bill cosby marylin manson

"SONO STATA COSTRETTA CON FALSE PRETESE A COMPIERE UN ATTO SESSUALE" - AL "SUNDANCE FESTIVAL" PRESENTATI DUE DOCUMENTARI SULLE STAR COINVOLTE IN VICENDE DI VIOLENZE SESSUALI – IL PRIMO SU BILL COSBY (A OGGI SONO 60 AD ACCUSARLO), IL SECONDO SU MARILYN MANSON, ACCUSATO DI ABUSI SESSUALI E PSICHICI DA RACHEL WOOD - VIDEO

Simona Siri per "la Stampa"

we need to talk about cosby 2

 

Forse il commento migliore è quello dato all'inizio da una ex collega de I Robinson che alla domanda su cosa sia oggi Bill Cosby risponde: «la testimonianza della complessità della natura umana». Vale per lui e vale anche per Marilyn Manson, due icone dell'intrattenimento cadute sotto i colpi di accuse pesantissime, protagonisti di vicende giudiziarie serie (arresto e poi scarcerazione per vizio di forma per Cosby, indagine ancora in corso per Mason) e di due documentari appena presentati al Sundance Festival. 

 

we need to talk about cosby 1

Il primo si intitola We Need To Talk About Cosby, andrà in onda da domenica su Showtime. «Mi considero un figlio di Cosby» dice il regista W Kamau Bell, anche lui comico e presentatore. «In ogni momento della mia vita ha fatto parte della carta da parati della Black America. Venire a sapere quello che oggi sappiamo su di lui è stato traumatico ed è stato importante per me imparare qualcosa da tutto questo». 

 

we need to talk about cosby 8

Con interviste a attori, giornalisti, professori e alcune delle vittime, il documentario si apre con un ottimo lavoro di ricostruzione storica nel ricordare agli spettatori l'impatto sulla cultura americana di Cosby comico rivoluzionario, star della tv, educatore e filantropo a favore della causa afroamericana. Fino a quando non si viene interrotti da una donna (a oggi sono 60 ad accusarlo) che racconta di come sia stata circuita, drogata, molestata sessualmente da lui. 

 

w kamau bell

L'altro merito del regista è di mettere in sincrono le accuse con la carriera dell'attore: più diventava potente e famoso, più si sentiva intoccabile, più le molestie aumentavano. Da cui la domanda: chi tra quelli intorno a lui sapeva? Quali sono le responsabilità del sistema Hollywood nell'aver coperto i suoi comportamenti?

 

«Da solo, senza alcun tipo di impalcatura, non avrebbe mai potuto farla franca - dice Bell -. Quando hanno costruito Hollywood non hanno iniziato con il dipartimento delle risorse umane. È una fabbrica di sogni che ti permette di nasconderti in bella vista. È una questione più grande di Cosby».

 

AMY BERG

 La stessa domanda torna in qualche modo in Phoenix Rising, documentario diretto da Amy Berg (già candidata all'Oscar nel 2007 per Deliver Us From Evil sui preti pedofili) in cui l'attrice Evan Rachel Wood ripercorre la sua tossica relazione con Marilyn Manson, dal primo incontro allo Chateau Marmont nel 2006 - quando lei aveva 18 anni e lui 37 - fino alle accuse di abusi sessuali e psichici rese note nel 2019 (da allora altre 15 donne lo hanno accusato di condotte simili).

 

Evan Rachel Wood Marilyn Manson

 «Sono stata costretta con false pretese a compiere un atto sessuale», racconta Wood nel documentario riferendosi al video di Heart-Shaped Glasses, girato nel 2007. L'accordo tra lei e Manson era che l'atto sessuale sarebbe stato simulato, mentre secondo Wood Manson l'avrebbe penetrata senza consenso.

 

«È lì che è stato commesso il primo crimine contro di me: sono stata essenzialmente violentata davanti alla telecamera», mentre la troupe presente era «molto a disagio e non sapeva cosa fare». 

 

marilyn manson e evan rachel wood 2

In un altro episodio durante il tour del 2010 Wood racconta di essere stata lasciata sola in camerino mentre Mason era in preda a una violenta crisi e di aver temuto per la propria vita, mentre il manager del cantante faceva finta di niente. È anche per mascherare l'omertà attorno ai comportamenti di artisti considerati intoccabili («nel suo mondo Manson era Dio», ripete più volte) che l'attrice dice di essersi buttata nell'attivismo. 

 

Il titolo Phoenix Rising viene dal disegno di legge che lei stessa ha presentato al senato della California nel 2019 e che puntava ad estendere da tre a cinque anni i limiti per la prescrizione nei casi di violenza domestica. -

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