IL TEATRINO DELLA SCALA - IL CRITICO DEL “CORRIERE” PAOLO ISOTTA GODE PER L’USCITA DI LISSNER, “IL PEGGIOR DIRETTORE DELLA STORIA”, CHE GLI AVEVA RITIRATO L’ACCREDITO - “MA PEREIRA FA LE STESSE SCELTE SBAGLIATE”

Luigi Mascheroni per Il Giornale

Paolo Isotta, critico principe del Corriere della sera: ieri il sovrintendente Stèphane Lissner, facendo il bilancio della sua esperienza alla Scala, ha detto che non si è pentito di averti negato l'accredito, e lo rifarebbe.
«Me l'hanno detto».

Ha detto anche: «il razzismo non ha posto nel mio teatro», alludendo alle tue critiche a Daniel Barenboim.
«Cito gli anacoreti della Tebaide: Vana vanidici fictio. Una vana invenzione di un bugiardo. Lissner, ancorché da noi locupletatissimo è un disperato senza arte né parte, pure se ora andrà dirigere l'Opéra di Parigi. Si attacca a qualunque escogitazione pur di evitare di scendere sul fatto. E sul fatto che sia stato espulso dalla Scala, c'è da dire che in realtà la cosa si è girata nel modo più favorevole per me, perché io da sempre avrei preferito entrare a teatro col biglietto pagato e non offerto.

Soltanto che però la cosa deve essere la scelta unilaterale del mio giornale, non la decisione di un soggetto che gestisce un teatro pubblico come fosse una casa privata. E poi io non me la prendo neppure con Lissner, ma con chi glielo ha permesso. Il presidente della Fondazione della Scala, il sindaco Pisapia, non si nemmeno scomodato. E mi ha sorpreso anche l'assenza di reazione di Franceschini».

Però Barenboim l'hai attaccato.
«Non perché è ebreo. Ma perché è un cattivo direttore e un cattivo pianista. Se al posto suo ci fosse stato Vladimir Davidovich Ashkenazy, avrei detto che è un grande direttore e un grande pianista, anche se è più ebreo di Barenboim».

Cosa pensi di Lissner?
«Il peggiore sovrintendente di tutta la storia della Scala».

Perché?
«Non si è mai vista una concentrazione di cattivi direttori d'orchestra come nella sua gestione. Né delle regie così efferate e cervellotiche».

E di Pereira, cosa pensi?
«Non entro nello scandalo che lo ha visto protagonista. Però le sue scelte artistiche mi sembrano fallaci quanto quelle di Lissner. Solo un esempio: uno degli spettacoli comprati è gli efferati Maestri Cantori diretti da Daniele Gatti, che a Salisburgo non vogliono più. Dopo La traviata inaugurale di quest'anno, sarebbe bene che Gatti per alquanti decenni non tornasse più alla Scala».

Oggi La Scala ha deciso di tenere Pereira per un anno.
«Sono dei menomati».

C'è molta confusione.
«In questo momento La Scala è un danno spaventoso all'immagine della nostra patria. E dico Patria, non Paese».

Chi ci vedresti bene alla Scala
«Un italiano».

 

 

paolo isottaLA LETTERA DI STEPHANE LISSNER AD ALEXANDER PEREIRAStephane Lissner Sovrintendente Scala alexander pereiraDaniele Gatti Francesca Colombo

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