alberto sordi il vigile

SORDI E’ SORDI E VOI NUN SIETE UN CAZZO! FULVIO ABBATE RICORDA QUELLA VOLTA IN UN ALBERGO DI PESCARA QUANDO ALBERTONE, IN PROCINTO DI PRENDERE L’ASCENSORE PER RAGGIUNGERE LA STANZA, VIENE D’IMPROVVISO RICACCIATO AL PIANTERRENO ED ESPLODE: “E CHE CAZZO STAMO A FA’?” - IN TUTTI I SUOI FILM, PERFINO IN "NESTORE, L’ULTIMA CORSA” DEL 1994, C’È SEMPRE UNA BATTUTA DA SALVARE: “TRA LA VITA E LA MORTE NUN CE STA ’NA VIA DE MEZZO” – VERDONE E LA DESCRIZIONE DELLA CASA CON IL BAGNO E LA SAPONETTA “QUASI PIETRIFICATA, PIENA DI RAGNATELE” - VIDEO

 

 

Estratto dell’articolo di Fulvio Abbate per mowmag.com

 

 

IL VIGILE ALBERTO SORDI

Nanni Moretti, con una battuta che sarebbe diventata celebre tra i detrattori, in “Ecce Bombo” gridava “Te lo meriti Alberto Sordi”, intendendo che fosse la personificazione ideologica del qualunquismo nazionale. Ma, a vent’anni dalla sua morte, Fulvio Abbate ci ricorda che il colonnello (generale o maresciallo, per i romani) della commedia all’italiana è stato anche molto altro

 

Alberto Sordi in città, a Roma, era anche un riferimento topografico immediato. Non mi riferisco alla casa di famiglia in via dei Pettinari, tra Ponte Sisto e Campo de’ Fiori, neppure a quella dove nacque, a Trastevere, oggi non più presente, ricordata ai passanti da una targa posta accanto alla trattoria “Capo de Fero - I rigatoni democratici”, semmai alla sua villa, progettata dall’architetto Clemente Busiri Vici, già residenza di un alto gerarca fascista, tra via Druso e piazza Numa Pompilio, posta all’ingresso dell’Appia Antica e alle Terme di Caracalla.

 

 

 

SORDI RUTELLI

Accade infatti, erano i tardi anni Ottanta, di avere scorto un manifesto che annunciava un concerto, “Toretta Stile”, nel gergo musicale underground capitolino, come indicazione topografica semplicemente: “Di fronte casa di Alberto Sordi”. Bastava quel cenno affinché pischelle e pischelli comprendessero. Non c’era romano che, scorgendone la residenza, non facesse caso alle persiane sempre accostate, così come agli avvolgibili dell’attichetto che si aggettava subito sopra, con tutti a domandarsi con stupore magico: …chissà se in questo momento Sordi è in casa, e che starà facendo, starà davanti al “piatto unico” che sempre gli prepara la sorella Augusta?

 

 

alberto sordi

Vent’anni fa, tarda sera, ero in fila nella piazza del Campidoglio in attesa di vederlo composto nella bara, aperta, un rosario tra le mani; una fila interminabile fin davanti la statua di Cola di Rienzo al lato della scalea giù in basso, giunta a rendere omaggio alla memoria cinematografica di uno dei “colonnelli” della cosiddetta commedia all’italiana - generale, di più, maresciallo d’Italia, in verità, per i romani - dove gli altri, i comprimari, erano Gassman, Mastroianni, Manfredi e, sebbene in posizione più defilata, tenente colonnello quest’ultimo, Tognazzi… Ma blocchiamo questo fotogramma, come in un fermoimmagine, in attesa di farvi ritorno.

 

IL VIGILE ALBERTO SORDI

Ricordo di averlo incontrato in un albergo di Pescara, in occasione del Premio Flaiano: lui in procinto di prendere l’ascensore per raggiungere la stanza, gli occhiali da vista, d’improvviso ricacciato al pianterreno, il tempo di sentirli pronunciare indispettito e sarcastico: “… e che cazzo stamo a fa’?”

 

Ora che ci penso bene, c’è stata però anche un’altra circostanza che ci ha visti insieme. Il giorno in cui il sindaco del tempo volle nominarlo “vigile onorario”. Per un giorno lui a indirizzare il traffico dalla pedana di piazza Venezia, accolto infine in piazza della Consolazione, dove il comando della Polizia Municipale, ora Roma Capitale, ha la sua storica sede, sotto il Campidoglio, la Rupe Tarpea e Monte Caprino. Gli sto accanto in veste di presentatore cadetto quando gli viene consegnato il casco bianco da “pizzardone”, e, a quel punto, rivolgendomi a Rutelli, primo cittadino, e allo stesso Sordi, non posso fare a meno, ricordando il film omonimo di Luigi Zampa, che sarebbe davvero il caso di consegnargli una giraffa di pelouche destinata ai bambini per la festa della Befana, come quella che De Sica dona alla sua amante nella stessa pellicola, peccato che gli applausi siano lì a coprire le mie parole, lo stesso Sordi ha poca voglia di trattenersi oltre il necessario, un attimo dopo ed è già iniziata la proiezione…

 

ALBERTO SORDI IL MARCHESE DEL GRILLO

A proposito di quell’avventura, un amico che recita nello stesso film nei panni del tenente, Riccardo Garrone, raccontava che “Albertone” gli aveva rubato molte battute “perché, agli occhi dell’attore protagonista, il caratterista, non esiste, è invisibile, dunque se l’attore protagonista non vuole che Riccardo dica quella battuta, Riccardo alla fine la battuta non la dice”.

 

alberto sordi nestore, l'ultima corsa

Di Sordi, fra molto altro, si diceva fosse “tirchio”, resta il mistero, insieme all’assenza di figure femminili, coniugali, visibili, evidenti nel corso dell’intera sua pubblica esistenza. Forse non a caso Carlo Verdone raccontava che la sua casa “assomigliava all’abitazione di una cantante lirica molto religiosa, ovunque ritratti di santi e madonne, tele antiche di pregio”. Ancora Verdone si soffermava sulla volta in cui, sempre lì da Sordi, ebbe necessità del bagno, scorgendo sgomento negli occhi del padrone di casa, “... alla fine mi venne data la chiave di un piccolo gabinetto, accanto al lavabo una vecchia saponetta quasi pietrificata, piena di ragnatele”.

 

(...)

 

fulvio abbate foto di bacco (1)

Perfino nei suoi film tardi, il Sordi declinante, “Nestore, l’ultima corsa” del 1994, racconta un amico, “… c’è sempre una battuta meravigliosa da salvare”. Esempio: “… tra la vita e la morte nun ce sta ’na via de mezzo”.

alberto sordiALBERTO SORDI NAVIGATORE SOLITARIO I NUOVI MOSTRIalberto sordi il vigile 3alberto sordi il vigile 2 alberto sordi il vigile1alberto sordi il vigile 2alberto sordi il vigile 4alberto sordi il vigilealberto sordi il vigile alberto sordi il vigile 1

 

Ultimi Dagoreport

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?