moretti verdone

SALA T’ASPETTO - DA VERDONE A NANNI MORETTI, QUELLI CHE NON VOGLIONO TRADIRE IL GRANDE SCHERMO: "O IL CINEMA OPPURE IL FILM NON ESCE" - AL PALO C'È, TRA I TITOLI PIÙ ATTESI, "SI VIVE UNA VOLTA SOLA" DI VERDONE - AI BLOCCHI DI PARTENZA ANCHE "FREAKS OUT" DI GABRIELE MAINETTI, "DIABOLIK" DEI MANETTI BROS E NANNI MORETTI CON TRE PIANI CHE DOVREBBE PUNTARE SUL PROSSIMO FESTIVAL DI CANNES

carlo verdone

 

1 – Gli irriducibili delle sale, da Verdone a Moretti: «Lo streaming? Meglio resistere»

Michela Greco per www.leggo.it

 

Congelati, sospesi, pronti per un appuntamento sempre rinviato. La pandemia ha imposto il freeze-frame non solo alle nostre vite, ma anche a molti film che erano pronti subito prima del primo lockdown o sono stati conclusi nel 2020. Titoli italiani molto attesi che non vogliono deviare su un debutto in streaming e aspettano pazientemente tempi migliori. Il caso più eclatante è quello di Carlo Verdone: Si vive una volta sola, la commedia con Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora era in piena promozione per l'uscita a fine febbraio quando l'emergenza sanitaria ha fatto abbassare le saracinesche ai cinema. Il suo debutto in sala è stato riprogrammato a fine novembre ma niente, le sale hanno di nuovo chiuso i battenti.

 

 

diabolik manetti bros 1

Anche la nuova commedia di Massimiliano Bruno ha subìto una beffa simile. Ritorno al crimine, sequel di Non ci resta che il crimine, doveva essere protagonista della "rinascita": prima dell'esplosione della pandemia l'uscita era prevista a fine novembre 2020. Nelle settimane di bella stagione in cui le sale stavano timidamente riaprendo, l'annuncio dell'anticipazione: Ritorno al crimine sarebbe arrivato prima del previsto sul grande schermo, a fine ottobre, proprio per dare un segnale di "Ritorno al cinema" al pubblico mentre molti puntavano direttamente sulle piattaforme. Belle intenzioni stroncate dalla realtà.

carlo verdone si vive una volta sola 9

 

«Il mio film – spiega il regista - è fatto pensando al cinema, immaginato per essere visto in una sala in cui 300 persone si divertono insieme, ridono magari insieme. Visto a casa è tutt'altro, forse pure meno efficace. Magari per un altro film questo gap non c'è, dunque non credo che bisogna demonizzare la piattaforma ma neppure pensare che sala e streaming siano la stessa cosa».

 

Si aspetta, dunque, così come si aspettano, ormai da molti mesi, le immagini di Tre piani di Nanni Moretti. Doveva avere il suo exploit al festival di Cannes 2020, poi a giugno è stato ripianificato per "i primi mesi del 2021" da 01 Distribution. La lunga attesa è il destino anche di altri titoli su cui la curiosità è alle stelle: da Diabolik dei Manetti Bros., con Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, a Freaks Out di Gabriele Mainetti, che erano pronti per fine 2020 e invece vedremo chissà quando. 

diabolik manetti bros

 

Il direttore di 01 Lonigro negli scorsi giorni ha commentato: «Si tratta di film importanti, con ambizioni da box office e nessuna preoccupazione nell'invecchiare. D'accordo con i registi pensiamo che sia giusto così, per noi la sala è ancora centrale». La speranza, ora, è in una rinascita primaverile.

 

 

2 – MORETTI, VERDONE, BRUNO. QUELLI CHE "O LA SALA OPPURE IL FILM NON ESCE"

Fulvia Caprara per "la Stampa"

 

Resistere. Ad ogni costo. Nonostante tutto. Il nuovo James Bond No time to Die è slittato all' 8 ottobre, ma la data somiglia, sempre di più, a un miraggio inafferrabile. Ne sono saltate talmente tante che anche questa è ormai più una speranza che una realtà.

nanni moretti

D' altra parte il film è costato 200 milioni di dollari e, per mettere insieme ricavi all' altezza, sono necessari incassi raccolti nelle sale del mercato globale.

 

Aspettare non è una mania nostalgica, non significa restare abbarbicati al sogno demodée del grande schermo.

