zucchero fornaciari

“SANREMO? AMADEUS NON MI VUOLE. NEMMENO IN GARA” – ZUCCHERO AL VELENO CONTRO IL FESTIVAL: “MI SEMBRA CHE SARÀ IL SANREMO DEGLI INFLUENCER, LE SCELTE SONO MIRATE A FARE AUDIENCE” – “DOPO IL PRIMO FESTIVAL, VEDENDO IL MIO MANIFESTO, PENSAI CHE ORMAI CE L'AVEVO FATTA. E INVECE PRIMA DATA C’ERA SOLO UN BIGLIETTO VENDUTO” - “NEGLI ULTIMI ANNI HO VISTO TUTTI I COLLEGHI DIVENTARE BUONI, REDENZIONI PATETICHE. IO NON LE FACCIO. GLI ARTISTI NON DEVONO ACCONTENTARE TUTTI. IO DIVIDO

ZUCCHERO

Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”

 

Niente Sanremo. Zucchero ha esordito su quel palco, ci è tornato altre tre volte in gara e due da superospite. L'anno prossimo saranno 40 anni dal debutto discografico, ma non ci saranno celebrazioni al Festival. «Non mi vogliono. Nemmeno in gara. Con questa direzione (Amadeus è anche direttore artistico ndr ) faccio fatica. Mi sembra che sarà il Sanremo degli influencer, le scelte sono mirate a fare audience», commenta il cantautore. 

 

ZUCCHERO

Così per festeggiare ha deciso di tornare a casa. Due concerti alla Rcf Arena, l'ex-pratone di Campovolo sistemato con un investimento da 14 milioni di euro e trasformato nella più grande Arena permanente d'Europa: 100 mila posti in piedi inaugurati la scorsa estate da Ligabue; 35 mila seduti, primo esperimento con Zu il 9 e 10 giugno.

 

«Reggio è una delle città dove ho suonato meno: una volta su questo prato all'inizio della carriera e tre serate al Municipale in un tour teatrale di anni fa. Ho ribattezzato queste date il concerto dell'amore per la mia terra, le mie radici sono qui, ho un attaccamento viscerale a queste zone anche se a 11 anni e mezzo i miei mi portarono via. Ne ho sofferto e non ho mai elaborato». 

ZUCCHERO

 

I ricordi più belli sono legati alla gente. «Tempi duri, ma c'era solidarietà. A Roncocesi, frazione di Reggio dove sono nato, la gente era genuina, piena di ironia e sarcasmo. Fra amici ci si dice "ch' a 't vègna 'n cancher", ti venga un cancro. Volevo chiamare così il concerto, ma nel resto dell'Italia non si sarebbe capito». 

 

ZUCCHERO

Presto per i dettagli dello show. E chissà se nella scaletta ci sarà quella «Partigiano reggiano» che spiega bene da che parte stia Zucchero: «Qui in zona volevano togliere da una casa colonica dove sono stati uccisi dei partigiani una scritta gigante col testo della canzone perché qualcuno, facile immaginare chi, diceva che distraeva gli automobilisti. A poca distanza c'era un cartellone con il lato b di una modella Comunque la scritta è rimasta al suo posto».

 

zucchero

Zucchero guarda con disillusione alla situazione politica del dopo elezioni. «Siamo in democrazia e la gente ha scelto. Le abbiamo provate tutte, proviamo anche questa. Chissà quanto dureranno Qualche segnale però lo hanno già mandato, tipo il decreto sui rave non è che è pensato perché non si possono fare le Feste dell'Unità? (ride)». 

 

A differenza di Laura Pausini che non l'ha voluto fare in tv, lui darebbe voce a «Bella ciao»: «L'ho cantata e la canterei ancora senza farmi menate. Non divide, è una canzone bellissima, però bisogna saperla cantare con lo spirito giusto. Ognuno poi fa quello che si sente di fare. Negli ultimi anni ho visto tutti i colleghi diventare buoni, redenzioni patetiche. Io non le faccio. Gli artisti non devono accontentare tutti. Io divido». 

zucchero nel suo mulino

 

A Campovolo avrà 35 mila davanti. ben diversa la prima volta da professionista 40 anni fa: «Dopo il primo Sanremo vedendo il mio manifesto pensai che ormai ce l'avevo fatta, che sarebbe partito tutto... Prima data, discoteca a Rosignano Solvay, pomeriggio e sera. Al primo appuntamento si presenta una sola persona che mi chiede dieci volte "Una notte che vola via". Il proprietario dice che ci offre comunque la cena, ma che possiamo cancellare la serata. C'era solo un biglietto venduto. E sì, era ancora quel signore che mi ha chiesto ancora dieci volte quel brano».

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA. CHE DA PAR SUO NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” CHE SI È CREATO INTORNO A URSULA: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...