LA ROMA DEI GIUSTI - “LESBIAN FOR JENNIFER!” MIGLIAIA DI RAGAZZINE PAZZE PER LA DIVA DI “HUNGER GAMES”. MA C’È ANCHE CHI È “FROCIO PER CHECCO”?
Marco Giusti per Dagospia
Sesto giorno del Festival. Arriva la ragazza di fuoco! Aiuto! Gia' alle otto e mezza di questa mattina, l'Auditorium era pieno di ragazzine che aspettavano solo lei. "Lesbian for Jennifer" gridava un cartello in mano a una di loro. Difficile che ci sia qualche ragazzo che scrivera' un equivalente "So frocio per Checco". Perche' neanche Checco Zalone, con tutti i suoi incassi, neanche i bei ragazzetti coprotagonisti della seconda parte di "The Hunger Games", Josh Hutcherson e Liam Hemsworth, possono competere con Jennifer Lawrence.
Perche' lei, una delle poche attrici che possa vantarsi di essere stata candidata all'oscar a 20 anni ("Winter's Bone") e di averlo vinto a 22 ("The Silver Linings Playbook"), ha il cuore e l' arco di Katniss Everdeen con cui puo' fare uscire tutto il mondo dalla crisi in cui si trova, farci uscvire dalla depressione e dalla tristezza. Sacrificarsi per la sorellina Prim, amare tutti i ragazzi che sono pazzi di lei e salvarli dalla morte, puo' tendere l'arco contro il cielo e mettersi gli abiti di Alexander McQueen e i profumi di Dior, visto che e' il nuovo testimonial.
E' rimarra' per sempre la ragazzina di Louisville come del Distretto 12. Non lo capiscono facilmente I critici barbogei che hanno dovuto attraversare un pischellume femminile in atttesa ai cancelli del festival stamattina. Che fastidio, ovvio! Tanto si sa che i festival si fanno perche' i critici possano vedere i film in sale vuote no? Non e' questo il loro sogno. Una freccia anche per loro.
Non prendiamo sottogamba questo secondo episodio della saga scritta da Suzanne Collins, "The Hunger Games: La ragazza di fuoco", diretto da Francis Lawrence ("Constantine", "Io sono leggenda", "Acqua per elefanti"), certo meno interessante e personale del regista del primo film, Gary Ross, che lo scrisse assieme Billy Ray. Per questo secondo episodio, pensando ancora alla regia di Ross, lo sceneggiatore era l'inglese Simon Beaufoy ("The Full Monty", "Il milionario"), poi sostituito da Michael Arndt ("Toy Story 3") quando come regista e' sbentrato Francis Lawrence, che sta gia' dirigendo la terza parte della saga, "The Hunger Games - Mockingjam", che verra' distribuita in due parti nel 2014 e nel 2015.
E si devono pure sbrigare, perche' Jennifer Lawrence presto non sara' piu' credibile come ragazzina diciassettenne. Rispetto al primo film non ci sono grandi variazioni, inoltre per tutta la seconda parte si ripete in maniera non proprio inventiva la gara del primo Hunger Games, visto che per la 75esima edizione dei giochi, sono stati richiamati a combattere i vincitori delle precedenti edizioni. Un po' come quando c'erano le vecchie star dell'"Isola dei famosi" o del "Grande Fratello".
Ci sono pero', oltre alle tante star del film precedente che riprendono i loro ruoli, da Donald Sutherlan a Eoody Hatrtelson, da Stanley Tucci a Elizabeth Banks, dei nuovi arrivi eccellenti. Come Philip Seymourt Hoffman, che fa Plutarco, il nuovo Primo Ministrto, Amanda Plummer che ripete il suo ruolo di strafatta di "Pulp Fiction", la fighissima Jena Malone di "Donnie Darko" che fa qui la pericolosa Johanna, il nuovo bello Sam Claflin. Magari non c'e' niente di eccezionale e di innovativo, ma non sottovalutiamo la popolarita' e il successo della saga e della sua star.
Delizioso il corto "Castello Cavalcanti" scritto e diretto da Wes Anderson, prodotto da Roman Coppola per Miuccia Prada. Uno scherzo, che ci ricorda un po' un episodietto dell'"Amarcord" di Fellini. Anche qui, come a Rimini, si aspetta il passaggio della Mille Miglia, anche se siamo nel 1955 e non durante il fascismo, quando uno dei piloti, Jason Schwartzman, attore feticcio di Wes Amderson, sbatte col suo bolide contro una statua nella piazza del paese. Da li' prende il via il raccontino.
Gran classe, come al solito, con la fotografia luminosa di Dartius Khondji e le scenografie perfette. Wes Anderson e' il massimo del fighettismo americano, verissimo, ma ho un debole per tutto quello che fa, per come gira, per come lavora con gli attori. Il corto lo si puo' vedere gia' in rete. Molto carino.
VIDEO - "CASTELLO CAVALCANTI", IL CORTO DI WES ANDERSON
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