greco palombelli porro

IL TG DEGLI ANTI-POPULISTI - IL BANANA SI ERA COLTIVATO I NEMICI IN SENO E ORA PARTE LA RIVOLUZIONE DI RETE4. GERRY GRECO: ''IL NOSTRO BERSAGLIO GROSSO SONO LA7 E RAI3, CERCHEREMO DI MANTENERE IL VECCHIO PUBBLICO CONQUISTANDONE UNO NUOVO. LA RAI È IN CRISI DI IDENTITÀ'' - CON PALOMBELLI, PORRO, GIACOBBO, CHIAMBRETTI E NUZZI, È IL PIÙ GRANDE RILANCIO DI PALINSESTI DELLA TV ITALIANA

 

1. "DALLA RAI AL TG4 LA MIA TV ANTIPOPULISTA NELL' ERA DEI TG GIALLOVERDI"

Concetto Vecchio per ''la Repubblica''

 

Gerardo Greco, nel momento in cui la Rai diventa sovranista e il centrodestra si spacca, lei va a dirigere il Tg4 per farne una rete antipopulista. È un caso?

gerardo greco silvio berlusconi

«L' idea è di tornare al racconto, facendone una rete narrativa. Raccontare la politica attraverso la società, e non più attraverso le piazze. È quello che un tempo faceva la Rai, prima di cedere questo spazio a La7».

 

Come cambierà la rete?

«La rivoluzione sarà avere ogni sera una trasmissione diversa in prima serata, con un grande sforzo di autoproduzione: Nicola Porro il lunedì, Roberto Giacobbo il martedì, Piero Chiambretti il mercoledì, io il giovedì, Gianluigi Nuzzi venerdì. E dalle 20,30 alle 21,25 ci sarà la striscia quotidiana di Barbara Palombelli».

 

Per fare concorrenza alla Gruber?

«Il nostro bersaglio grosso sono La 7 e Rai3, anche se io il giovedì temo molto la concorrenza di Don Matteo su Rai1. Barbara è molto amata dal pubblico Mediaset, ha grande empatia, racconterà il fatto o il personaggio politico del giorno con uno o due ospiti in uno snodo orario diventato sempre più decisivo».

 

Da Emilio Fede a Del Debbio ha un pubblico di destra, conservatore. Può funzionare il suo riposizionamento?

«Bisogna puntare su un pubblico nuovo, mantenendo quello vecchio. Dopodiché anche io, facendo Agorà in maniera non ideologica, ho probabilmente ingrassato il populismo. Bisogna tornare alla realtà oggettiva dei fatti, non lasciarsi risucchiare dallo scontro élite-popolo».

 

Anni fa lasciare la Rai sarebbe stato impensabile?

gerardo greco

«Infatti vengo visto come un marziano. Erano due anni che parlavo con Mediaset, e adesso sono maturate le condizioni per fare qualcosa di totalmente nuovo».

 

Non teme la famiglia Berlusconi come "padrone"?

«Per niente. Berlusconi è il mio editore, mi tranquillizza avere come riferimento figure come Confalonieri e Piersilvio Berlusconi».

 

Che Rai lascia?

«In crisi di identità. Molto indebolita dai continui cambiamenti dei direttori generali: ben quattro, Gubitosi, Dall' Orto, Orfeo, Salini, da quando sono tornato dall' America nel marzo 2013. Tony Hall è al comando della Bbc dall' aprile 2013. Resta debole sul web, dove a fronte di una fortissima credibilità informativa dei suoi tg o gr, non riesce a diffondere questa forza sui social, che oggi determinano le fortune di una notizia».

 

La Rai diventerà il megafono dei populisti?

«La Rai ha una lunga tradizione governativa, è evidente che ora ci sarà anche una Rai salviniana. Bisogna vedere se manterranno gli equilibri decisi negli anni Ottanta: vedremo che fine farà il Tg3».

 

Foa rimarrà presidente?

«La mia impressione è che lo cambieranno».

