SATISFACTION FOREVER PER “NONNO” JAGGER: “QUANDO LASCIAI L’UNIVERSITÀ PER SUONARE I MIEI GENITORI MI DISSERO: “MA CHI VUOI CHE TI GUARDI?”- “71 ANNI? FARÒ UNA FESTA E BALLERÒ UN SACCO, SENZA PENSARE ALL’ETÀ”
Silvia Bizio per “la Repubblica”
“Il padrino del soul”, come è stato definito James Brown, avrebbe compiuto 81 anni lo scorso maggio. E Mick Jagger, 71 anni il prossimo 26 luglio, ha interrotto la sua tournée mondiale per promuovere il film sulla vita e le avventure del leggendario soulman, Get on up, che ha prodotto insieme a Brian Grazer. Diretto da Tate Taylor, atteso il 1 agosto sugli schermi americani, il film è interpretato da Chadwick Boseman-James Brown con Dan Aykroyd, Octavia Spencer nei panni della zia Honey che allevò il piccolo James abbandonato dai genitori con amore anche se in un bordello, Nelsan Ellis e segue la vita di Brown, poverissimo in Sud Carolina, il successo nei primi anni ’60, le performance dal vivo, fino alla morte, nel 2006, per polmonite e infarto.
«James Brown aveva un talento enorme nello scrivere e interpretare canzoni. E come performer mi ha influenzato in mille modi», esordisce Mick Jagger, che sta coproducendo anche la serie tv Rock ‘ N ’ Roll insieme a Martin Scorsese regista dell’episodio pilota: di ottimo umore, il rocker si è impensierito solo parlando della fidanzata L’Wren Scott trovata suicida lo scorso marzo. «È stato un anno molto difficile. Sono tornato a vivere grazie alla tournée in Europa e a questo film».
Mick, in che modo James Brown ha influenzato la sua musica?
«Ho sempre ammirato quel suo modo totale di darsi in palcoscenico, come giocava con il pubblico, come lo teneva in mano ».
Che ricordi personali ha di lui?
«L’ho incontrato quando ero molto giovane, l’avevo visto cantare all’Apollo».
La scena in cui i Rolling Stones sono dietro una tenda in attesa di salire sul palco dopo James Brown è tutto vero?
«No, non è mai successa! Ma è vero che lo guardavo muoversi sul palco. Era un artista molto fisico e mi ha ispirato. Ma io non sono mai riuscito a fare la spaccata che lui ha continuato a fare fino a quando era vecchio».
Anche lei, come James Brown, è una leggenda. Le piacerebbe che un giorno facessero un film su di lei?
MICK JAGGER E IL CONCERTO DEI ROLLING STONES A OSLO
«Sì, se lo facessero come io ho voluto fosse questo: non un documentario, ma un film vero, cercando di far vedere la vita, i suoi lati interessanti senza esagerare sugli aspetti negativi». «Da adolescente Kurosawa, Polanski ma non ero un grande fan del cinema. Oggi mi piacciono quelli popolari, quelli di Ridley Scott».
E da giovane che musica ascoltava?
«Country blues e gospel; poi sono passato al folk, artisti come Otis Redding e Little Richard».
Oggi lei è padre e nonno: com’è?
«Certo non abbandonerei i miei figli o nipoti nel mezzo di un bosco, anche se li aiuterebbe a essere indipendenti(ride)! Io so quanto sia importante avere un’infanzia serena, essere sempre lì per i tuoi figli, cosa che James Brown non aveva avuto».
rolling stones al circo massimo foto sky 9
C’è stato un momento chiave nella sua vita?
«I miei genitori erano non mi volevano nello show business perché secondo loro non era una professione seria. Per me il momento chiave è stato quando ho deciso di lasciare l’università per suonare. Avevo già avuto dei successi, era già uscito un mio album, quindi non ho avuto dubbi. E rimpianti mai. La mia è stata piena e divertente. Mi diverto anche oggi con le tournée e i film».
Di Roma, il Circo Massimo che ricordo ha?
«Fantastico, suonare in uno dei posti più antichi del mondo, in un’arena di 2000 anni, circondata da edifici antichi... Per me è stato uno degli show più belli che abbiamo fatto».
Nel film la zia dice al piccolo James che lui era speciale e un giorno sarebbe stato famoso. A lei lo hanno mai detto?
«In Inghilterra se chiedi a tuo padre o a tua madre come sei, ti rispondono: “Ma chi vuoi che ti guardi”».
Fra pochi giorni è il suo compleanno. Lo festeggia?
«Farò una festa e ballerò un sacco, senza pensare all’età».