1. LA VERITÀ È CHE SE ALFANO NON FOSSE ANCHE IL SEGRETARIO PDL E IL VICEPREMIER, LA SUA POLTRONA DA MINISTRO DI POLIZIA SAREBBE GIÀ SALTATA PER ARIA COME UN TAPPO 2. ADESSO INVECE, PER FAR CREDERE ALLA NAZIONE E ALLE CANCELLERIE DI MEZZO MONDO CHE IL NOSTRO GOVERNO NULLA SAPEVA DEL PASTICCIONE KAZAKO, ROTOLERANNO DIVERSE TESTE AI VERTICI DEL VIMINALE, CON PRECEDENZA AI PENSIONANDI COME IL CAPO DI GABINETTO PROCACCINI E IL SEGRETARIO DEL DIPARTIMENTO DI PS VALERI 3. I PREFETTI CHE VERRANNO SCELTI COME CAPRI ESPIATORI SONO TUTTI VECCHI VOLPONI CHE ANDRANNO TRATTATI CON I GUANTI PERCHÉ HANNO SICURAMENTE I CASSETTI PIENI. E CON UNA SOLA INTERVISTA POSSONO FAR CADERE IL GOVERNO. SAPEVATELO!

a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)

La verità è che se Jolly Al Fano non fosse anche il segretario del Pdl e il vicepremier, la sua poltrona da ministro di Polizia sarebbe già saltata per aria come un tappo di champagne. Adesso invece, per far credere alla nazione e alle cancellerie di mezzo mondo che il nostro governo nulla sapeva del pasticcione kazako, rotoleranno diverse teste ai vertici del Viminale, con precedenza ai pensionandi come il capo di gabinetto Giuseppe Procaccini e il segretario del dipartimento di pubblica sicurezza Alessandro Valeri.

Del resto, lo scarico al ribasso delle responsabilità è l'unico modo per salvare la maggioranza che sostiene il governino di Lettanipote, con uno schema già utilizzato con successo per i fatti del G8 di Genova, dove Gianmenefrego Fini e Sciaboletta Scajola non si fecero neppure spettinare dalle polemiche politiche e dalle inchieste giudiziarie.

Questa volta, però, non sono in ballo un manipolo di celerini e qualche sprovveduto capo reparto. I prefetti che verranno scelti come capri espiatori sono tutti vecchi volponi che andranno trattati con i guanti perché hanno sicuramente i cassetti pieni. Tutti personaggi che con una sola intervista possono far cadere il governo. Sapevatelo!

1 - BENVENUTI IN KAZAKILANDIA
Mentre nessuno è ancora riuscito a spiegare davvero la totale (asserita) assenza dei servizi segreti italiani sulla scena dell'espulsione di lady Ablyazov, ecco che spunta l'immancabile manina israeliana. Lo raccontano, senza farsi troppe domande, Repubblica e Stampa. "Così abbiamo spiato Ablyazov e la moglie'.

Dall'agenzia investigativa che ha pedinato il dissidente un dossier di 200 pagine alla polizia. Alla Sira il mandato di pedinare il kazako dato da una società israeliana" (Repubblica, p. 4). "Lo 007: ‘Ablyazov a Roma fino al 26 maggio'. L'agenzia incaricata di sorvegliare il dissidente: ‘Prima del blitz era con la moglie a Casal Palocco'. In azione dal 18 maggio: ‘Fummo assoldati da una società di security israeliana'" (Stampa, p. 4). C'entrerà qualcosa il Mossad, ritenuto il servizio segreto più efficiente del mondo? Ah, saperlo.

Sul Corriere esce allo scoperto il commercialista del Biscione Ezio Mario Simonelli e difende il Banana dalle illazioni: "Il presidente kazako Nazarbaev è stato a casa mia in Sardegna ma il Cavaliere non c'era. E' arrivato l'8 luglio e doveva restare fino ad agosto ma gli hanno consigliato di andarsene. Non c'è stato nessun elicottero: non avrebbe avuto neppure lo spazio per atterrare" (p. 9). Certo Nazarbaev, la villa del commercialista Fininvest deve averla cercata con il lanternino.

