billions

SERIE DA PRENDERE SUL SERIO – INTRIGHI, COLPI DI SCENA, NUOVI SCONTRI. SIAMO ALLA QUARTA STAGIONE MA “BILLIONS” NON ACCENNA A RALLENTARE – IL SEGRETO DEL SUO SUCCESSO È ANDARE PER LA SUA STRADA, SEMPRE, E DARE AL PUBBLICO QUELLO CHE IL PUBBLICO VUOLE – MA BISOGNA SAPERE QUANDO FERMARSI. DUE GIORNI FA È STATA ANNUNCIATA UNA QUINTA STAGIONE. SE C'È UNA COSA CHE LA STORIA SERIALE C'INSEGNA È: MAI TIRARLA TROPPO PER LE LUNGHE – VIDEO

 

Gianmaria Tammaro per Dagospia

 

billions 4

Siamo alla quarta stagione, partita il 10 maggio su Sky Atlantic, ma “Billions” non accenna a rallentare. Intrighi, colpi di scena, nuovi scontri. Chi vince o chi perde sono, nell’assurdo, solo due dettagli. L’importante è quello che c’è nel mezzo, come Chuck, interpretato da Paul Giamatti, uomo di legge assetato di potere e di successo, o Bobby, interpretato da Damian Lewis, miliardario e eroe del popolo più volte indagato, riescano ad ottenere quello che vogliono.

 

billions 5

I protagonisti, nel corso di queste stagioni, sono sempre stati loro. Sempre. Tra alti e bassi, tra momentanei passi indietro, tra qualunque cosa il mondo gli riservasse. Per un po’, per un bel po’, sono stati rivali. E “Billions”, intelligentemente, si reggeva su questo equilibrio precario. Poi, con l’introduzione di nuovi personaggi, con un nuovo potente imprenditore, oligarca russo, e con l’arrivo di un nuovo procuratore generale, boss di Chuck, le cose sono cambiate. E i due, sorpresa, hanno trovato un vero accordo, qualcosa che li ha messi dalla stessa parte del tavolo.

Merito di Wendy, interpretata da Maggie Riff, moglie di Chuck e consulente per Bobby: si è ritrovata nel fuoco incrociato, a un certo punto, e ha rischiato tutto, anche il matrimonio, prima di riuscire a venirne fuori e a fare incontrare i due uomini della sua vita.

billions 7

 

“Billions” è una serie cervellotica, intensa, piena di riferimenti e citazioni, piena di quella grammatica narrativa che, da “West Wing” in poi, passando anche per il “Newsroom” di Aaron Sorkin, è sempre piaciuta allo spettatore. Due uomini di potere che si fronteggiano, che si scontrano, che non hanno paura dei colpi e, anzi, appena possono ne infliggono al loro avversario.

billions 6

 

È anche la storia di chi può fallire di più, e più pesantemente, che piace tanto. Una sorta, ecco, di vendetta trasversale, consegnata sul piccolo schermo all’uomo della strada.

La nuova stagione deve mantenere tante promesse e deve anche tenere alto il ritmo: è questa la cosa più importante. Il ritmo, la musicalità, lo spazio che trovano e in cui si inseriscono colpi di scena e tradimenti, pensate geniali e, pure, fallimenti colossali. È un sali-e-scendi continuo, uno spartito musicale fatto di parole e d’immagini, e complimenti ai creatori e sceneggiatori: hanno capito dove andare e a che note mirare.

billions 2

 

“Billions” è una serie da vedere con attenzione, da studiare e da cui, poi, lasciarsi catturare; è una delle sceneggiature migliori che ci sono oggi in televisione, figlia di tanti e tanti anni di altri show e di altre serie, e anche di personaggi enormi, mastodontici, con cui potersi confrontare e da ricordare. Quando è partita, rischiava d’assomigliare troppo, per le sue lotte di potere, a “House of Cards”.

 

Che faccia parte di quel filone lì, di quelli che hanno deciso di investire nel racconto del potere, è innegabile; ma è altrettanto innegabile che sia riuscita a ritagliarsi un solco totalmente nuovo, inesplorato, dove – finora – ogni cosa, ogni pensata, ogni battuta, ogni monologo, ogni dialogo tra i due Golia, Chuck e Bobby, ha funzionato.

 

billions 3

La cosa interessante è che, di contro, i due mostri possono diventare anche Davide, e perdere, e poi rialzarsi, e insistere. Ci troviamo davanti a una serie che ama la tragedia, il dramma, e che, alla prima occasione, non esita a metterle in scena. Il segreto del successo di “Billions” è tutto qui: è dare benzina a crimini che, fino a qualche anno fa, erano “noiosi” (quelli finanziari), è affidarsi ad attori incredibili, primo tra tutti Giamatti; è andare per la sua strada, sempre, e dare al pubblico quello che il pubblico vuole – con intelligenza. Bisogna sapere, però, quando fermarsi. Due giorni fa, è stata annunciata una quinta stagione. Che va bene, va benissimo: ma se c’è una cosa che la storia seriale c’insegna è: mai, mai, tirarla troppo per le lunghe.

billions la serie tv 6billions la serie tv 5billions la serie tv 1billions la serie tv 2billions la serie tv 3billions la serie tv 4billions 1

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…