aspesi rai

MAI DIRE RAI - RIVOLTA A VIALE MAZZINI CONTRO IL CAPO DELL’UFFICIO LEGALE COTTONE RITENUTO IL PRINCIPALE RESPONSABILE DELLA DELIBERA SUL TETTO AI COMPENSI: E DOMENICA ASPETTANO TUTTI RENZI DA FAZIO PER SAPERNE DI PIÙ SULLE SORTI DEI MILIONARI STIPENDI DELLE STAR - NATALIA ASPESI: “I TAGLI AI COMPENSI? SAREBBE UNA BELLA OCCASIONE PER LIBERARSI DEI SOLITI NOTI”

RENZI FAZIO RENZI FAZIO

Rivolta in Rai contro il capo del legale il 65 enne Pierpaolo Cottone ritenuto il principale responsabile della delibera sul tetto ai compensi degli artisti e collaboratori. L'anziano legale infatti incalzato da Freccero ha balbettato in consiglio sui rischi di danno erariale per gli amministratori al punto che il consigliere in quota 5 stelle ne ha chiesto le dimissioni.

 

Anche oggi riunione infuocata con il direttore delle risorse televisive che chiedeva inutilmente lumi sui contratti a registi e autori di fiction e intrattenimento senza cavarne un ragno dal buco.

 

E domenica aspettano tutti Renzi da Fazio per saperne di più sulle sorti dei milionari stipendi delle star del servizio pubblico

 

CARA RAI, FAI UNO SFORZO CERCA UN CONTI GIOVANE

 

Natalia Aspesi per la Repubblica

ASPESI RAIASPESI RAI

 

Pianteranno in asso la Rai i suoi big dell' intrattenimento popolare, anche giornalistico, sia basso che alto, furibondi per il taglio ai loro sensazionali compensi?

 

Sarebbe davvero una bella occasione per il nostro servizio pubblico per liberarsi elegantemente (e per ragioni patriottiche e di equità) non solo da personaggi ultra datati, ma anche dalla pigrizia paralizzante dei suoi responsabili: via queste antiche star, via anche un modo annoso di gridare, sorridere, ridere, dare del tu, entusiasmarsi sul nulla, via il ripetersi annuale di certe trasmissioni ormai fuori dal tempo che si abbattono su un pubblico contentissimo soprattutto perché altro non gli si dà.

 

RENZI FABIO FAZIO RENZI FABIO FAZIO

Certo bisognerebbe che la Rai facesse uno sforzo immane, persino pensare, darsi da fare: cercare volti nuovi, nuovi talenti, spingere gli autori a un minimo di fatica, uscire dalla palude del déjà- vu mille volte. Certamente il pubblico è meno pigro di quello che è facile pensare, tanto che le rare volte in cui le reti di Stato gli han dato un buon programma d' intrattenimento pericolosamente intelligente, lo hanno seguito con entusiasmo, accontentando anche chi alla tv chiede di più. Che poi ci sia tutta questa paura che pur di avere Giletti, Insinna o Conti, le altre reti siano disposte a svenarsi, pare molto avventato.

 

Mediaset è già zeppa di star e non è più così doviziosa o generosa, le altre reti in chiaro o no i loro beniamini se li creano, giovani, nuovi, tipo Cattelan, i noiosissimi cuochi, Borghese. E sino a ora nessuno dei nostri ultrastipendiati è stato chiamato dalle nuove reti (Crozza da La 7, che non è la Rai, a Discovery).

 

NATALIA ASPESINATALIA ASPESI

C' è il pericolo più temuto che però c' era da prima che si volessero, per legge, affamare le star: che Mediaset rubi Carlo Conti, adorato, ma anche detestato, dal pubblico. Sarebbe una perdita irreparabile? Siamo seri: forse non sono i conduttori ad attirare la pubblicità, ma le trasmissioni stesse e non è detto che se anche queste fossero meno primitive ma comunque popolari, perderebbero sponsor.

 

Poi c' è un altro problema: non è sicuro che i fan accaniti di Vespa o Fazio siano contenti di sapere che per questi qua e per gli altri, 240 mila euro l' anno sono un miseria inaccettabile. E se il ministero dell' Economia dovesse concedere una deroga perché sennò la povera Rai "esce dal mercato"( ma noi le paghiamo il canone) la vasta audience di pensionati sempre tartassati potrebbe davvero arrabbiarsi.

 

carlo conti virginia raffaele come sandra milocarlo conti virginia raffaele come sandra milo

Si spera che altri cosiddetti big, che poi fan soldi anche con la pubblicità, seguano l' esempio della più intelligente e ragionevole, Lucia Annunziata, donna e giornalista, che ha detto subito di sì al nuovo stipendio, valutando anche l' importanza di lavorare per la Rai piuttosto che per una rete vistosamente commerciale.

 

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