitero di verona

È la storia degli ultimi giorni di quello scrittore che è sempre rimasto a Torino e ha immaginato il mondo attraverso la sua fantasia».

 

Comprendiamo che Elkann, padre dell’editore del quotidiano torinese, inclini al campanilismo, ma si dà il caso che Salgari fosse nato a Verona il 21 agosto 1862; che avesse trascorso l’infanzia a Tomenighe di Sotto, località del Comune di Negrar, in Valpolicella, dove c’è ancora Ca’ Salgari, abitata da un suo lontano parente;

 

EMILIO SALGARI

che avesse esordito sulla Nuova Arena di Verona nel 1883 con Tay-See, romanzo a puntate; che fosse stato assunto come cronista dall’Arena nel 1885; che in quello stesso anno avesse sfidato a duello un collega dell’Adige, Giuseppe Biasioli, nelle campagne di Chievo, alle porte di Verona;

 

che dal 1894 in avanti avesse traslocato con la famiglia prima a Ivrea, poi a Cuorgnè, quindi ad Alpette; che dal 1897 avesse abitato a Sampierdarena, in Liguria.

 

Salgari visse a Torino dal 1900 al 1911, quando a 49 anni si suicidò. Le sue spoglie mortali sono sepolte nel Cimitero monumentale di Verona. Come si vede, il sempre nel lessico di Elkann perde il significato dell’avverbio («senza interruzione, senza termine di tempo»).

 

corriere della sera, gino girolomoni resuscitato

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Una pagina pubblicitaria del Corriere della Sera presenta un appuntamento dell’iniziativa «Il bello dell’Italia», promossa dal quotidiano. Nell’inserzione si legge che «Pesaro, la cultura in crescendo» si terrà il 10 novembre nella città marchigiana, con la partecipazione, fra gli altri, di Gino Girolomoni, fondatore di Alce nero.

 

Lo escludiamo, ahinoi. Il visionario profeta dell’agricoltura biologica (avemmo il privilegio d’intervistarlo 23 anni fa e di biografarlo nel libro Italiani per bene, edito da Marsilio), che si era dato il nome dello sciamano degli Oglala, la tribù dei Sioux guidata da Cavallo pazzo, è morto d’infarto a Fossombrone il 16 marzo 2012.

 

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MATTEO PIANTEDOSI A BRUXELLES

Hoara Borselli su Libero intervista il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Domanda: «La sospensione di Shengen anche ai nostri confini con la Slovenia darà dei risultati?». La convenzione venne firmata in una località del Lussemburgo, non in Cina: si chiama Schengen.

 

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Sul Giornale, nella rubrica “La stanza di Feltri”, il direttore editoriale Vittorio Feltri critica la festa islamica del Sacrificio e scrive che la ricorrenza ricorda quello di Abramo, «il quale stava per uccidere il proprio figlio, Ismaele, su ordine di Dio, che lo stava mettendo in tal modo alla prova». Tutto esatto, tranne che per un particolare, peraltro fondamentale: il figlio in questione non era Ismaele, bensì Isacco.

 

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la repubblica, l'inflazione e colpa dell'inflazione

Leonor, la primogenita del re Felipe VI di Spagna, ha compiuto 18 anni ed è diventata l’erede al trono. Il Sole 24 Ore scrive erroneamente: «La principessa Leonor sarà la prima regina di Spagna dopo Isabella di Castiglia».

 

Anche altri giornali prendono la medesima cantonata. L’ultima regina di Spagna fu Isabella II di Borbone (1830-1904). Il suo governo reazionario provocò lo scoppio di tre insurrezioni, l’ultima delle quali la costrinse a riparare in Francia, dove nel 1870 abdicò a favore del figlio Alfonso XII.

 

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Titolo dal sito della Repubblica: «L’inflazione gonfia la povertà assoluta per colpa anche dell’inflazione». Certo che è una faccenda ben strana.

 

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Conclusione dell’editoriale di prima pagina firmato da Angelo Panebianco sul Corriere della Sera: «Forse, sotto l’impatto di minacce plurime, l’Europa – quel tanto d’Europa che c’è – si disgregherà. O forse la paura la spingerà a serrare le fila. In ogni caso, il tempo della noia sembra proprio finito».

 

vittorio feltri

A noi non pare, professore. Perciò, a costo di apparirle noiosi, ripetiamo la lezione che le avevamo impartito appena un mese fa, con l’aiuto del compianto linguista Luca Serianni: l’uso di fila come plurale di fila «serie di persone o cose», invece di file, è erroneo (Grammatica italiana, Utet, 1989).

 

Per vincere la sua noia, ricorriamo oggi ad Aldo Gabrielli, un’autorità indiscussa nella materia: «In questo errore marchiano cadono pezzi grossi e piccoli e anche mezzani: voglio dire un po’ tutti. Non c’è discorso dove l’oratore non inciampi nelle “fila del partito” o non inviti i seguaci a “stringere le proprie fila”.

 

angelo panebianco foto di bacco (2)

L’italiano è certo una lingua difficile, e anche piena di trabocchetti, ma forse è troppo ignorata anche da chi non dovrebbe ignorarla. Esiste un sostantivo femminile singolare la fila, “serie di persone o cose più o meno allineate una dietro l’altra”, che ha un plurale regolare le file; si dice perciò che davanti ai negozi si formano “lunghe file” di persone per comprare il pane, e che i militari “rompono le file”, cioè rompono il loro allineamento.

 

LUCA SERIANNI

Esiste poi un secondo sostantivo, ma di genere maschile, il filo, propriamente il prodotto della filatura (un filo di lana, di cotone) che ha, purtroppo, due plurali: uno regolare maschile, i fili, e uno irregolare femminile, le fila.

 

È dunque un altro di quei nomi sovrabbondanti che abbiamo esaminato or ora. Il plurale più comune è quello regolare, i fili: “Le Parche filano e tagliano i fili della vita umana”, “i fili del telegrafo”, “tre fili di perle”.

 

la verita??, proiettili a rilento

Il plurale femminile le fila è d’uso più limitato: si incontra in senso collettivo, per indicar molti fili presi insieme: abbiamo così “le fila dell’ordito”, e diciamo che il formaggio fuso “fa le fila”; ma più spesso in frasi figurate, come “le fila della congiura”, “il traditore ordisce le sue fila”. Tutto qui. E dunque attenzione, pezzi grossi e piccoli: le fila del cacio e del tradimento; ma le file del partito, dell’associazione e dell’esercito». (Si dice o non si dice, Mondadori, 1976).

 

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Titolo dalla Verità: «Col taglio ai fondi e senza munizioni la guerra di Kiev rischia di fallire». Sommario: «La destra americana esige lo stop agli aiuti, Bruxelles spedisce proiettili a rilento». Sono munizioni di nuovo tipo? Pallottole al rallentatore? No? Allora si doveva scrivere: «Bruxelles spedisce a rilento proiettili».

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