fabrizio salini

RAI, LA “PAZZA IDEA” DI SALINI: SPINGERE SULL’ACCELERATORE DELLE NOMINE PER LE SUPERDIREZIONI PRIMA DELL’OK DI MISE E COMMISSIONE PARLAMENTARE AL NUOVO PIANO INDUSTRIALE. MA LA VIGILANZA FRENA. RETROSCENA DA VIALE MAZZINI E IL TESTO DELLA RISOLUZIONE CHE VUOLE VINCOLARE LE NOMINE - AI PALINSESTI MANCANO FAZIO, CLERICI, BOLLE, INCONTRADA E FIORELLO CHE, COME DAGOANTICIPATO, È PRESENTE IN VIDEO

 

Marco Antonellis per Dagospia

 

Grane in vista per Fabrizio Salini. Proprio mentre oggi c’è stata la presentazione in pompa magna dei palinsesti Rai (stasera sono previsti 1400 invitati alla cena anche se alcuni tra i talent più importanti non ci saranno: mancheranno all'appello Fabio Fazio, Antonella Clerici, Roberto Bolle, Vanessa Incontrada e Rosario Fiorello che, come Dagoanticipato, è presente oggi a Milano soltanto in video) domani pomeriggio alle 14 la commissione di vigilanza parlamentare partirà lancia in resta contro l'Ad di viale Mazzini, con una risoluzione che Dagospia è in grado di anticipare integralmente.

fabrizio salini marcello foa

 

Nella risoluzione presentata da Forza Italia ma che, dai rumors che giungono dal parlamento, rischia di trovare consenso anche presso altre forze politiche, si chiede senza mezzi termini di bloccare le nomine del nuovo piano industriale in attesa che si esprimano la commissione di vigilanza stessa ed il Ministero dello sviluppo economico.

 

Eh già, perché a quanto rivelano fonti interne a viale Mazzini, l'idea di Fabrizio Salini (che non a caso anche stamattina in conferenza stampa a Milano ha ribadito l’importanza di far partire prima possibile il nuovo piano industriale) sarebbe quella di giocare d'anticipo e di procedere con le nomine delle superdirezioni già entro l'estate (tanto per fare alcuni nomi si parla di Fabiano, Ammirati e Teodoli che sarebbero stati recentemente contattati dall'Ad).

 

Insomma, dopo le enormi polemiche sollevate dal doppio incarico che hanno costretto Marcello Foa alla resa, stavolta la commissione di vigilanza parlamentare vuole giocare d'anticipo.

 

 

RISOLUZIONE SULLE NOMINE PREVISTE DAL PIANO INDUSTRIALE 2019-2021

 

La Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisiva

 

PREMESSO CHE:

 

gli articoli 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;

l’articolo 14 del Regolamento interno della Commissione citata stabilisce che la stessa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;

fabrizio salini marcello foa

l’articolo 45 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), prevede al comma 1 che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato in concessione a una società che lo svolge sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale con il quale ne sono individuati diritti e obblighi;

l’articolo 2, comma 9 della legge 28 dicembre 2015, n. 220 prevede che “Il Consiglio di amministrazione, oltre ai compiti allo stesso attribuiti dalla legge e dallo statuto della società, approva il Piano industriale e il piano editoriale (…)”;

l’articolo 2, comma 10, lettera e) prevede che l’amministratore delegato provvede, tra gli altri compiti assegnati, all’attuazione del piano industriale;

il 12 marzo 2019 il Consiglio di amministrazione della Rai ha esaminato e approvato il Piano industriale 2019-2021 che prevede cambiamenti organizzativi introdotti dal nuovo modello organizzativo “content-centric”;

nello specifico il modello organizzativo prevede il consolidamento dei canali sotto la funzione distribuzione che  è “responsabile ad indirizzare, coordinare e armonizzare la struttura complessiva sulle diverse piattaforme”; in particolare, il Responsabile distribuzione indirizza e supervisiona i responsabili di canale; coordina gli slot di palinsesto e gestisce le interazioni con marketing e area contenuti;

nel nuovo modello sono altresì previste nove direzioni orizzontali che riguardano diversi ambiti di prodotto: intrattenimento prime-time, intrattenimento day-time, intrattenimento culturale, fiction, cinema e serie tv, documentari, ragazzi, nuovi formati e digital, approfondimenti;

fiorello a radio2 social club 3

il Piano industriale 2019-2021 prevede altresì l’istituzione del canale in inglese, distribuito da Rai Com con l’obiettivo di “trasmettere originali prodotti in inglese in collaborazione con partner esterni” nonché l’istituzione del canale dedicato all’informazione istituzionale “prodotto e gestito da Rai Parlamento e con GR Parlamento con il quale verranno realizzate sinergie operative ed editoriali”;

al fine di acquisire gli elementi necessari per formulare ogni opportuna valutazione in merito al Piano industriale 2019-2021, la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisiva ha previsto in merito un ciclo di audizioni;

il Contratto di servizio 2018-2022, all’articolo 25, stabilisce che ai fini dell’attuazione della missione di servizio pubblico, la Rai è tenuta ad assolvere precisi obblighi. Nello specifico, in merito al Piano industriale, l’articolo 25, comma 1, lettera u), specifica che “la Rai è tenuta a presentare al Ministero dello sviluppo economico, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano industriale di durata triennale” (…)-:

 

IMPEGNA:

antonella clerici 2

il Consiglio di amministrazione della Rai a non procedere alle nomine previste dal Piano industriale 2019-2021, in considerazione delle modifiche stabilite dal nuovo modello organizzativo citato in premessa, nelle more sia dell’acquisizione di ogni tipo di determinazione formulata dal Ministero dello sviluppo economico, così come previsto dal Contratto nazionale di Servizio, sia della conclusione del calendario di audizioni con le conseguenti valutazioni della Commissione di Vigilanza Rai, con il precipuo intento di evitare che si possano determinare possibili contestazioni anche di natura erariale con impatto sulla gestione dell’azienda pubblica.

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…