 

Pesano criteri economici, la convinzione che, soprattutto per certi titoli, il botteghino possa garantire risultati floridi, e pesano le trattative con le piattaforme che, come ricorda Federica Lucisano, ad di Lucisano Media Group (che controlla anche IIF), sono diverse per ogni caso: «Ogni singolo contratto è a se stante, è chiaro che sulla vendita di un film incida la valutazione economica. Se la previsione è che in sala si possano raggiungere 5 milioni di entrate, è chiaro che quel film non sarà mai venduto per 3 milioni».

 

E allora è meglio farsi coraggio e sperare che, dalla primavera, i sogni si avverino: «Crediamo ancora nella sala - prosegue Lucisano - anche se lo streaming ha rappresentato, in questi mesi, un' alternativa importante e il Covid ha sicuramente accelerato il processo di spostamento del prodotto medio sullo streaming».

 

Per Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno due campagne promozionali sono andate a vuoto causa lockdown, ma il cast, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi, Alessandro Gassmann, giustifica i rinvii: «L' importante è che la riapertura sia pianificata con anticipo, ci sia dato il tempo di sensibilizzare il pubblico, che scaglionino le uscite».

 

massimiliano bruno foto di bacco

Al palo c' è, tra i titoli più attesi, Si vive una volta sola di Carlo Verdone che ha da poco ribadito (durante un convegno Anac) la sua ferma volontà di non tradire la sala, aderendo all' idea di creare una task-force per la riapertura: «Il rispetto verso gli esercenti, l' amore per la sala, ma, soprattutto, l' amore per il cinema, va manifestato con azioni concrete, e io non mi tiro indietro».

 

Ai blocchi di partenza anche Freaks Out di Gabriele Mainetti, Diabolik dei Manetti Bros e Nanni Moretti con Tre piani che, a questo punto, dovrebbe puntare sul prossimo Festival di Cannes, annunciato per luglio. E' facile immaginare che, per titoli di questa portata, i giganti dello streaming si siano fatti avanti eccome, a suon di proposte allettanti. Eppure, come accade (almeno fino ad oggi) per alcuni blockbuster d' oltreoceano, alla Black Widow, la parola d' ordine è ancora rimandare: «La nostra strategia - dice Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema - è difendere le sale e mettere al riparo il prodotto, in vista delle riaperture. Contiamo di andare avanti così, certo, se poi i tempi dovessero allungarsi troppo, vedremo».

freaks out

 

Secondo Nicola Maccanico, ad di Vision Distribution, si aprono scenari interessanti: «Il futuro non smette di accadere - premette Maccanico -. La maggior parte di chi aspetta la sala lo fa nella convinzione di poter avere un ritorno complessivo importante. Il punto è che, con le sale chiuse, c' è una linea di ricavi in meno e quindi una perdita oggettiva, matematica».

 

gabriele mainetti

La novità, adesso, è che «il valore dei contenuti originali, film compresi, si sta scoprendo e diffondendo anche sulle piattaforme». Il successo natalizio di Tutti per 1 1 per tutti ne è la conferma: «E' stato un risultato record, un genere di operazione che sarà portato avanti anche dopo, quando le sale torneranno. Invece di tenere il film ai box, abbiamo dato al regista e agli attori la possibilità di dimostrare il loro valore davanti a un grande pubblico».

nicola maccanico laura delli colli foto di bacco

 

Il mondo post-Covid vedrà la convivenza di film per la sala e film per le piattaforme: «E' un' evoluzione positiva, ci sarà un canale di sfruttamento in più». E tutto questo fuori da una logica di competizione diretta. Le sale saranno sempre più luogo deputato di film-evento e si eviterà quell'«ingolfamento da eccesso di prodotto» di cui ci si lamentava spesso. Tra i film da scongelare subito Maccanico cita Lasciarsi un giorno a Roma di Edoardo Leo, l' ultimo film di Pif e il sequel Come un gatto in tangenziale 2: «E' il seguito di uno straordinario successo, merita la visione collettiva».

 

del brocco

Per Lei mi parla ancora di Pupi Avati si è deciso il lancio (su Sky Cinema Uno e Now Tv) dall' 8 febbraio: «Pensiamo sia una buona occasione per far incontrare Pupi e il suo pubblico in un luogo diverso». E poi, all' orizzonte, c' è il pericolo overdose: «Dobbiamo anche evitare - avverte Maccanico - che, nel momento in cui il business ripartità, ci siano troppi film da distribuire».

nicola maccanico foto di baccomassimiliano bruno

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…