tinto brass

I LOVE TINTO! - UN CINECOLOGO IN MOSTRA: “26 FILM SU 27 CENSURATI: NELLA VITA HO PASSATO PIÙ TEMPO NEI TRIBUNALI CHE DIETRO LA MACCHINA DA PRESA - IL SESSO? NON SO SE L’HO PIÙ PRATICATO O RACCONTATO - LA POLITICA? NON MI È MAI FREGATO NULLA” - LE PARTITE A PINGPONG CON ANTONIONI

GRANDI BRASSGRANDI BRASS

Edoardo Sassi per il “Corriere della Sera”

 

Ridacchia sornione e dice subito che «beh, dopo una vita ad aver mostrato gli altri, le altre soprattutto, finalmente mi metto in mostra io».
 

Modi di fare da patriarca, plaid sulle ginocchia, battuta pronta, occhiali con montatura rossa che sfiorano il vezzo, il signor Giovanni Brass - Tinto per tutti, classe 1933, di professione regista «e non solo regista erotico» - si racconta alla vigilia dell' esposizione a lui dedicata, titolo «Uno sguardo libero», che apre i battenti domani nel Complesso del Vittoriano, a Roma.

 

E lo fa accogliendo il visitatore seduto sul divano della villa di campagna alla periferia nord di Roma, una casa zeppa di libri e dischi affacciata sul verde, dove si arriva con qualche peripezia, navigatore alla mano: «Vivo qui dal 1970, non c' era nemmeno il telefono - racconta - dopo aver trascorso anni a piazza del Popolo. Altri tempi, altra città, altri amici.

 

Uno che veniva a trovarmi sempre era Goffredo Parise. Qui invece, ecco, vede quel tavolo da pingpong? Ogni domenica per decenni ho sfidato Michelangelo Antonioni, poi si mangiava insieme. Vincevo io, ma qualche volta ho fatto finta di perdere per non farlo arrabbiare».
 

caterina varzi tinto brasscaterina varzi tinto brass

Parise, piazza del Popolo, Antonioni per amico («lo conobbi perché veniva a prendere Monica Vitti durante le riperse del mio film Il disco volant e»). Sarà, ma forse abituati a Mirande, Paprike e Monelle svolazzanti in bicicletta, è il Brass che non ti aspetti.

 

A riportarti sulla terra ci sono comunque i grandi poster appesi all' ingresso della villa, locandine di quando Tinto si presentò alle elezioni, lista radicale Pannella-Bonino («Battaglie di libertà, simpatia, ma la verità è che della politica non mi è mai fregato nulla»), con enormi forme femminile desnude, rigorosamente lato b, in primo piano: «Ecco --ride - così chiunque arriva qui è sicuro di non aver sbagliato indirizzo».
 

L' autoironia pare ingrediente imprescindibile in casa Brass: «E anche se penso a questa mostra la prima reazione è una risata», dice il regista.
 

caterina varzi  tinto brasscaterina varzi tinto brass

«Io ho scelto le foto, una a una, ed è la sola cosa che mi interessava davvero. Per il resto ho lasciato fare ai curatori». Setacciando nei monumentali archivi di oltre mezzo secolo di carriera sono venuti fuori inediti e sorprese tra sceneggiature, bozzetti di scenografie e costumi, manifesti, foto di scena (di Gianfranco Salis, soprattutto) e filmati.

 

Anche tavole originali e mai viste dello storyboard di Guido Crepax per il film Col cuore in gola : «Un altro amico, lui come Moravia, conosciuto ai tempi del film L' uomo che guarda . Entrambi metodici, andavano a cena insieme ogni settimana».
 

A curare la rassegna, con due focus speciali sui primi film-scandalo Caligola e Salon Kitty , l' attuale compagna del regista, Caterina Varzi, in collaborazione con Andrea De Stefani, neolaureato con una tesi sul cinema di Brass. Sono loro ad aver messo mano per un anno negli sterminati archivi di Tinto, uno di quelli che conservano tutto in chilometrici scaffali carichi di faldoni.

 

CALIGOLA DI TINTO BRASS CALIGOLA DI TINTO BRASS

Dentro, ricevute di ristoranti, scatole vuote dei prediletti sigari, fogli con su impresse impronte speciali di tante sue attrici (e non si tratta delle mani...), vecchi volantini ciclostilati di femministe inviperite che denunciavano «Brass lo stupratore», lettere di Mario Soldati o cronache ingiallite di manifestazioni indette da gruppi di suore in Australia.

 

ClaudiaKoll brass ClaudiaKoll brass

«Nella vita ho passato quasi più tempo nei tribunali che dietro la macchina da presa - ricorda Tinto - ventisei film su ventisette censurati, tutti tranne La Vacanza del '71, con Franco Nero e Vanessa Redgrave, che vinse il premio della giuria a Venezia».
 

«Obiettivo di questa mostra - spiega Varzi - è raccontare il lungo percorso del regista anche attraverso aspetti meno noti al grande pubblico».

 

Erotismo dunque, ma non solo, per questo ex ragazzino cresciuto a Venezia, nipote di un celebre pittore (Italico Brass) e figlio di un vice podestà, il quale buttato fuori di casa scappò a Parigi senza una lira in tasca: «In treno, di notte, feci l' amore con una ragazza in uno scompartimento pieno di gente.

Tinto Brass La Presse Tinto Brass La Presse

 

Partii dopo aver scritto una lettera a Buñuel che non credo sia mai arrivata. Trovai da lavorare alla Cinémathèque française come archivista. Ho fatto tutto e rifarei tutto, nella vita. Sesso? Anche. Non so se l' ho più praticato o raccontato.
 

Tinto Brass in impotenti esistenzialiTinto Brass in impotenti esistenziali

Direi un' esistenza equamente divisa tra cinema e casini, la mia, fin da ragazzino. A Venezia c' erano trenta schermi e trenta bordelli. Io li ho frequentati tutti, ogni volta vendendomi qualcosa di antico che prendevo in casa. Il film mio che amo di più? L' Urlo , con Gigi Proietti.

 

Le attrici? Tina Aumont e Stefania Sandrelli, bella, simpatica, libera». E anche nel saluto finale c' è tutto il personaggio-Brass. Una dedica sul frontespizio di un suo libriccino cult dove si parla, tanto per cambiare, di elogi del fondoschiena: «Con erotica complicità. Tinto».
 

Tinto BrassTinto Brass

 

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…