IL CINEMA DEI GIUSTI - IL SECONDO LAVORO DI SUSANNA NICCHIARELLI, “LA SCOPERTA DELL'ALBA”, ISPIRATO AL ROMANZO DI VELTRONI, AL DI LÀ DI QUALCHE ATMOSFERA VINTAGE ANNI ’80 BEN RIUSCITA, È UN DELUDENTE MIX DI CORNA, TERRORISMO, E PSEUDO-FANTASMI CHE PARLANO ATTRAVERSO I TELEFONI - LA COPPIA MARGHERITA BUY-SERGIO RUBINI FUNZIONA SEMPRE, ANCHE SE UN SENSO DI INUTILITÀ DA VECCHIO PIDDÌ ROMANO TRIONFA SU TUTTO...

Marco Giusti per Dagospia

Allegria! Con i saldi post-natalizi, gli avanzi dei cinepanettoni e gli onorevoli piddì in offerta speciale, mentre aspettiamo in sala "Django Unchained" ci arrivano i film italiani presentati ai nostri festival. Non è la stessa cosa. Sembra provenire proprio da un altro mondo il manifesto con il faccione serio di Margherita Buy che circola per le strade romane. Magari l'avevamo un po' rimosso questo "La scoperta dell'alba" presentato al Festival di Roma nella sezione Prospettive Italia.

E' l'opera seconda di Susanna Nicchiarelli, protegé Fandango-Morettiana, che ci aveva dato l'interessante, buffo "Cosmonauta", sulla vita nelle sezioni di partito della Roma primi anni '60, vincitore del premio Controcampo Italiano nella Venezia Mulleriana di un paio d'anni fa. Se "Cosmonauta" aveva una sua stravaganza e una sua leggerezza di racconto, "La scoperta dell'alba", tratto dal romanzo omonimo di Walter Veltroni e sceneggiato dalla Nicchiarelli assieme a Michele Pellegrini, non riesce mai a liberarsi dal realismo da cinema italiano anni '90 e questo diventa una pesante zavorra nell'affrontare una storia di terrorismo in salsa fantasy con punte vintage da primi anni '80.

La quarantenne Margherita Buy, precaria universitaria non troppo in carriera nella facoltà di Giurisprudenza a Roma, fidanzata con un Sergio Rubini disegnatore di cartoni animati tenero e poco consistente, con una sorella, interpreta dalla stessa Nicchiarelli, che fa la manager di un gruppo rock un po' sfigato chiamato i Gatto Ciliega (esistono davvero), nel trentesimo anniversario della scomparsa del padre, non si sa se rapito dalle Brigate Rosse e ucciso come il suo collega, il professor Tessandori o proprio fuggito altrove alla "Chi l'ha visto?", decide di indagare.

Complice un vecchio telefono della casa al mare della famiglia, scopre che se fa il vecchio numero di casa di Roma (c'è proprio il disegnino con numero e scritta CASA ROMA), si collega con la se stessa di trenta anni prima, a pochi giorni dalla scomparsa del padre. E' la sua se stessa bambina che le darà indicazioni interessanti sul padre e su una valigetta scomparsa proprio nella casa al mare in quei giorni.

Altre indicazioni le arrivano dal figlio del professore ucciso, interpretato da Lino Guanciale, piuttosto bonazzo, che se la porterà subito a letto in una sera di pioggia. Intanto, la sorella Nicchiarelli si confronta con un misterioso vecchio italiano, roscio come lei, interpretato da una vecchia conoscenza di spaghetti western e poliziotteschi, Bruno Corazzari, che tornato dall'Argentina ha deciso di investire nel suo scalcinato gruppo musicale. Perché?

Beh, alla storia di viaggio nel tempo via telefono, che avrebbe potuto produrre ottimi sponsor da Tim e Vodafone, più vicina alle storie di Topolino che a "Donnie Darko", non credi veramente mai. Alla storia d'amore della Buy che tradisce Sergio Rubini (pure cornuto...) con una specie di Mario Calabresi, neanche. E si tocca un po' il ridicolo quando entra in campo la terrorista, interpretata da Lina Sastri come nei film del tempo, che avrebbe avuto una storia col padre della Buy.

Più interessante allora la sottostoria Nicchiarelli-Corazzari, almeno offre volti più originali. E più riusciti ancora i momenti vintage, come la grande sequenza della mamma delle ragazze che fa aerobica con il disco di Sydne Rome anni '80 (abbiamo scoperto da poco che Tarantino la adora), o l'entrata di "Video Killed The Radio Stars" dei Bungles abbinata alla scomparsa del padre (certo, quel pezzo funziona sempre...).

Detto questo, il film è un passo indietro rispetto a "Cosmonauta", non so se più per l'origine veltroniana della storia o per una regia poco inventiva o perché di questi film non ne possiamo davvero più (troppi e tutti uguali). Gli attori, anche due protagonisti sempre bravi e perfetti insieme come Buy e Rubini, non sono mai sotto controllo. E un senso di inutilità da vecchio piddì romano trionfa su tutto. In uscita il 10 gennaio.

 

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