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IN EXCELSIS TEO (TEOCOLI) - FUNARI E IL SUO "NON MI ROMPETE IL CAZZO", ABATANTUONO “IL CHECCO ZALONE DEGLI ANNI ‘80”, IL VAFFA A FRECCERO, LO SHOWMAN SI RACCONTA: “BRIGITTE BARDOT MI CHIAMAVA "TEÒ SFIGATÒ", MA UN PO' LE PIACEVO” - IL NO A BERLUSCONI: "FUI ALLONTANATO DA VILLA SAN MARTINO A CALCI IN CULO. PERSI 4 O 5 ANNI POI FU LUI A RICHIAMARMI"

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Malcom Pagani per il Fatto Quotidiano -  ESTRATTO

 

TERÙN

Nato a Taranto per caso nel 1945 e poi accolto dalla Reggio affacciata sullo Stretto di Messina, Teo Teocoli si trovò in un altro continente anche a Milano: "Terùn, terrone, terrunciello, baluba, i primi tempi mi chiamavano così. Venivo dai campi, dalla terra, dalla periferia della periferia. Arrivavo a scuola e sentivo i discorsi su di me: 'Che ci vuoi fare? Abita in Africa, pretendi anche che sia pulito?'".

 

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IL DERBY

Mondo irripetibile, scuola magnifica, prova severa. Su quel palco, penso a Pippo Franco, non andò bene a tutti. I romani, tranne Funari, non funzionavano. Erano politicizzati. Gianfranco no. Raccontava storie improbabili e ricamava autobiografie ancor più sospette, ma teneva la scena. Quando mettevamo in dubbio genesi e curriculum, tagliava corto: 'Non mi rompete il cazzo'.

 

SOLE, WHISKY E SEI IN POLE POSITION

Un' amicizia forte ce l' avevo con Guido Nicheli. SI era innamorato di una mia certa animalità, del mio buttarmi in piscina nel mezzo di una festa al solo scopo di far casino. La scala di valori, in rigoroso ordine, recitava al primo posto la mamma e a seguire il sole, la figa, la pizza e un buon rapporto con le funzioni essenziali.

 

PROIETTI TEOCOLI CACCAMOPROIETTI TEOCOLI CACCAMO

LE NOTTI DI SAINT TROPEZ

Circondato dai Piroddi, dai Gigi Rizzi, dai Parisi e dai Trapetti, ero il Playboy senza portafogli. Le scopavo tutte comunque, ma non davo peso a niente. Vivevo alla giornata, mi divertivo. Ero l' outsider.

 

ECCEZZIUNALE VERAMENTE

In un solo anno Diego Abatantuono divenne il Checco Zalone degli anni 80. Con il personaggio del terrunciello, diretta filiazione di uno sketch ideato da Jannacci tra un tranviere e un operaio, aveva conquistato l' Italia. Di Eccezziunale veramente, Abatantuono Diego era l' assoluto protagonista. Ed era giusto così. Io e Boldi forse ci sentimmo un po' sprecati perché eravamo in un momento di splendore.

 

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BERLUSCONI

Berlusconi mi cercò, ma purtroppo non ci fu un solo aspetto sul quale fossimo d' accordo. Sognavo che a me e a Boldi venisse dato un programma autonomo sulla scia di quello che già facevamo e lui ci proponeva soltanto finestre in trasmissioni condotte da altri. 'Potreste andare da Costanzo', mi disse e io risposi a brutto muso. Che a me di Costanzo non fregava un cazzo. Non per Maurizio ovviamente, ma l' idea di essere ospite a casa d' altri non mi piaceva per niente. 'O mi fai fare lo show o me ne vado'. Venni allontanato da Villa San Martino a calci in culo e naturalmente la pagai.

 

BERLUSCONI LE GLORIE DEL MILAN E TEO TEOCOLIBERLUSCONI LE GLORIE DEL MILAN E TEO TEOCOLI

Persi almeno 4 o 5 anni, anni interminabili cui i colleghi sciamavano felici tra cinema e tv e a me toccavano le seratine in provincia. Berlusconi non fece niente e non proferì mezza parola, il meccanismo fu ancora più sottile. Furono loro, funzionari e direttori, terrorizzati e più realisti del re a dirsi: 'Teocoli è pericoloso, con lui non ci lavoro più'. Con Berlusconi ci vogliamo bene, c' è stima. Alla fine in tv, nelle sue tv, mi richiamò lui.

 

RICCI CHI?

CESARE MALDINI IMITATO DA TEO TEOCOLICESARE MALDINI IMITATO DA TEO TEOCOLI

Non so chi sia Avrebbe potuto dire qualcosa e non disse niente. Comunque non voglio parlarne male, ma solo dire che i suoi autori sono bruttissimi. Non cattivi, solo brutti. Non ho mai litigato con i deboli, ma sempre con chi incarnava un potere. Ai tempi di Scherzi a parte, la zarina, la signora Fatma Ruffini, tagliava a suo piacimento il materiale girato e decideva ogni cosa. Un giorno mentre stavo verniciando una scarpa di Gene Gnocchi di rosso fermò tutto dicendo: 'Non è elegante'. Le arrivò un vaffanculo che fece tremare le pareti. Arrivò Freccero, il direttore di rete: 'Ma che succede?'. 'Sai che c' è Freccero? Vaffanculo pure a te'.

 

FELLINI

BRIGITTE BARDOTBRIGITTE BARDOT

Me lo fece incontrare un suo aiuto regista a Cinecittà. Preparava La città delle donne e disegnava maiali e angeli appoggiato a una scrivania. 'Se vuoi fare l' attore - disse con i miei scatti in mano - è meglio che queste foto le fai sparire il prima possibile', mi disse e poi continuò con ironia: 'Purtroppo un ruolo per te in questo film non ce l' ho, ce n' era solo uno e l' ho offerto a Mastroianni, ho sbagliato forse?'.

 

BRIGITTE BARDOT

Mi chiamava "Teò sfigatò" Si sbagliava eccome, ma forse parlava con sentimento. Non l' ho mai detto, ma ne sono sicuro. Un po' le piacevo. Garantito.

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