ryan kaji

RICH KIDS OF YOUTUBE - RYAN KAJI, IL “BABY INFLUENCER” PIÙ SEGUITO AL MONDO, CHE GRAZIE AI SUOI VIDEO IN CUI FA CLASSIFICHE DI GIOCATTOLI HA GUADAGNATO 30 MILIONI DI DOLLARI NELL’ULTIMO ANNO - IL BAMBINO DI 10 ANNI, CHE NEI VIDEO PIÙ RECENTI VIENE ACCOMPAGNATO DAI GENITORI, PORTA UN NOME FINTO, HA UN ALTER EGO CARTONE ANIMATO E UN SUO VIDEO CI METTE 30 SECONDI A FARE OLTRE 4.500 VISUALIZZAZIONI – MA MOLTI SI CHIEDONO SE NON VENGA SFRUTTATO DAI GENITORI E SE SIA GIUSTO ESPORRE I BAMBINI A TANTA FAMA A QUELL’ETÀ… - VIDEO

Giulia Zonca per "la Stampa"

ryan kaji 6

 

Se hai 10 anni e altrettanti canali su YouTube in cui fare classifiche di giocattoli o sei il bambino più felice del mondo o rischi di passare un'adolescenza peggiore di quella toccata a Britney Spears. Oppure sei Ryan Kaji che ha stravolto il concetto di ragazzo prodigio, porta un nome finto, ha un alter ego cartone animato e due genitori che hanno lasciato il proprio lavoro per fare il suo. Un'infanzia talmente stravolta che, dopo il giro della morte, Kaji potrebbe pure ritrovarsi incolume seduto sul divano. In caso contrario vivrà per decenni su quello dello psicanalista. 

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Ryan è un «baby influencer», anzi il più noto in un genere che da un paio di anni ha sconvolto numeri e leggi. Vive in Texas, non è nemmeno il più seguito del momento, però resta la faccia di una moda difficile da interpretare e pure l'unico nella lista degli straricchi di «Forbes», con 30 milioni guadagnati nell'ultimo anno. 

 

Un suo video ci mette 30 secondi a fare 4.500 visioni: prima il conto si moltiplicava in milioni e oggi si ferma a centinaia di migliaia ma il suo stile è diventato scuola, la sua storia esempio, il successo un caso da studiare e su cui tarare normative che non fanno nemmeno in tempo a essere strutturate e sono già sorpassate. 

 

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Tutto è iniziato perché lui rifiutava i pupazzi, ignorava le costruzioni, fino a che è arrivata una macchinina a controllo remoto e all'improvviso è scoppiata la voglia di farla schizzare ovunque per la casa. Felicità pura. Gli regalavano solo quelle, sempre più grosse e lui dava punti tradotti in facce entusiaste e in gesti di soddisfazione. I parenti lo hanno filmato e postato, condivisioni a pioggia. 

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Fase uno: il Ryan di otto anni impazzisce di gioia mentre scarta un gigantesco uovo pieno di automobiline, record di contatti. Un bimbo che sprizza goduria e si butta sulla moquette ha registrato 1 milione e 600 mila visualizzazioni. Forse era solo un concentrato di genuino stupore e non c'era poi troppa intenzione però adesso siamo oltre la fase 10 perché mamma e papà sono entrati nei filmati a fare da spalla e lui è passato al mondo manga. 

 

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Ora racconta avventure nella sua versione animata e per evitare di essere spazzato via dai controlli sulla pubblicità occulta spiega pure che cosa è lo tsunami con l'aiuto di un fucile ad acqua. L'etichetta educativo si appiccica sopra alla dicitura marketing e il video passa la censura. 

 

Ha un suo profilo da quando ha tre anni, prima erano solo foto, poi pomeriggi a scartare pacchi e sfoderare incontenibili sorrisi e adesso in rete c'è la sua vita immaginaria che coinvolge milioni di bambini veri. 

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Capire dove finisce la tenerezza e dove inizia il terrore è complicatissimo, la definizione «baby influencer» aumenta potere e ombre: preadolescenti che suggeriscono come vestirsi, cinquenni che raccomandano lecca lecca senza zucchero e gemelle che alle elementari danno consigli di vita. Non sono le prime, le Olsen facevano tendenza nei Novanta, le gemelle con fiocco di «Shining» sono diventate culto. 

 

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Ma i «baby influencer» non hanno limiti e Ryan sfugge addirittura alla morale: pare divertirsi, diverse famiglie sostengono che abbia aiutato i bambini durante la pandemia e i genitori visti come sfruttatori dicono di aver deciso di campare sulla simpatia del figliolo anche per fare da scudo «per gestire la popolarità di Ryan». 

 

Almeno mediaticamente sono usciti indenni anche dalla prova passato. Loan Guan, la madre, nel 2003 è finita un mese in prigione per furto. L'hanno perdonata, anzi capita. Merito di Ryan che dà proprio l'idea di crescere bene e riceve approvazione da tutti, dalla Disney ai controlli, sempre convinti della sua spontaneità. 

 

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Ryan ha un papà di origini giapponesi e una madre vietnamita ed è adorato negli Stati Uniti che scoprono l'aumento del razzismo contro gli asiatici. Sposta equilibri e incrina convinzioni. Ha di recente perso il primo posto nella classifica dei più cliccati e i parenti giurano di esserne felici: «Farà altro nella vita». Purché plani intatto sul divano che ora è un'astronave. -

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