TG4 CANTONI - EMILIO UMILIATO E OFFESO, ACCUSA: “SONO VITTIMA DI UNO SPORCO COMPLOTTO… INVIDIE INTERNE A MEDIASET O UNA VENDETTA DI LELE MORA” - “FATEMI ARRIVARE ALL'AUTUNNO, POI VI LASCIO IL TG4 E MI CANDIDO ALLA CAMERA CON IL PDL, PERCHÉ CON BERLUSCONI SONO GIÀ D'ACCORDO” - SILVIO BANANONI NON LO ABBANDONA: “È STATO IL PRIMO A TELEFONARMI! LO ADORO, NON MI LASCIA MAI SOLO, MAI MAI MAI”…

1 - FEDE E I SOLDI IN SVIZZERA: "VENDETTA DI LELE MORA"
Paolo Colonnello e Guido Ruotolo per "la Stampa"

Lui, il direttore del Tg4 Emilio Fede, cade dalle nuvole. La valigetta con due milioni e mezzo di euro in contanti, lui, a Lugano, non l'ha mai portata. Sarà, ma intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per riciclaggio. Fede non è ancora indagato e nelle prossime ore sarà convocato dal procuratore aggiunto Capaldo e dal pm Laviani che stanno svolgendo accertamenti sulla vicenda.

La segnalazione sul tentativo, fallito, di Emilio Fede di depositare i soldi in una banca svizzera era arrivata a fine gennaio. Una segnalazione senza firma ma molto ricca di particolari. Si spiegava nel dettaglio le ragioni per cui la banca ha rifiutato quel deposito così imponente: «Carenza di idonea documentazione». Come dire, Fede è un cliente a rischio, indagato per concorso in bancarotta.

Tanto dettagliato l'esposto, che veniva segnalato addirittura il modello e la targa dell'auto con la quale Fede sarebbe arrivato a Lugano. E, dunque, la Guardia di finanza di Como dopo le prime verifiche ha spedito tutto a Roma. Visto che giura di non aver mai nemmeno lontanamente pensato di portare una valigetta piena di soldi contanti a Lugano, dove lo conoscono perfino i gatti («Ma che, mi hanno preso per scemo?»), Fede ha adombrato l'ipotesi di un complotto ai suoi danni annunciando querele a raffica per diffamazione.

In queste settimane, dunque, la Finanza ha iniziato un lavoro di verifica della segnalazione così ricca di particolari. Non c'è una firma, sulla segnalazione. Ma gli investigatori informalmente sarebbero riusciti a risalire all'autore dell'esposto: probabilmente un funzionario di banca di Lugano.

Primi riscontri riempiono già il carniere degli investigatori. Come la targa dell'auto con la quale Emilio Fede si sarebbe presentato nel dicembre scorso nella sede della banca elvetica. Si tratta di un'auto del parco macchine di Mediaset. Una provenienza romana, ed ecco perché poi il fascicolo è stato consegnato alla procura della capitale. Adesso le verifiche sono concentrate sul personaggio che accompagnava il direttore del Tg4. Potrebbe trattarsi di un noto consulente finanziario.

Adesso, il direttore del Tg4 smentisce appellandosi al buon senso: «Ma vi pare che con tutte le indagini aperte sul mio conto, mi mettevo in testa di depositare due milioni e mezzo di euro in Svizzera? A Lugano poi, dove mi riconoscono tutti. Ma via...».

Effettivamente, anche nella Procura di Milano, dove Fede è indagato sia per la prostituzione minorile di Ruby, sia in concorso per la bancarotta di Lele Mora, ieri si chiedevano come fosse nata questa storia. Di certo, se davvero Fede avesse portato dei soldi in Svizzera, segnalato alle banche ticinesi e alla Guardia di Finanza, avrebbe corso il rischio di vederseli sequestrati all'istante alla frontiera.

«E infatti non ci ho proprio pensato. L'ultima volta che ho varcato la soglia di una banca a Lugano, dove per altro posseggo anche una casa che però non uso più da tempo, è stato nell'agosto scorso, insieme al pm Eugenio Fusco per dar seguito alla rogatoria sul mio conto, da lui stesso inoltrata. Forse è lì che qualcuno ha preso nota della targa della mia auto. In precedenza ero stato in banca tre o quattro volte nell'aprile di un anno fa, sempre per la storia dei soldi che mi aveva dato Mora. Infine negli ultimi tre o quattro mesi, ma la data esatta non me la ricordo, sono stato a Lugano una sola volta, a cena da una mia amica sposata con uno dei più noti avvocati di Lugano».

