IL FALO’ DI VANITY FAIR - LE STAR DI HOLLYWOOD “SNOBBANO” LE RIVISTE PATINATE: ORA PREFERISCONO I SOCIAL…

Michela Proietti per il Corriere della Sera

Della serie strano ma vero, una diva non proprio inappetente di copertine come Gwyneth Paltrow lancia un grido d'allarme via e-mail ai suoi amici: «Vanity Fair Usa sta tentando di pubblicarmi nella cover. Per favore, chiunque di voi sia chiamato a rilasciare dichiarazioni, non lo faccia». Cosa sta accadendo? Le congetture sono rimbalzate sul New York Times, che con un articolo ha sollevato il velo: l'idillio tra carta patinata e celebrities s'è (forse) interrotto.

Nel caso specifico il motivo sarebbe la nuova spigolosità del giornale diretto dal potente Graydon Carter: «Prima Hollywood e Vanity erano come Fred Astaire e Ginger Rogers... ma anche le migliori relazioni si inceppano». Tra i momenti-spia della crisi viene ricordato il trattamento non proprio in punta di penna riservato alla crisi tra Tom Cruise e Katie Holmes, che ha provocato la reazione aspra di Scientology (chiamata in causa quale «terzo incomodo») e la querela di Bert Fields, legale del divo.

Ma secondo Leslie Dart, press agent di Tom Hanks e Woody Allen, c'è molto di più. «Il rapporto tra i media e i personaggi è cambiato: ormai le celebrities possono bypassare i media tradizionali grazie a social network come Facebook e Twitter». L'esempio più recente in Italia è quello di Belen Rodriguez, che ha affidato le foto dell'abito da sposa ad Instagram, l'applicazione che permette di condividere le foto con gli altri iscritti.

Così ha fatto anche la modella Marica Pellegrinelli: ha scelto un autoscatto su Instagram per celebrare la sua magrezza (un settimanale l'avrebbe ritratta, secondo lei, troppo in carne). «In questo modo diventiamo più creativi nella gestione dell'immagine», spiega la conduttrice Caterina Balivo, con un blog aperto nel 2008, un profilo Twitter e uno su Instagram. «Fotografo i primi passi di mio figlio, un tramonto con mio marito e dialogo direttamente con pubblico».

L'appeal dei nuovi mezzi si è intrecciato con la diffidenza verso i mezzi d'informazione. «L'uso impertinente fatto in passato di alcune interviste ha portato all'autogestione», osserva il sociologo Domenico De Masi. «Frasi stravolte, virgolettati mai rilasciati: quando un personaggio diventa sufficientemente autorevole, si sottrae ai media e decide i tempi e i modi». La reazione, dall'altra parte dell'Oceano, è composta: anzi, la linea meno compiacente verso le celebrities, ha prodotto risultati inattesi. «Tutti scodinzolano intorno a Graydon Carter e le sue feste sono le più ambite».

 

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