TANA PER ADRIANO CIARLATANO - CENSURATO L’INTERVENTO INTEGRALE DEL MOLLE AGIATO SUL SITO DELLA RAI - LE RISPOSTE DELLE “VITTIME” (MANCA SOLO LA CONSULTA) - CEI: “VUOTO E IGNORANZA, VOGLIAMO LE SCUSE” - “AVVENIRE”: “CONTINUEREMO A PARLARE DI DIO, E DELLE PERSONE CHE IN TV NON CI VANNO MAI, NEANCHE GRATIS” - “FAMIGLIA CRISTIANA”: “LIBERTÀ DI RAGLIO. LA RAI SI È MESSA NELLE MANI DI UN PATETICO ASPIRANTE PROFETA, ED È GRAVE. I SUOI CAPI HANNO BATTUTO LE MANI, ED È PEGGIO. SI VERGOGNINO, LORO PIÙ DI LUI” - COSA DIRÀ LA POVERA OPUS LEI, NON PERVENUTA ALL’ARISTON, MENTRE MAZZA & MAZZI RIDEVANO DI GUSTO?…

1 - CENSURATO L'INTERVENTO INTEGRALE DI CELENTANO SUL SITO DELLA RAI
DAGOREPORT
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1e7f2429-5d43-4a2d-aa8f-10eca49e3073.html Sul sito Rai.tv, dove di solito si possono vedere le repliche pure del disco orario, c'è un clamoroso buco nel video della prima puntata del Festival di Sanremo. Se si va sulla pagina dedicata, tra la performance intorno alle 22 di Irene Fornaciari e quella di Emma, c'è un salto di un'ora, proprio dove dovrebbe trovarsi la parte di Celentano.

2 - UN BELLO SPETTACOLO
Marco Tarquinio per "Avvenire"

Se l'è presa con i preti e con i frati (tutti tranne uno) «che non parlano del Paradiso». E se l'è presa con Avvenire e Famiglia Cristiana «che vanno chiusi». Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero.

Dunque, andiamo chiusi anche noi. Buona idea: così a tutti questi poveracci, tramite il Comune competente, potrà elargire le sue prossime briciole di cachet. Davvero un bello spettacolo. Bravo. Viva Sanremo e viva la Rai.

P.S. Naturalmente, caro Celentano, continueremo a parlare e far parlare di Dio, degli uomini e delle donne di questo mondo. Soprattutto di quelli che in tv non ci vanno mai, neanche gratis.


3 - SANREMO: SIR (AGENZIA CEI), DA CELENTANO VUOTO E IGNORANZA ORA LE SCUSE
(Adnkronos)
- Una dura replica all'attacco di Adriano Celentano contro Famiglia cristiana e Avvenire, pronunciato ieri sera durante il Festival di Sanremo, e' arrivato stamane attraverso una nota del Sir, l'agenzia stampa della Cei, dedicata alla vicenda. ''Quando l'ignoranza - si legge - prende il microfono per diffondere il suo messaggio e' doveroso replicare, seppur con serenita' e rispetto delle persone, per amore della verita'''. ''Ieri sera, in apertura del Festival di Sanremo - afferma il Sir - i giudizi di Adriano Celentano su due testate cattoliche nazionali da lui accusate di ipocrisia, di parlare di politica e non di Dio, sono stati la prova di un vuoto che e' anche dentro di lui''.

''Vuoto di conoscenza - prosegue il testo - di cio' che le testate cattoliche professionalmente sono e vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della societa' tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor piu' triste, perche' a tutti e' possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro Paese''.

''E' dunque piu' l'amarezza - si afferma ancora - che il disappunto a prendere il sopravvento dopo quanto accaduto ieri sera sul palco di un teatro che, e' bene ricordarlo, non e' la realta' del vivere quotidiano. Ma il giorno dopo c'e', forse, da attendersi che a parole insensate, cioe' impensate, seguano parole pensate e di scusa. Anche senza microfono''.

4 - AL PROFETA AVEVAMO DETTO CHE...
Franca Zambonini per "Famiglia Cristiana"

Prima l'incertezza: Celentano andrà o non andrà? Poi l'accordo sul cachet, cioè la paga, non senza lo sconto finale: 350 mila euro per una serata, 700 mila per due, 750 mila se di più. Infine, il colpo di scena: andrà, prenderà i soldi ma li darà in beneficenza. «È un segnale importantissimo, quasi commovente», commenta Gianni Morandi, conduttore del Festival.

Si sa che al Festival di Sanremo piace far parlare di sé prima ancora di iniziare, così si accendono le aspettative. Ma nella prepolemica di quest'anno ci sono più motivi di fastidio che di compiacimento. In tempi di sacrifici richiesti, stangate in arrivo per le famiglie, disoccupazione drammatica, pensioni a rischio e tutta l'incertezza che accompagna ogni crisi, scandalizzano i compensi che la Rai è pronta a versare.

Non c'è dubbio che Adriano sia un artista amato e ammirato; ma perché deve essere pagato per l'esibizione di una sera quanto un ricercatore precario non si sogna di guadagnare in dieci anni? È vero che un cantante del suo calibro attira, oltre agli ascolti, i soldi della pubblicità. Ma è anche vero che un ritorno alla sobrietà di altri tempi sarebbe stato opportuno per quella Rai che, da più di un mese, ci richiama all'obbligo di versare il canone come indispensabile finanziamento per un servizio pubblico che, però, si mostra sempre più scadente.

