SPARLAMENTO – FILIPPO CECCARELLI SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI: "I SUDDETTI ELETTI SE LO SONO MERITATO. NEL 1992 SULLE CAMERE SI ABBATTÈ IL CICLONE DI MANI PULITE. CE N'ERA ABBASTANZA PER DARSI UNA RADDRIZZATA. TUTTO PERÒ FU RAPIDAMENTE DIMENTICATO. LA POLITICA HA VOLUTO IGNORARE L'INSOFFERENZA PER LA "CASTA". ADESSO È DECISAMENTE TROPPO TARDI…"
DI MAIO E IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI
Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”
A volte la storia assomiglia a un mostro che si mangia la coda, ma questo non significa che non si possa partire da molto lontano. Così l' argomento dell' amputazione di un buon numero di deputati e senatori, con le sue ovvie implicazioni punitive, è vetusto come l' aggettivo che lo definisce. Basti pensare che nell' anno 1895 uno spiritoso deputato moderato, Francesco Ambrosoli, diede alle stampe un libricino dal titolo "Salviamo il Parlamento: contro il parlamentarismo" nel quale sviluppando il tema primigenio "Perché i deputati sono antipatici" vivamente incoraggiava i suoi colleghi a essere molto modesti e comunque molto cauti nel dare nell' occhio rispetto a pretese e privilegi.
filippo ceccarelli foto di bacco
Nel 1955, e quindi ormai in regime democratico e repubblicano, il grande Giovanni Ansaldo ripropose quello scritto con tale intensità da indicarne addirittura la collocazione presso la benemerita biblioteca di Montecitorio. Tre anni prima, in "Totò a colori" il re della commedia si era confrontato con la figura di un borioso onorevole all' interno di un costrittivo vagone-letto: «Io sono un onorevole! Un o-no-re-vo-le!» scandisce. «Un onorevole?» chiede Totò palesemente scettico. «Sì» gli risponde quello tra il compiaciuto e l' altezzoso; e qui, accompagnato da una salutare propulsione del braccio monta e deflagra lo sberleffo di surreale potenza: «Ma mi faccia il piacere!».
Vero è che a quei tempi tutto ciò si poteva pur sempre confinare dentro il derelitto e comodo recinto del qualunquismo. Ma oggi? Beh oggi che è giunto il giorno del drastico taglio degli eletti, un po' viene da pensare che chi semina vento raccoglie tempesta, proverbio che può variamente interpretarsi nel senso che i suddetti eletti se lo sono meritato, ma anche che l' intero mondo che ruota attorno al potere, a partire dal sistema mediatico, si è ben guardato dal compiere un esame di coscienza. Ci fu un' occasione nel 1992-93 quando, dopo la lunga stagione delle vacche grasse culminata in una sintomatica proliferazione di ristoranti e punti di ristoro, sulle Camere si abbatté il funesto passaggio di Mani pulite.
Fine dell' immunità parlamentare, arresti a catena, transenne davanti alla Camera, dietro le sbarre un furor di popolo che si esprimeva con lanci di uova, frutti, ortaggi; i parlamentari non uscivano più nemmeno per andare a pranzo, i ristoranti della Città politica desertificati, per la strada insulti, sputi; facendo la fila a un ufficio postale il povero Willer Bordon venne affrontato da un colonnello dell' aviazione: «La chiamo deputato perché onorevole sarà il mio pitale!»; ansia, panico, anche qualche suicidio, chi si rivolgeva allo psicologo, chi alla cartomante, chi cominciò a fare sedute spiritiche per sapere dall' aldilà quando sarebbe finita.
Ce n'era abbastanza, insomma, per imparare la lezione e darsi una raddrizzata. E invece no, niente. Forse fu perché le cose brutte si dimenticano in fretta; o perché presto venne il tempo di Berlusconi, che delle assemblee aveva un' idea tutta sua e non esattamente nobile («Servono a rassicurare le mogli mentre a Roma si h a l' amica»); o magari perché proprio allora il Parlamento cominciava a perdere il suo core business (leggi e controllo). Fatto sta che dieci anni dopo tutto l' andazzo era di nuovo ricominciato. Daccapo: aumenti di indennità, (però furbamente ribattezzati "rimborsi" o "adeguamen-ti"), diaria, portaborse, sgravi fiscali, assicurativi, automatismi, galleggiamenti, viaggi per il mondo e altre diavolerie all' insegna del privilegio.
flash mob m5s per il taglio dei parlamentari 2
Ci fu pure l' ideona di aprire dei "Camera point", subito falliti, per vendere gadget che nessuno acquistava. Dopo l' 11 settembre ricominciarono costosissime blindature, con pezzi del centro storico letteralmente sequestrati alla città.
Sullo sfondo, sempre più visibili, lo svuotamento delle istituzioni, l' oscuramento definitivo delle culture politiche, quindi una selezione basata su una legge elettorale definita dal suo creatore "Porcellum" e che non solo equiparava il seggio a un' investitura, ma favoriva anche le più scorrevoli e opportunistiche migrazioni.
votazione per ddl costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari 1
Al passaggio di millennio l' antipolitica, col proposito di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, era ancora lontana. Ma nessuno nei Palazzi - ah l' antica metafora di Guicciardini ripresa da Pasolini! - ritenne di moderare richieste, pretese e grotteschi benefici per farsi perdonare l' assenteismo o pianisti d' aula. Venne dunque il tempo dei corsi di lingue e per sommelier, degli spazi di preghiera e raccoglimento, delle ferie prolungatissime, delle settimane dedicate alle gastronomie regionali, delle vacanze-pellegrinaggi, dei club di tifosi. A un certo punto un gruppo di onorevoli cavallerizzi ottenne di poter sfilare, clòppete- clòppete, per le vie di Roma con altri onorevoli che partecipavano in carrozza, intorno polizia, carabinieri e vigili urbani, dietro squadre Ama pronte a raccogliere le deiezioni equine.
craxi le monetine all hotel raphael
È da cinque stelle ricordare tutto ciò? È populismo stabilire un nesso fra distanza dalla vita della gente e illegittimità della classe politica?
Nel maggio del 2007 uscì "La Casta" di Stella e Rizzo: a dicembre aveva già venduto un milione 200 mila copie mettendo a nudo uno stato d' animo che già da un pezzo la politica doveva intercettare, disinnescare.
Adesso è decisamente troppo tardi; adesso non servirà nemmeno tagliare perché è già Sparlamento. Ci si consola, nei giorni di buonumore, pensando che la storia bene o male continua.