Il Giornale, schierato a eroica difesa di Al Fano, spara: "Interpol a caccia del banchiere diventato idolo della sinistra. Oggi il capo della Polizia consegna il rapporto sull'espulsione della moglie del ‘dissidente' Ablyazov. L'esperto di intelligence: i servizi sapevano ma volevano evitare il bis del caso Abu Omar" (p. 4). Questa è fantastica: sono ancora offesi a distanza di anni?

2 - MA IL GOVERNINO NON SI TOCCA
E ora veniamo alla parte politica. Dopo aver fatto dimettere Giuseppona Idem per una palestra, tocca trangugiare l'evidenza di un Viminale a disposizione del governo di Astana. Il Corriere oggi dedica più spazio al brutto affaire e titola in prima: "Vertici della polizia in bilico. Giallo kazako, Alfano punta a rimuovere tutti i responsabili. M5S e Sel presentano la mozione di sfiducia contro il titolare del Viminale, il Pdl fa quadrato".

Dentro, padre Massimo Franco denuncia: "C'è chi punta ad abbattere il titolare del Viminale per far crollare tutto l'esecutivo" (p. 6). Il Messaggero registra la delicatezza dell'operazione "Capri espriatori": "Vertice di fuoco al Viminale. E' scontro sulle rimozioni. Pansa prepara la sua relazione e pensa a un avvicendamento tra dirigenti. Il titolare del dicastero non vuole sconti: vanno individuate precise responsabilità" (p. 3). Si apprezzi la soavità della parola "avvicendamenti".

Ottima idea dei ragazzacci del Cetriolo Quotidiano, che vanno a provocare Sciaboletta Scajola, arcinemico di Jolly Al Fano: "A sua insaputa? No, Alfano non poteva non sapere. Io vedevo tre volte al giorno il mio capo di gabinetto: mattina, pomeriggio e sera e mi aggiornava di qualsiasi cosa. Allo Sviluppo economico, nel 2009, abbiamo avuto un bilaterale con il Kazakhstan. L'Eni ha investito tanto in quel paese e ci sono affari importanti in corso" (p. 4). E bravo Scajola, la pensione ti fa benone.

E come al solito, al piddìmenoelle non sanno che pesci prendere: "La trincea del Pd tra imbarazzo e lealtà. ‘Ma non faremo sconti a nessuno'. Epifani pronto a battere un colpo sulla questione kazaka. Stumpo: ‘Ogni giorno ce n'è una'. Oggi il gruppo democratico tornerà a parlare dell'alleanza con Berlusconi" (Repubblica, p. 2). Va al sodo il Cetriolo Quotidiano: "Angelino non si tocca e il Pd s'adegua per forza. Reazioni caute tra i democrat e silenzio totale di Napolitano. Epifani: ‘Basta con questo sport del Pd di firmare o votare le mozioni degli altri" (p. 3). Presentarne di proprie (sensate)?

3 - SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
A Roma nessuno lo vuole, ma intanto Matteuccio Renzi continua con soddisfazione la sua infinita tournèe elettorale in giro per l'Italia. Molto attenta la Repubblica dell'ingegner Cidibbì, che apprezza parecchio l'ex rottamatore fiorentino: "Col Pdl non durerà ma tifo Letta'. Renzi fa il pieno nel tour in Emilia. ‘Basta De Coubertin, per vincere anche il Pd ha bisogno di un leader'. Duemila persone a Carpi, altrettante a Ferrara: inizia la conquista delle ‘zone rosse'.

Dal fronte dei bersaniani l'altolà: ‘Non vanno bene le docce scozzesi sul governo" (p. 10). Il Corriere mette tutte le dita nelle piaghe democratiche: "Finanziamenti ai partiti, il Pd si spacca. Dai renziani emendamenti ‘restrittivi'. Partito diviso anche sugli F35" (p. 11). E sugli aerei della discordia, in effetti, è buio pesto: "Caccia F35, bagarre al Senato. Pd diviso. Oggi si votano le mozioni sull'acquisto degli aerei militari. Il documento della maggioranza dovrebbe avere il via libera ma una pattuglia di senatori democrat firma il testo Casson" (Messaggero, p. 9).

