REMEMBER SWINGING CITY? - “SE RIESCI A RICORDARTI GLI ANNI 60 NON LI HAI DAVVERO VISSUTI” - QUELLA CHE ESPLOSE A LONDRA FU UNA RIVOLUZIONE PARI A QUELLA FRANCESE - DALLE MACERIE DELLA GUERRA LA CITY SI RIALZÒ DIVENTANDO LA CAPITALE MONDIALE DELLA MUSICA, DELL’ARTE E DELLO STILE - UNA “RIVOLUZIONE” CHE IN ITALIA FU ANJIENTATA DAL ’68 E DALLE IDEOLOGIE BOMBAROLE - I GIOVANI ANDAVANO VIA DI CASA PRESTO PER STUDIARE E INFOLTIVANO IL PUBBLICO DEI GRUPPI ROCK - DALLE SCUOLE D’ARTE DI PERIFERIA USCIRONO, FRA GLI ALTRI, JOHN LENNON, I ROLLING STONES, ERIC CLAPTON E SYD BARRETT…

Richard Newbury per "la Stampa"

Quelli di noi che si sono bruciati il cervello vivendo in pieno l'esperienza psichedelica degli Anni Sessanta sostengono che «se riesci a ricordarti gli Anni 60 non li hai davvero vissuti». Certo, i ricordi sono un po' confusi, ma io ho diversi flashback, come quelli della canzone «Jumping Jack Flash» dei Rolling Stones.

Come scrisse il poeta Wordsworth dei primi giorni della Rivoluzione francese: «Vivere quell'alba era una benedizione, ma essere giovani era il paradiso». Quel ventenne che si pavoneggiava in uno scatto per l'edizione inglese di «Vogue», fotografato dalla compagna di studi a Cambridge Suzy Menkes, destinata a diventare celebre firma di «Vogue», ero proprio io? Sono io colui che disse no all'offerta di un contratto da parte dell'etichetta discografica Track Records?

Michelangelo Antonioni venne nel 1966 a vedere la Swinging London scoperta su «Time» per realizzare «BlowUp» (il titolo significa «far saltare in aria», ma anche «ingrandire»), in cerca di una rivoluzione. Vi trovò una straordinaria esplosione di cultura giovanile nella musica, nella moda, nel cinema, nel pop e nella popart e persino nel cibo che distrusse lo stereotipo, un tempo giustificato, di una città degradata e dilapidata, di vestiti grigi, cibo pessimo, arte e architettura tradizionali, uomini in bombetta e donne in abiti informi che governava un enorme Impero.

E le radici di questo fungo psichedelico degli Anni 60 erano nate dall'humus della morte e della distruzione della guerra, ma anche dai cambiamenti nell'organizzazione sociale che la guerra aveva imposto.

Quindi, già nei giorni bui del 1942 un mondo nuovo era emerso grazie al Rapporto Beveridge, iniziativa legislativa che voleva sconfiggere i giganti cattivi del Bisogno con la previdenza sociale «dalla culla alla tomba», la Malattia con cure mediche gratuite, lo Squallore con la ricostruzione dei sobborghi fatiscenti e bombardati, l'Ignoranza con la legge sull'istruzione del 1944 che rendeva gratuita l'educazione a livello universitario e che dava agli studenti un salario e un alloggio e infine l'Ozio, combattuto con la piena occupazione e i sussidi.

Gli effetti della mobilità sociale necessaria in tempi di guerra, che avveniva rigorosamente per merito, e della tassazione punitiva che ne seguì, diedero origine a una rivoluzione. La mobilitazione attraverso la coscrizione maschile e femminile portò la popolazione al 9% nell'esercito e al 25% nelle industrie di guerra con una conseguente rottura delle distinzioni sociali, e questo fomentò, in modo più o meno discreto, una protorivoluzione sessuale che sarebbe stata ereditata dagli Anni 60.

I razionamenti di cibo, carburante e abiti del dopoguerra - finiti solo nel 1954 - crearono negli studenti l'abitudine di comprare i cappotti nei negozi che vendevano abiti militari in eccedenza. Il mio preferito a Londra, Fitzrovia, finito troppo presto su «Vogue», cominciò improvvisamente a vendere uniformi rosse da cerimonia: così nacque la moda del momento, perfetta per un periodo di veloce decolonizzazione.

Gli Anni Sessanta hanno visto un enorme aumento di università nuove di zecca, e poiché gli studenti erano selezionati in modo competitivo, molti se ne andavano di casa a 18 anni per studiare (e fornire così il pubblico ai nuovi gruppi rock). Anche gli studenti delle numerose scuole d'arte locali erano sostenuti finanziariamente dai contributi pubblici. Oltre a creare i progettisti e gli artisti degli Anni 60, furono queste le fucine dei gruppi di «rhythm and blues».

John Lennon arrivava dalla scuola d'arte di Liverpool, e dalle scuole d'arte delle periferie londinesi uscirono i Rolling Stones (Sidcup e Beckenham), The Pretty Things (Catford), Pete Townshend degli Who (Ealing), Syd Barrett dei Pink Floyd (Camberwell), oltre a Ray Davies di The Kinks, Eric Clapton e Jimmy Page. Dal 1963 circa cominciarono a suonare nei pub la musica blues del Sud degli Stati Uniti degli allora quasi archeologici Chuck Berry e Muddy Waters, e nel 1966 questa musica «segregata» si diffuse viralmente in tutto il mondo.

Valentina Agostinis ha avuto la brillante idea di scrivere un saggio ben documentato sulla Swinging London del 1966, «Swinging city» (Feltrinelli, pp. 234, euro 18), seguendo le orme del simile viaggio di scoperta fatto da Michelangelo Antonioni nel suo film-icona, «Blow Up».

Il regista trova poca politica ma molti mutamenti sociali con il suo fotografo di estrazione proletaria che guida una Rolls Royce e usa il radiotelefono (personaggio modellato su David Bailey e Terry Donovan) che fa la ruota come un pavone, un «re del pollaio» che fa volare le piume delle aristocratiche modelle androgine mentre il suo obiettivo le ingrandisce fino a farle diventare illusioni ottiche come se fossero dipinti di Bridget Riley.

L'ebbrezza del dopoguerra sta per diventare un incubo, ma nel 1966 tutto questo deve ancora accadere. E, come cantava Chuck Berry, era ancora possibile spassarsela sulla Strada 66 («Get your kicks on Route 66»).

 

ANNI sesanta ROLLING STONES twiggy COSTUME CIRCLE ANNI ANNI sesanta blowup antonioni blowup ANNI sesanta belle anni

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…