marcello foa alberto matano

RAI, DI TUTTO DI PUS - IL CDA RICANDIDA MARCELLO FOA E FORZA ITALIA DARA’ L’OK IN VIGILANZA - PARTE IL RODEO DEI DIRETTORI E COME DAGOANTICIPATO IN POLE POSITION PER IL TG1 C’E’ ALBERTO MATANO, IN QUOTA GRILLINA (MA MOLTO CARO ANCHE A MARIA ELENA BOSCHI) - ECCO IL POSSIBILE RISIKO DI POLTRONE A VIALE MAZZINI

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

MARCELLO FOA

L'incoronazione per Marcello Foa è pronta. Ma il brindisi non è stato ancora allestito. Gli amici gli dicono: «Marcello, ormai è fatta. Cin cin?». Ma lui rimane prudente: «Aspettiamo un altro po'. Mi devo ancora guadagnare la fiducia della commissione di Vigilanza, di cui ho il massimo rispetto». Una volta ottenuta quella, si entrerà subito - da giovedì - nel rodeo delle nomine dei direttori. Ossia nella lotta dura, tra leghisti e grillini, per la spartizione dei tiggì e delle reti. La priorità adesso è questa: chi riesce meglio, tra i giallo-verdi, a piazzare i suoi.

vincenzo spadafora e alberto matano

 

Il Carroccio si fa forte di 3 voti sicuri (Foa, Rossi e Di Blasio) su 7 nel Cda, l' organismo che vota sui nomi proposti dall' ad Salini, mentre M5S ne ha uno (Laganà). E già la condizione di partenza è squilibrata, a danno di Di Maio. Proprio per questo, Salvini vorrebbe puntare al pienone: sia il direttore del Tg1, sia il direttore di RaiUno. Ovvero le due corazzate. M5S è già in trincea: «Così è troppo». La quadra, come sempre, si troverà, ma la guerra degli appetiti impazza.

 

GLI INCASTRI

alberto matano (4)

Il Carroccio non dà per scontato, a dispetto delle voci che circolano, che la poltrona del Tg1 andrà ad Alberto Matano, in quota grillina, e sta crescendo la voglia d' impuntarsi. Secondo questo ragionamento: «L' accordo iniziale, quello sull' ad scelto da Di Maio e sul presidente scelto da Salvini, prevedeva che, come riequilibrio per noi, visto che la poltrona di presidente conta poco, ci sarebbe stato il Tg1.

 

Quell' accordo dovrebbe valere ancora». In base all' intesa di allora, a dirigere il Tg1 dovrebbe andare Gennaro Sangiuliano, attuale vice, che non solo è nelle grazie di Salvini e del resto del centrodestra ma può anche vantare - e su questo nei piani alti del Carroccio s' insiste - una conoscenza personale e frequentazione accademica con il premier Conte. Ed è mai possibile che Conte non venga in alcun modo rappresentato nella nuova Rai e che non abbia alcuna voce in capitolo nelle nomine?

GENNARO SANGIULIANO CON SALVINI E Giuseppe Malara

 

Dunque, per quanto riguarda l' ammiraglia, una poltrona per due. Chi la spunterà? Se Matano - su cui fioccano i sospetti leghisti: «E' stato super-renziano» - va alla guida del Tg1, al Tg2 va Sangiuliano. Oppure viceversa. Visto che le voci sulla promozione a direttore del 2 in quota salvinista di Luciano Ghelfi, attuale quirinalista, vengono per lo più giudicate fake news. Si tende ad escludere anche il trasloco di Andrea Montanari dal Tg1 al Tg3, in cui dovrebbe restare Luca Mazzà, considerato «equilibrato» agli occhi dell' entourage di Salvini.

 

LA RADIO FA GOLA

maria pia ammirati

Da giovedì si balla, insomma. Ed è giusto così. Perché lo stallo dovuto al caso Foa ha impedito all' azienda una operatività strategica, anche se - di contro - ha consentito all' ad Salini di avere più tempo per studiare i vari dossier e impadronirsi della conoscenza dell' azienda. Nella quale riveste una importanza assoluta RaiUno. Quella di Sanremo, per intenderci, delle fiction nazional-popolare, del bacino pubblicitario di gran lunga più imponente. Marcello Ciannamea, attuale direttore dei palinsesti, molto ben visto dalla Lega, è quasi sicuro alla guida di questo panzer.

 

E si stanno definendo anche le altre due poltrone: Maria Pia Ammirati, ben vista dai grillini, a Rai2; mentre Stefano Coletta resterebbe alla terza rete. A meno che la stima e amicizia che legano l' ad Salini e Carlo Freccero non portino quest' ultimo a RaiTre, ma potrebbe spuntare per lui anche qualche altro ruolo inedito adatto al personaggio. Che comunque non ha ricevuto nessun segnale e non ama stare in mezzo ai gossip.

carlo freccero

 

RadioUno è un altro boccone ghiottissimo. Non comprende soltanto la rete ma anche i tre giornali radio. In pole position viene dato Ludovico Di Meo, ben visto nel centrodestra, considerato uomo Rai d' esperienza sia in testate giornalistiche sia in reti generaliste (è attuale vice-direttore di RaiUno). Ma anche Giuseppe Carboni, ora Tg2 e ben visto dai grillini, viene visto in pista. Per non dire (centrodestra) di Paolo Corsini.

 

PAOLO CORSINI

La pervicacia con cui la Lega punta, e probabilmente con successo, sulla direzione della testata regionale - cruciale per avere potere e consensi sui territori - sta creando malumori in M5S, che chiede compensazioni forti. Anche se, al contrario del Carroccio, ha pochi fedeli da piazzare e non si fida troppo dei riciclati. Per la TgR la sfida è a tre, tutti del Nord e graditi alla Lega: Alessandro Casarin (in vantaggio), Maurizio Losa (volto storico delle cronache milanesi su Mani Pulite) e Roberto Pacchetti.

 

L'ULTIMO TEST

Giovedì si apre il rodeo. E il giorno prima sarà tutta da godere l' audizione, che precede il voto, di Foa in Vigilanza. Non sarà una formalità. Le domande, specie di Leu e Pd, si preannunciano toste e Foa si sta preparando a raccontare se stesso e soprattutto la sua idea di servizio pubblico e la sua visione industriale e culturale dell' azienda.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…