Fede sembra sereno: «Ma certo, non ho nulla da temere. Ovviamente, quando ho letto i giornali mi sono molto amareggiato, ho cercato di ricordare se per caso non fossi entrato in una banca per cambiare 500 euro, allora avrei iniziato a preoccuparmi.. Macché, nemmeno questo. Mi dispiace, sono convinto che alla fine quando si scoprirà chi e perché ha voluto farmi questo scherzetto, tutto ciò si trasformerà in un boomerang contro chi ha voluto farmi del male». Chi? «Qualcuno che non mi vuole più vedere come direttore del Tg4». Un complotto dentro Mediaset? «Non credo. Anzi potrebbe essere più una vendetta di Lele Mora».

2 - «ANCHE DENTRO MEDIASET TRAMANO CONTRO DI ME»
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

«E certo che ti parlo! Porcaccia miseria se ti parlo! Perché no, scusa, dico: avrai capito anche tu che sono vittima di uno sporco complotto...».

Direttore, senti...
«Tu puoi pensare tutto di me, ma non che sono uno stupido! Sono uno stupido? Pensi che Emilio Fede sia uno stupido? Forza, rispondi...».

No, direttore, non sei uno stupido: ma io devo farti qualche domanda.
«Okay okay, dai, sono qua, ti ascolto».

Allora, l'accusa è precisa: dicono che ti sei presentato in una banca di Lugano chiedendo di poter versare due milioni e mezzo di euro in contanti, ma i funzionari della banca si sarebbero rifiutati di effettuare l'operazione.
«Ragiona: io ho due milioni e mezzo in contanti, e che faccio? Li metto in una valigetta, attraverso il confine con quel malloppo e mi presento in banca a Lugano, dopo che a Lugano, proprio in banca, è successo quel che è successo con la vicenda di Lele Mora?».

Tu sei stato a Lugano?
«No!... Cioè, sì, ci sono stato, ma a comprare medicine o a fare passeggiate. E quando arrivo, ogni volta, ordino al mio autista di parcheggiare distante dalla banca proprio per evitare equivoci».

Eppure ci sarebbero dei riscontri, direttore.
«Oh santo cielo! Divento pazzo! Sentimi: mettiamo pure che io abbia una valigetta con due milioni e mezzo, va bene? Secondo te io sono così fesso da andarmene a Lugano? Non faccio prima ad andare a Montecarlo? No, dai, non regge».

In realtà, invece, la sensazione è che i giudici si muovano con qualcosa di concreto tra le mani.
«Concreto? Allora, ascoltami. Le ipotesi sono tre: o c'è un caso di omonimia, ipotesi in cui spero; o c'è una casuale e pazzesca somiglianza con qualcuno, ipotesi possibile ma remota; oppure c'è stato qualcuno che è andato lì, allo sportello bancario di Lugano, spacciandosi per me... e questa, purtroppo, è l'ipotesi più plausibile».

E perché l'avrebbe fatto?
«Per fregarmi, accidenti! Perché, appunto, è un complotto!».

Complotto organizzato da chi? Dall'Agenzia delle Entrate?
«Mah! Vedi, io mi sto faticosamente rialzando dopo la triste vicenda di Ruby, e sto cercando di dimostrare di non avere colpe... Evidentemente, però, c'è qualcuno a cui continuo a dare fastidio... sì, questo direttore che dirige da così tanti anni, purtroppo, sta sulle scatole a qualche invidiosetto».

Dai fastidio dentro Mediaset?
«Anche».

Questa è una notizia.
«Sai, io gli ho detto: fatemi arrivare all'autunno, poi vi lascio il Tg4 e mi candido alla Camera con il Pdl, perché con Berlusconi sono già d'accordo...».

E l'azienda?
«Ci siamo accordati così: mi danno una buonuscita, non clamorosa, ma equa per quello che ho fatto e dato in tutti questi anni. Poi avrò dei benefit, tipo l'autista e la segretaria. Poi un programma in prima o seconda serata su Retequattro, l'incarico fantasma ma comunque prestigioso di direttore editoriale dell'informazione e, infine, un contratto di consulenza di tre anni più due».

Non male, direi.
«Infatti io non mi lamento. Penso pure che però questi miei accordi possano aver scatenato altre invidie nei miei confronti. E qualcuno può aver pensato bene di farmi mangiare un po' di fango».

Gira voce che ti abbiano anche ridotto il numero dei redattori.
«Voce verissima! Con l'apertura del TgCom, mi hanno devastato la redazione. Quando andrò via, temo che il Tg4 cesserà di esistere».

Hai sentito il Cavaliere nelle ultime ore?
«Questa mattina è stato il primo a telefonarmi e ad esprimermi la sua solidarietà! Lo adoro, non mi lascia mai solo. Mai, mai, mai...».
(Emilio Fede ha 80 anni).

 

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