L'altra ragione di fastidio sta in quella esibita donazione ai poveri. Celentano, con mossa a sorpresa, ha deciso che verserà il suo cachet parte a Emergency e parte ai "poveri". Per individuarli, ha chiesto l'aiuto dei sindaci di sette città: Verona, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari. Non si capisce quale sia il criterio di questa scelta. Ha indicato i sindaci che gli sono più simpatici, quelli che considera più vicini alla gente? Ma tutti i sindaci sono o dovrebbero essere vicini alla gente. E in base a quale graduatoria le sette città sono state da lui individuate come le più bisognose? E perché trasformare in uno spettacolo promozionale anche la generosità, l'aiuto che si dà al prossimo senza aspettarsi un ritorno di immagine?

Domande a vuoto. Ci si aspetta ora che Celentano utilizzi una parentesi tra i suoi celebri silenzi per farci capire dal palco di Sanremo qual è la sua idea di beneficenza. La solidarietà non sceglie i "poveri" come si fa con i provini di un reality dotato di un montepremi. La generosità richiede silenzio, non aspetta né lodi né promozione di immagine. Lo dice il Vangelo, Matteo 6,2: «Quando dunque tu fai l'elemosina, non metterti a suonare la tromba davanti a te». Lo dice la saggezza popolare: «Fai del bene e scordatelo».

Idea finale: Adriano va sul palco dell'Ariston gratis, la Rai spende meglio i nostri soldi e la dignità del donatore e del "povero" resta intatta.


5 - ...E ADESSO GLI RICORDIAMO CHE
Da "Famiglia Cristiana"

Una volta si sarebbe detto fariseo, ma non sprechiamo titoli nobiliari. Adriano Celentano è solo un piccolo attivista dell'ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private.

Come sanno i lettori, sulle nostre pagine, Franca Zambonini ha giustamente deprecato l'ingaggio faraonico per Sanremo, tradotto poi in beneficenza a suon di tromba, o meglio ancora di grancassa: altro che precetto evangelico. Più o meno lo stesso hanno scritto Avvenire e sul Corriere, caricando la dose, quello che è il maggior critico televisivo in Italia, Aldo Grasso.

Lesa maestà, evidentemente. Ecco infatti che Celentano, con l'avallo della Rai, pontifica su preti e frati che non sanno parlare alla gente, insulta il nostro giornale e quello della Cei che neanche si occuperebbero di fede e religione, tratta Grasso da deficiente. In coda, poi, il solito repertorio di frusta demagogia, anzi più ovvio, scontato e sbracato del solito. Inascoltabile.

Stando nel nostro orticello, di tutto possiamo essere accusati ma non di non parlare di Dio, fede e religione e dei bisogni spirituali dell'uomo di oggi. Celentano è proprio sfortunato: a partire dal numero 9, in edicola e in parrocchia da giovedì 23 febbraio, Famiglia Cristiana uscirà con una serie di testi dei maestri della spiritualità contemporanea. Sarà bene offrire un abbonamento omaggio al Re degli Ignoranti, in modo che possa conoscerci meglio.

Il lato incredibile della vicenda è che la Rai butti l'equivalente di un miliardo e mezzo delle vecchie lire, che Celentano sia autorizzato a spargere velenose menzogne, che un repertorio da agit-prop venga contrabbandato come lezione magistrale. Povera Rai, una volta di più, con quella prima fila di papaveri che alla fine del vaniloquio si alzano in piedi per applaudire, invece di tirare ortaggi.

Ma non è solo colpa dell'ente pubblico, evidentemente persuaso che le canzonette da sole non bastano. Una buona quota di responsabilità l'abbiamo anche noi giornali. E' dal 1987, anno del famoso Fantastico in cui il guru si inceppò come un motore rotto, senza saper più andare né avanti né indietro, è da allora che vige la vulgata giornalistica di un Celentano che parla per insegnare, tace per meditare.

Ma quali meditazioni. I silenzi del cantante dipendono dai vuoti di memoria, dalle sconnessioni intellettuali, dai tranelli del linguaggio articolato. Venticinque anni fa lo salvò Bruno Gambarotta, riuscendo in qualche nodo a farlo sillabare. Adesso provvedono due marchingegni elettronici, uno per orecchio, del tipo inventato da Gianni Boncompagni quando teleguidava Ambra. Vien persino da rimpiangere le dimenticanze, almeno stava zitto.

Comunque, chi si sogna di censurare Celentano, o prendere sul serio i suoi discorsi da bar, anche se lui chiede di chiudere i giornali in nome della libertà? Da noi c'è libertà di "raglio". Dopo questo esordio sanremese, però, quella che non va passata sotto silenzio - e qui non si parla davvero dei silenzi coatti di Celentano - è la linea della Rai. Si è messa nelle mani di un patetico aspirante profeta, ed è grave. I suoi capi hanno battuto le mani, ed è peggio. Si vergognino, loro più di lui.

 

SITO DELLA RAI - MANCA IL VIDEO DI CELENTANOCELENTANOCANALIS E CELENTANOADRIANO CELENTANO MARCO TARQUINIOprima pagina avvenireMORAGLIA E BAGNASCOMAURO MAZZA GARIMBERTI E LORENZA LEI

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!