 

 

2. BERLUSCONI PASSA AL CONTRATTACCO CON LA TV COSÌ RETE 4 "SMONTERÀ LA RETORICA POPULISTA"

Fabio Martini per ''la Stampa''

 

PALOMBELLI FORUM

Forza Italia declina verso l' irrilevanza? La Lega e il populismo dilagano? Per evitare di essere progressivamente «oscurato», Silvio Berlusconi riparte dalla cosa che ha sempre saputo far meglio: la televisione. Esattamente 40 anni dopo la creazione di Canale 5, da settembre Retequattro cambierà pelle. Pur mantenendo la sua fisionomia nelle ore diurne, di sera si trasformerà in un' emittente ricca di informazione, di talk show non urlati, una emittente destinata a «smontare» la retorica populista che in questo momento è sulla cresta dell' onda.

 

Greco vs Formigli

nicola porro

La fisionomia dei protagonisti parla chiaro: ogni sera Barbara Palombelli sfiderà Lilli Gruber, che da anni è incontrastata regina di mezza sera su La7; Gerardo Greco (ex Raitre e Radiorai) il giovedì sera contenderà pubblico a «Piazzapulita» uno dei talk di punta de La7, mentre Nicola Porro, oltre al suo «Matrix» su Canale 5, si sdoppierà, con una serata anche su Retequattro. E sarà della compagnia anche un personaggio oramai non etichettabile come Piero Chiambretti, con la sua «Repubblica delle donne».

 

Dice Mauro Crippa, direttore generale dell' informazione Mediaset: «Tre nuovi "prime time" così concentrati: come sforzo produttivo e giornalistico si tratta di un investimento che non ha precedenti in Italia». Su quale linea lo fa capire lo spot che va in onda in questi giorni e che parla esplicitamente di una «nuova Retequattro», decisa a rivolgersi ad un «pubblico informato e consapevole». A prima vista un pubblico un po' diverso da quello che era affezionato a Emilio Fede. Ma un po' diverso da quello che seguiva i programmi (cancellati) di Maurizio Belpietro e di Mario Giordano, che peraltro tornerà sui teleschermi nei mesi freddi.

nuzzi quarto grado

 

Il reset di Retequattro non è un' improvvisazione recente o una replica al protagonismo delle ultime settimane di Salvini, ma parte in primavera da un' idea di Pier Silvio Berlusconi, subito condivisa e arricchita da papà Silvio, da Fedele Confalonieri e da Mauro Crippa.

 

Dentro c' è un' idea industriale, quella di recuperare pubblico da reti un tempo lontane, come RaiTre e La7, «pubblici molto diversi, ma che ora avranno un' offerta in più», conviene Crippa. Ma dentro c' è anche e soprattutto un' idea politica, quella di contrapporre alla tv della pancia, quella che ha favorito (anche su Mediaset) l' ascesa di leghisti e pentastellati, quello che Gerardo Greco in un' intervista al «Foglio», definisce un nuovo «equilibrio», capace di rappresentare accanto al «malumore», una sua «spiegazione».

 

Palombelli vs Gruber

Tutte le sere, dal lunedì al venerdì, dal 3 settembre alle 20,30, andrà in onda, col suo «Stasera Italia», Barbara Palombelli, ex giornalista di carta stampata oramai televisiva, che conosce regole e personaggi della politica. E anche le regole del marketing. Per promuovere il suo talk, Palombelli ha arruolato come testimonial politici di tutti i partiti.

Una novità che porta a compimento quel processo di mischiamento dei ruoli tra politica e spettacolo in atto da anni.

 

roberto giacobbo

Protagonisti di brevi spot, con un testo più o meno fisso: «Ci vediamo a settembre a "Stasera Italia" su Retequattro». Sono già andati in onda Mariastella Gelmini, Giovanni Toti, per il Pd Andrea Orlando e Lorenzo Guerini. E presto dovrebbero vedersi gli spot di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio. Obiettivo? «Spingere la gente a far pace con la politica», dice Palombelli.

 

Tutti i lunedì, in prima serata, Nicola Porro con «Quarta Repubblica», il martedì si lasceranno «scornare» tra loro Floris e Berlinguer e la concorrenza la farà Roberto Giacobbo con la divulgazione scientifica di «Freedom. Oltre il confine». Il mercoledì spazio all' intrattenimento con Piero Chiambretti e il suo «CR4, la Repubblica delle donne», il giovedì Gerardo Greco con «W l' Italia».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…