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PIBE DE ORO? NO, DE PLASTICA - SELVAGGISSIMA: “IL LIFTING DI MARADONA? UNA DELUSIONE PARI A QUELLA DI ROCCO SIFFREDI CHE SULL’ISOLA SI TRASFORMA IN MARITO DEVOTO”

Selvaggia Lucarelli per “Libero quotidiano”

 

maradona liftingmaradona lifting

Abbiamo perdonato il lifting a Renato Balestra, perché tagliare e cucire una faccia, oltre che un orlo, dopo anni di onorata carriera si può considerare deformazione professionale. Abbiamo perdonato il lifting a Michael Douglas, perché invecchiare accanto a una gnocca del calibro della Zeta Jones deve essere più dura che invecchiare accanto a una gattara in vestaglia e bigodini.

 

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Abbiamo perdonato il lifting a Emilio Fede, perché con tutte le chiappe che ha provinato per il ruolo da meteorina, era normale che gli fossero cascati gli occhi. Lo abbiamo perdonato a Putin, perché cavalcare stalloni a pelo con la tartaruga sull’addome e lo shar-pei sulla faccia non era pensabile. Lo abbiamo perdonato a Berlusconi, a Mickey Rourke e pure a Sylvester Stallone, a cui è toccata la legge del contrappasso: quando ha smesso con Rambo e le sue vendette, sono cominciate quelle del suo chirurgo. A Maradona però, il lifting non lo perdoneremo mai. Il pibe de oro che si trasforma in pibe di plastica è una delusione pari a quella «Rocco Siffredi che sull’isola si trasforma in marito devoto».

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Labbra alla Fedez e pelle tirata come la sfoglia della lasagna, Maradona è comparso in onda sull’emittente venezuelana «Tele Sur» (già ribattezzata Tele Sur-gery), lasciando il mondo a bocca aperta. E non era facile, visto che Diego Armando ci aveva abituati a tutto. Ma soprattutto, fino ad oggi, l’ultima cosa che non sembrava paresse interessargli, era proprio la sua faccia. In senso figurato e non. S’era gonfiata, allargata, deformata con l’abuso di droghe, alcool e una dieta sballata.

 

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E l’aveva persa tante volte, quando fu squalificato per doping, quando Equitalia gli sequestrò gli orecchini, quando la ex postò il video in cui la picchiava, quando diede una testata a una donna in Polinesia e così via. Ed è per questo che eravamo pronti a tutto tranne che a vedergli la faccia ritoccata come quella di una cougar annoiata col marito decrepito e l’amante giovane e barzotto. Come quella di una contessa agè dei salotti romani. Come quella di un viados di Viale Abruzzi.

 

Doveva passare alla storia per le sue finte e ora lo ricorderemo per le labbra finte. Il motivo per cui il pibe di plastica sia passato dall’abbrutimento da stravizi all’abbellimento da chirurgo è mistero fitto. Secondo molti, con questo stravolgimento facciale, mirerebbe a non essere riconosciuto dalla finanza durante le sue prossime visite in Italia. Pare che addirittura, dopo il famoso gesto dell’ombrello che gli costò le ire di Equitalia, sarà presto di nuovo ospite da Fazio.

 

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Questa volta però nelle vesti di Ornella Vanoni, tanto nessuno, con quella faccia, si accorgerà di niente. Probabilmente neanche Ornella Vanoni, visto che ormai è lucida quanto Buonanno sotto lsd ad un matrimonio rom. Qualcuno sostiene invece che l’abbia fatto perché medita di rientrare nel mondo del calcio come Stallone sta rientrando in quello della boxe con il nuovo film su Rocky, ma la verità è che ormai con quelle labbra non sarebbe più in grado neanche di arbitrare una partita, visto che se prova a suonare un fischietto gli esce la bavetta ai lati come alla bambola Sbrodolina.

 

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Altri ancora ritengono che il gesto sia un tardivo risarcimento morale ai tanti figli sparsi per il mondo: per decenni lui non li ha riconosciuti, ora sono loro a non riconoscere più lui. Ad ogni modo, qualunque sia la ragione che l’ha spinto a rifarsi, il passaggio, da un punto di vista storico e sociologico, è più epocale di quello al Napoli trentuno anni fa.

 

Il lifting di Maradona sancisce definitivamente la morte del calciatore stereotipo e massimo rappresentante del maschio virile capace sì, in gioventù, di vezzi metrosexual come le unghie rosa alla Beckham, lo slippino bianco alla Totti o il ciuffo impomatato alla Ronaldo, ma altrettanto capace di invecchiare con dignità, riciclandosi come allenatore cazzuto o, al massimo, come opinionista Sky.

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Ora, non so voi, ma io adesso temo che anche Mourinho, un domani, si presenti ad una conferenza stampa con la sua consueta aria corrucciata e non perché gli rode come al solito, ma perché s’è fatto le labbra alla Parietti. O che Mancini, fresco cinquantenne, ceda al lifting pure lui e nel cazziare Kovacic si scucia come una cerniera di Zara. Perché alla fine, Maradona, al netto delle battute e della facile ironia, è semplicemente questo: un ex calciatore in piena crisi di mezza età, reso patetico da un tentativo improbabile di rimanere giovane.

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E si è assaliti da una profonda nostalgia nel pensare che un tempo, la sua palla al piede, era un pallone liscio e miracolosamente incollato alla sua fronte, e oggi è una fronte troppo liscia su cui il pallone scivolerebbe come su un panetto di burro e quella paura di invecchiare che ci livella tutti, miseramente, a colpi di bisturi.

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