la banda della uno bianca

DA "SANPA" AD ALFREDINO FINO ALLA UNO BIANCA: IN TV TORNA IN AUGE LA CRONACA NERA DEGLI ANNI '80 - ARRIVA SU HISTORY IL DOC SULLA FEROCE BANDA CHE INSANGUINÒ L’EMILIA-ROMAGNA CON UNA ESCALATION DI RAPINE E OMICIDI. UN PEZZO D'ITALIA RIMASE INCREDULO E TERRORIZZATO, SOTTO LE RAFFICHE DI COLPI, NON PIÙ IDEOLOGICHE, COME NEGLI ANNI '70 MA PER QUESTO ANCORA PIÙ BRUTALI. E BRUCIANTE RISULTA IL CONTRASTO TRA… - VIDEO

 

Matteo Sacchi per "il Giornale"

 

banda uno bianca 4

Quando la cronaca diventa Storia? Quando le generazioni che vengono dopo i fatti, avendone sentito parlare diventano curiose, quando chi quei fatti li ha vissuti, a colpi di radio e telegiornali, vuole vederseli rimettere davanti, con una luce nuova (si spera più fredda e più pacata). Questo fenomeno è chiaramente in corso per le vicende dell'Italia degli anni 80/90. Lo prova la fortuna che hanno fiction, docufiction e documentari dedicati a quel periodo.

 

banda uno bianca 11

Ultimo in ordine di tempo arriva su History Channel La banda della Uno bianca, documentario che andrà in onda domani e dopo domani alle 21 e 50. La vicenda ricostruita è quella della banda, composta da poliziotti, che tra il 1987 e il 1994 terrorizzò l'Emilia Romagna con una escalation di rapine ed omicidi. È un racconto a più voci, tra cui spiccano soprattutto quelle del sostituto commissario Luciano Baglioni e del sovrintendente capo Pietro Costanza, i due agenti che con perseveranza condussero l'indagine, sino a rendersi conto che la lunga scia di sangue - 103 atti criminali, 102 feriti, 24 morti - portava verso dei loro colleghi. Ovviamente in questo caso ad attirare l'attenzione del pubblico, allora come oggi, è l'incredibile dimensione e la ferocia «militare» della banda. Ferocia che Baglioni e Costanza furono tra i primi ad incontrare, nel 1987.

 

la banda della uno bianca

Quando il nome «Banda della Uno bianca» non era stato ancora inventato, indagavano, con altri colleghi della questura di Rimini, sulle misteriose e violente rapine notturne ai caselli lungo la A14. I rapinatori tentano un'estorsione contro un commerciante che, però, si fa scortare dagli agenti lungo l'autostrada dove i banditi hanno previsto lo scambio. Il risultato è un tremendo scontro a fuoco, dove viene ucciso il sovrintendente di polizia Antonio Mosca.

 

la banda della uno bianca

Se questa è la partenza della vicenda, a rendere particolarmente interessante La banda della Uno bianca (prodotto da Stand By Me) è la capacità del documentario di dar spazio a molti protagonisti di quell'epoca, tra cui l'allora sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi, che ricostruiscono il contesto in cui si mosse la banda. Una Romagna sospesa tra il divertimento e la fame di denaro, tra il lavoro duro e la voglia di saltare le tappe, tra l'allegria e una rabbia cupa carica di malessere. Una spaccatura che non si è mai davvero chiusa e che nelle parole dei sopravvissuti alla violenza dei tre fratelli Savi (che erano il cuore feroce del gruppo della Uno bianca), come Francesca Gengotti, emerge con chiarezza.

 

banda uno bianca

Un pezzo d'Italia rimase incredulo e terrorizzato, sotto le raffiche di colpi, non più ideologiche, come negli anni Settanta ma proprio per questo ancora più brutali. E bruciante risulta il contrasto tra i veri servitori della legge e dello Stato, ma potremmo dire più in generale della comunità, e chi usò la divisa per mascherare meglio la sua natura e trasformò il suo addestramento in mezzo di sopraffazione per prevalere in un mondo dove non conta nulla se non dimostrare la propria forza. In modo diverso queste complessità, queste sottili linee di faglia che caratterizzarono quel periodo sono quelle che emergono anche in altri prodotti.

alfredino ph lucia iuorio 11

 

La serie Alfredino. Una storia italiana (Sky), come spiegava in queste pagine il collega Alessandro Gnocchi, ha messo ben in luce come attorno al pozzo dove era caduto il piccolo Rampi si agitassero diverse Italie: quella generosa, quella pasticciona, quella che voleva a tutti costi vedere in diretta il lieto fine, quella che si impegnò allo spasimo e quella che si perse nei cavilli. Ancora prima, la serie SanPa (Netflix), per quanto sbilanciata nel suo puntare il dito contro gli errori di Muccioli senza vederne i meriti, ha raccontato altre fratture tremende che hanno attraversato il nostro Paese negli anni Ottanta. Il gorgo di una generazione sprofondata nella droga, l'assenza di un sistema sanitario che a parte il metadone aveva poco da offrire, lo spontaneismo di una comunità, San Patrignano, che cresce a dismisura e perde il controllo di se stessa.

muccioli sanpa

 

Non stupisce quindi che quel pezzo di vicende italiane, rimaste a lungo schiacciate tra gli anni di piombo e i grandi rivolgimenti degli anni Novanta, sia tornato ad essere d'attualità. Proprio al concludersi di quel decennio lo storico Francis Fukuyama ha costruito l'idea di «fine della Storia». Era un'idea poco feconda per descrivere gli anni a seguire il crollo del Muro di Berlino. Ma risulta falsa anche per gli «immobili» anni 80. La storia italiana, forse, si era fatta cronaca. Ma ora capiamo quanto quella cronaca ci abbia cambiato.

banda uno bianca 3alfredino ph lucia iuorio 10banda uno bianca 2fabio savi 1banda uno bianca 5fratelli savi roberto savi eva mikula 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…