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IL CINEMA DEI GIUSTI - “SOUTHPAW - L’ULTIMA SFIDA” È UNA STORIA DI BOTTE, SANGUE, ORGOGLI FERITI E RESURREZIONI - SOLO CHE JAKE GYLLEHALL RISCHIA DI DIVENTARE UN NUOVO NICHOLAS CAGE CON IL FISICO PALESTRATO E TUTTI QUESTI RUOLI DI SFIGATO

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Marco Giusti per Dagospia

 

“I pugni fanno male”, si sa. I pugni fanno male e parecchio anche in questo nuova storia di sangue, botte, orgogli feriti, manager infami, allenatori de core, tragiche cadute e resurrezioni alla Rocky che firma un gran regista di noir come Antoine Fuqua, Southpaw – L’ultima sfida con Jake Gyllehall protagonista con la faccia tumefatta, un occhio pesto, morale a pezzi, ma sempre pronto a menare.

 

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Il pericolo è che diventi un po’ un nuovo Nicholas Cage con il fisico palestrato e tutti questi ruoli di sfigato che deve recuperare l’amore di qualcuno. Perché il suo campione di mediomassimi Billy Hope è un gran picchiatore, ma come uomo è una frana. Nato sulla strada, bianco ma nero di fratellanza, Billy è cresciuto a botte e a rap, come Eminem, che non a caso avrebbe dovuto essere il protagonista del film cinque anni fa, quando era solo un progetto della Dreamworks e una sceneggiatura scritta da Kurt Sutter, l’autore di The Shield. Anni di riformatorio, un’aggressività animalesca, nessuna tattica psicologica sul ring, hanno fatto di Billy un pugile di cuore ma non certo di gran testa. Più o meno un idiota fortunato.

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Lo ha salvato, non a caso, la bella moglie bionda Maureen, Rachel McAdams, che ragiona per lui e sfrutta a letto i round rimasti da combattere una volta che il suo uomo vince per k.o. prima del 12° round. E’ una battuta del film. Tutto andrebbe bene, Maserati, Ferrari, villa con piscina, orologi d’oro con brillanti da regalare agli amici, quando una sera, per colpa di un simpatico scambio di pugni con un pugile colombiano rivale, tale Miguel Escobar detto “Magic”, cioè Miguel Gomez, la bella Maureen si prende una pallottola volante sparata da un uomo di Miguel. E’ la fine.

 

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Billy Hope precipita nella sfiga più nera, perde in un incontro a Las Vegas e parte de capoccia contro l’arbitro (non se fa), va anche a sbattere con la Maserati contro un albero sotto casa. Magari non l’aveva visto. Così in breve tempo perde tutto, villa, auto, catenone d’oro, orologi. Finisce in una cameretta lercia con la padrona di casa che lo guarda male. Il manager infame, interpretato dal rapper 50 Cents un po’ incicciato, lo molla subita per Miguel Escobar, e la giustizia gli toglie la sua adorata figlioletta occhialuta mandandola ai servizi sociali e obbligando lui a un recupero psicologico di un mese.

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Per giunta dovrebbe anche trovarsi un lavoro. Precipitato in un film di Nicholas Cage, il povero Billy-Jake Gyllenhall, va a farsi salvare l’anima e il corpo da un allenatore povero ma onesto, Tick Willis, interpretato da Forrest Whitaker, che nella sua palestra cerca anche di recuperare i ragazzi della strada. Ovvio che ritroverà l’onore perduta e l’amore della figlioletta. Certo, è un po’ strappacore, sentimentalone (si piange, sob), e sembra di averlo già vista 50 volte, ma ci caschi, gli attori ci piacciono e la bella colonna sonora, l’ultima di James Horner con le canzoni di Enimen e Gwen Stefani fanno il resto. In sala dal 2 settembre. 

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