4 - UNO ZOO PER CALDEROLI
L'inutile polverone sulle solite sciocchezze di Porcellum Calderoli, evidentemente eletto alla vicepresidenza del Senato da misteriose entità, ha almeno il pregio di far emergere una volta di più i reali rapporti di forza tra Re Giorgio e Lettanipote. Come racconta Repubblica (p. 6) è bastato che il leghista Matteo Salvini si permettesse di rispondere a Morfeo Napolitano che subito è arrivata la seguente dichiarazione del premier: "Voglio difendere il presidente dalle parole di Salvini perché gli esponenti della Lega non devono tirarlo in ballo. Non ci provino nemmeno".

L'esponente leghista aveva twittato: "Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pdl e Pd, rovinò milioni di pensionati e di lavoratori? Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio!". Ottima occasione persa dal povero Salvini. Poteva semmai chiedersi perché Morfeo Napolitano non s'indigna anche per il caso Ablyazov.

5 - POLTRONISSIME GIUDIZIARIE
Dopo sette mesi, il sinedrio delle toghe non è ancora riuscito a indicare il successore di Piero Grasso alla guida dell'antimafia. Un faro lo accende Repubblica: "Csm diviso sulla procura antimafia. Al plenum la scelta sul dopo Grasso. La commissione sugli incarichi direttivi non raggiunge l'unanimità e indica quattro candidati. Ma il favorito è Franco Roberti, che potrebbe essere votato nell'ultimo plenum di luglio". Gli altri tre magistrati sono Roberto Alfonso, Guido Lo Forte e Luigi De Ficchy.

6 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
"Zanonato ai petrolieri: stop agli aumenti. Il ministro dello Sviluppo attacca le compagnie sul caro-carburante durante l'estate, i gestori protestano contro le royalty. Da stasera scatta lo sciopero dei benzinai fino a venerdì. La verde vola sopra 1,8 euro al litro" (Stampa, p. 24). Solita ipocrita ammuina del governo di turno, che sulla benzina macina tasse da urlo. E sempre sul fronte della spremitura fiscale, l'ufficio studi della Confcommercio attacca il famoso federalismo fiscale: "Tasse locali, in 20 anni gettito +500%" (Messaggero, p. 11).

7 - DISECONOMY
Dopo il passaggio di Loro Piana ai galli di Lvmh, Patrizio Bertelli, che guida il gruppo Prada insieme a Donna Miuccia, perde la pazienza e si fa intervistare da Repubblica per lanciare l'allarme: "Fuga dei marchi per colpa dello Stato, la burocrazia e le tasse ci soffocano. Bisogna rilanciare i consumi riducendo il cuneo fiscale. In Francia la politica industriale e del credito aiuta i gruppi. Nessuno critica, si fa sistema" (p. 24). Alzi la mano chi ha mai registrato, sui giornaloni e in tv, anche solo una minima critica a Prada.

8 - TELECOM-MEDIA
Un Bernabè sempre più in bilico reagisce come può al taglio del canone d'affitto dell'ultimo miglio deciso giovedì dall'Agcom. "Telecom congela il piano sulla rete. Bernabè: chiarezza sulle regole. Agcom: le nuove tariffe non pesano sullo scorporo. Consiglio straordinario dopo il taglio del canone dell'ultimo miglio deciso dall'Authority. Parere Ue a metà agosto" (Corriere, p. 27).

9 - ULTIME DA UN POST-PAESE
Finale all'italiana per il tragicomico infortunio del commissario Ilva sui veleni di Taranto: "Ilva, Bondi costretto al dietrofront. ‘Mai dato la colpa alle sigarette'. Il commissario: ho solo inoltrato il parere di quattro esperti. Ma M5S e Sel insistono: si deve dimettere" (Repubblica, p. 18).

Sul Cetriolo Quotidiano il racconto di un operaio: "L'avvocato mi disse: il tuo collega morto? Dì che fumava molto'. Taranto, un operaio di una ditta appaltatrice: ‘Il legale che assisteva anche l'Ilva mi consegnò un promemoria per testimoniare il falso. Ma non lo feci'. Un lavoratore: ‘Eravamo 60. L'unico rimasto vivo della mia squadra sono io" (p. 5). Ovviamente non fuma.

 

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