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“SE NON VINCE CRISTICCHI, IL FESTIVAL, LA RAI, LA TV, LA MUSICA E TUTTI NOI PERDIAMO QUALCOSA” – L'ENDORSEMENT DI ALDO CAZZULLO: “IL TESTO DELLA SUA CANZONE È DI UN ALTRO PIANETA. NON CONOSCO UNA PERSONA CHE L’ABBIA ASCOLTATO SENZA COMMUOVERSI. ANCHE CHI NON HA AVUTO UNA MAMMA MALATA DI ALZHEIMER NON PUÒ RESTARE INSENSIBILE. STASERA NELLA SERATA DELLE COVER CRISTICCHI CANTERÀ UNA CANZONE DI BATTIATO, “LA CURA”. CI COMMUOVERÀ ANCORA. E IL FESTIVAL, SI SA, LO SI VINCE NELLA SERATA DELLE COVER” – CRISTICCHI, NUOVO IDOLO DELLA DESTRA, SCRISSE UN INNO PER IL QUOTIDIANO “IL RIFORMISTA” E COMPOSE ANCHE LA MITOLOGICA CANZONE DOVE “PONZA FACEVA RIMA CON PATONZA” – VIDEO
Estratti da corriere.it
Caro Aldo, ieri sera ero a cena con i miei due figli adolescenti che si accordavano sul vedere la prima serata del festival. Io non ne sono entusiasta, mi sono perso qualcosa?
Nicola Campoli, Napoli
Sono rimasto colpito da un cantante Lucio Corsi. Lei che idea si è fatto dei concorrenti, le è piaciuto qualcuno in particolare?
Marco Ferrari
Risposta di Aldo Cazzullo
(...)
Giorgia ad esempio è meglio della canzone che porta. Quella di Gabbani è come sempre orecchiabile, ma in passato Francesco ha fatto di meglio. Lucio Corsi con «Volevo essere un duro» ha l’effetto che ebbero Lodo Guenzi e Dargen D’Amico: la salutare increspatura nel vetro. Tra i testi ce ne sono due che spiccano. Quello di Brunori Sas, dedicato allo straniamento dei padri che non riconoscono più i figli: un’esperienza che abbiamo fatto tutti, l’adolescenza dei nostri ragazzi dura un centesimo di secondo, il tempo di distrarci dietro al lavoro e alla vita e loro sono già altrove, irriconoscibili.
Ma il testo di Simone Cristicchi è di un altro pianeta. Non conosco una persona che l’abbia ascoltato senza commuoversi. Anche chi non ha avuto una mamma malata di Alzheimer non può restare insensibile di fronte a parole così dolci, così definitive, così dirette.
simone cristicchi nella cattedrale di san siro a sanremo 4
Cristicchi è un artista meraviglioso. I suoi spettacoli su san Francesco, sulla spedizione in Russia, sugli esuli istriani, giuliani e dalmati, sul trentatreesimo canto del Paradiso di Dante sono straordinari.
«Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura/ questa è malattia mentale e non esiste cura» è il verso più forte scritto da un italiano dai tempi di «Povera patria» di Franco Battiato e «Com’è profondo il mare» di Lucio Dalla: «Siamo noi, siamo in tanti, ci nascondiamo di notte per paura degli automobilisti, dei linotipisti, siamo i gatti neri, siamo pessimisti, siamo i cattivi pensieri, e non abbiamo da mangiare...».
Dalla il festival non l’ha mai vinto e non lo amava (un giorno vi racconterò perché). Cristicchi sì. Stasera nella serata delle cover canterà appunto una canzone di Battiato, «La cura». Ci commuoverà ancora. E il festival, si sa, lo si vince nella serata delle cover.
È sempre difficile pronosticare il vincitore finale. A volte emerge una canzone molto popolare che però non può vincere, e si punta su un’altra destinata a non lasciare tracce: è accaduto l’anno scorso quando il Sud non potendo trionfare con Geolier fu premiato con la dimenticabilissima cumbia della noia; accadde nel 2010 quando per non far vincere Pupo e il principe si inventarono Scanu e l’amore fatto in tutti i laghi. Non so cosa accadrà stavolta. Ma se non vince Cristicchi, il festival, la Rai, la tv, la musica e tutti noi perdiamo qualcosa.
simone cristicchi nella cattedrale di san siro a sanremo 2
simone cristicchi
simone cristicchi
simone cristicchi nella cattedrale di san siro a sanremo 1
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commozione per la canzone di simone cristicchi